Diffide, esposti e tavoli di lavoro - Strade diverse per lo stesso problema: i Fumi Tossici

26 novembre 2013Una cosa è certa: i cittadini non stanno fermi di fronte all’inerzia delle Istituzioni sulla questione dei roghi tossici e al costante comportamento dei mass media che fingono di non vedere queste situazioni per poi scandalizzarsi quando il problema esplode. È in questo modo che situazioni critiche, dal punto di vista sanitario e di sovraffollamento, come lo è il “ghetto” di via Salviati non vengono portate in risalto dai giornali e dalle televisioni fino a che l’inevitabile episodio drammatico finirà per accendere i riflettori su una situazione vergognosa per l’Italia del terzo millennio.
Così i cittadini finiscono per intraprendere strade diverse per cercare la stessa soluzione e si dividono sui modi di affrontare la questione. È bene precisarlo, tutte le iniziative sono legittime ma mentre la strada delle diffide e degli esposti, figlia di animi esasperati e stanchi di essere inascoltati, punta unicamente a risolvere il problema dei fumi tossici, esiste un’altra alternativa, più tortuosa e difficile, che punta al superamento dei campi rom e quindi alla eliminazione definitiva degli effetti collaterali portati da questi insediamenti.
Dovere di chi scrive è di fornire notizie su entrambe lasciando ai cittadini la possibilità di farsi la propria idea sul percorso migliore da adottare.
Diffide e espostiL’esposto presentato da un gruppo di cittadini al CFS ha già prodotto un primo risultato con un’operazione congiunta di Polizia Locale e Corpo Forestale dello Stato a ridosso di via Salviati che ha portato al sequestro di una decina di furgoni perché o privi di assicurazione o adibiti al trasporto di rifiuti pericolosi. Inoltre sono state confiscate tre tonnellate di materiale da discarica che si trovavano già ammassate sui furgoni e pronte per essere smaltite abusivamente. Anche due aree adiacenti al campo nomadi, rispettivamente di 7mila e 2mila metri quadrati, sono state sequestrate perché gravemente compromesse dal punto di vista ambientale poiché utilizzate come discarica di rifiuti pericolosi.
Forti di questo “successo” lo stesso gruppo di cittadini sta preparando una nuova diffida volta a richiedere l’applicazione della normativa comunitaria/nazionale/regionale in materia di salubrità ed igiene dell’ambiente con riferimento al problema dei roghi e fumi tossici che, da decenni, inquinano l'aria dei quartieri Colli Aniene, Collatina, Tor Sapienza, Ponte Mammolo.
Incontri Istituzionali – La Rete Territoriale Roma Est negli ultimi giorni ha incontrato gli Assessori alle Politiche Sociali del V e IV Municipio, rispettivamente Alessandro Rossi e Anna Maria Muto, in due tavoli di lavoro differenti. In entrambi gli incontri sono state presentate le richieste di attuare un progressivo e strutturale superamento dei campi con azioni sistemiche, capaci di operare una netta soluzione di discontinuità con la pratica degli sgomberi improvvisati: costosi e dannosi, sia per i rom che nei campi “vivono”, sia per le famiglie che abitano gli spazi limitrofi. Ribadita la necessità di voltare pagina e studiare delle soluzioni alternative da condividere con le famiglie rom per una graduale sistemazione in alloggi degni, e da li partire con i vari accompagnamenti sociali necessari. Inoltre la rete si pone il grave problema dei roghi tossici e dell’inquinamento ambientale che crea grandi conflitti di convivenza, che devono essere approfonditi e risolti al più presto. Per tutto questo, e per andare Oltre i Campi, c’è bisogno di trovare una volontà politica forte nel chiedere al Comune una inversione di rotta, ed un orizzonte certo di chiusura di queste strutture.

Antonio Barcella
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