Stop ai roghi tossici - Passa il decreto che introduce il reato di combustione dei rifiuti

3 dicembre 2013Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legge per la tutela dell’ambiente introducendo nell’ordinamento italiano il reato di combustione dei rifiuti e viene stabilita la perimetrazione delle aree agricole. Il decreto è nato per mettere fine all’emergenza della “terra dei fuochi" ma potrà essere usato per colpire chiunque compia atti dolosi che possano pregiudicare il diritto a respirare aria e non diossina. Il territorio di Roma Est è particolarmente colpito dal fenomeno dei roghi tossici e, si spera, che questa nuova legge possa aiutare a fermare un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso. Nel provvedimento è previsto che l'autorità giudiziaria informi direttamente gli amministratori locali sugli sversamenti illegali, si offre alle forze ordine e alla magistratura alcuni strumenti in più per la repressione dei reati legati a situazioni di criticità ambientale.
Enrico Letta ha poi confermato in conferenza stampa: «Per la prima volta il governo affronta il problema della terra dei fuochi». Il provvedimento «va in Parlamento» ma è «già norma da oggi». Si tratta di «una risposta senza precedenti, forte, netta per recuperare tempo perduto».

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Commenti

4 dicembre 2013Con questo decreto il futuro non è poi più così………..fumoso!!!!! Speriamo bene. Franco

3 dicembre 2013...e ora ci si diverte! le Autorità avranno ben poco da nicchiare...si cambia registro... Giuseppe

Introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti

La norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni.
Se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa, o comunque di un'attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania).
Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell'area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.

La necessità dell’incriminazione scaturisce dall’inadeguatezza dell’attuale sistema sanzionatorio che inquadra l’illecita combustione dei rifiuti quali violazioni prive - nella sostanza e nella prassi applicativa - di rilevanza penale.

Le incriminazioni si aggiungono a quelle di cui agli articoli 255 e 256 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, (abbandono di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e mirano a colpire (anche attraverso la confisca obbligatoria del mezzo utilizzato per la commissione del reato) il preoccupante fenomeno dei roghi di rifiuti, al quale conseguono immediati danni all’ambiente ed alla salute umana, con la dispersione in atmosfera dei residui della combustione, incluso il rischio di ricadute al suolo di diossine.

Informazioni sui terreni contaminati

Viene esteso l’obbligo informativo previsto dall’art. 129 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari al fine di favorire un corretto raccordo tra l’Autorità giudiziaria e le amministrazioni competenti ad adottare i provvedimenti eventualmente ritenuti opportuni e necessari. In sostanza, se durante un’inchiesta si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i magistrati informeranno direttamente le istituzioni centrali e locali di quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all’adozione delle iniziative di competenza (per esempio l’inibizione della distribuzione oppure le bonifiche).