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dicembre 2013 – Già
da qualche anno, numerose colonie di pappagalli hanno trovato il loro
habitat naturale a Roma in particolare nella zona est della città.
Colli Aniene vanta una presenza significativa di Parrocchetti dal
collare e qualche esemplare di Parrocchetto Monaco. Questi uccelli
sono originari del Sudamerica ed è veramente difficile pensare
che abbiano viaggiato con le proprie ali fino al nostro continente.
Variopinti con colori accesi, chiassosi e famelici, i pappagalli “romani”
hanno riconquistato la libertà dalle gabbie domestiche e hanno
invaso il nostro territorio. Ne abbiamo avvistati tanti a ridosso
del Parco Naturale della Cervelletta, dove hanno trovato un ambiente
adatto alla riproduzione ma, da qualche giorno, si possono notare
in ogni zona del quartiere. Una numerosa famiglia ha preso possesso
del grosso abete posto davanti alla Coop di viale Franceschini, altri
li abbiamo notati nei pressi della scuola Balabanoff e, proprio ieri
in pieno giorno, li abbiamo visti volare in formazione lungo via Calosso.
Questo volatile è stato definito una "specie invasiva"
nel Regno Unito dove hanno autorizzato i cacciatori ad abbatterli.
Passiamo
ora ad esaminare un altro fenomeno invasivo da parte di un'altra specie
di volatile: la cornacchia. La popolazione di cornacchie nei nostri
cieli è aumentata in modo esponenziale e qualcuno già
pensa ad un possibile rischio per l'equilibrio dei nostri ecosistemi.
La sua presenza nei grandi centri urbani non era così consistente
una decina di anni fa. La taglia è proporzionale alla sua voracità
ed infatti la cornacchia viene definita “un maiale con le ali” perché
divora praticamente di tutto. Ma la cosa peggiore è che attacca
i nidi di tutti gli uccelli, è voracissima di uova e distrugge
le nidiate di passeri, merli, tortore, cardellini, verdoni… Quando
la quantità di cibo che offre il territorio non è sufficiente
aggrediscono gli agnellini e i maialini appena nati. Per ora sono
rari i casi di attacco alle persone ma alcuni
episodi si sono già verificati. È una specie che
ha proliferato nelle città grazie all’aumento delle discariche
a cielo aperto che forniscono una fonte inesauribile di cibo.
È il segnale di un ambiente che sta cambiando? Non ci sentiamo
di affermarlo con certezza ma alcuni indizi ci portano a pensarlo.
Antonio
Barcella
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