5
gennaio 2014 –
Oggi attraverso le pagine di Facebook abbiamo scoperto con sorpresa
che per le istituzioni esistono animali di serie A e serie B e quindi
una pecora può tranquillamente morire di fame, di stenti e
di malattia nella periferia est della capitale senza che nessuno intervenga
per tentare di salvarlo. Il minuscolo nella parola “istituzioni” è
usato consapevolmente perché rappresenta la scarsa considerazione
e fiducia che riponiamo in chi si comporta in questo modo. Se questa
è la civiltà del terzo millennio il futuro si preannuncia
oscuro.
Scrive Sabina B. lasciando trasparire tutta la sua collera e indignazione:
“Riserva valle dell'Aniene Via Monte Nevoso - 2 giorni fa ho avvertito
il pastore di una pecora che si era persa. Ora l'abbiamo ritrovata
morente è dalle 9 che cerchiamo di far intervenire qualcuno.
Nessuno sino ad ora. Tutti rimpallano la cosa.”
Poi sotto l’incalzare di altre persone altrettanto turbate, aggiunge:
“Ovviamente è stato chiamato il 112, il centotredici, il
1515, la ASL che di domenica è assolutamente chiusa, il veterinario
di riferimento può essere contattato solo dai vigili. Chiamata
veterinaria privata che comunque non può intervenire. Alla
fine i vigili ci hanno messo in contatto con il Centro Carni che stiamo
aspettando da circa un'ora e mezza. Ovviamente il Centro Carni non
è quello che avremmo voluto chiamare ma un veterinario privato
non può intervenire. Ho cercato vari centri animalisti ma di
domenica 5 gennaio nessuno mi rispondeva.”
Sabina infine commenta tristemente e questa redazione condivide tutta
la sua amarezza: “Le abbiamo veramente provate tutte. Purtroppo
questi animali da carne sono considerati nulla. Tra poco posterò
le foto di cadaveri di altri animali trovati nel medesimo campo.”
Sono
immagini forti, che ci ricordano le fotografie della vergogna che
abbiamo pubblicato per un fatto analogo il 19
maggio 2011.
Antonio
Barcella
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