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gennaio 2014 – Non migliora la situazione dell’edilizia
scolastica italiana, che continua ad essere in uno stato di
permanente emergenza sul fronte degli interventi e della
messa in sicurezza. Oltre il 60% degli edifici scolastici sono stati
costruiti prima del 1974, data dell’entrata in vigore della normativa
antisismica. Il 37,6% delle scuole necessita di interventi di manutenzione
urgente, il 40% sono prive del certificato di agibilità, il
38,4% si trova in aree a rischio sismico e il 60% non ha il certificato
di prevenzione incendi. È quanto emerge da Ecosistema scuola
2013, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità delle
strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria
di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Una fotografia dai toni
chiaroscuri che mostra quanto sia urgente intervenire in questo settore.
Sono ancora poche, infatti, le esperienze modello e gli esempi di
un’edilizia sicura e sostenibile, di cui Trento è il portabandiera,
seguito da Prato e Piacenza; troppe, invece, le inadeguatezze da fronteggiare
che accomunano il Nord e il Sud del Paese. Anche quest’anno i dati
confermano lo stallo in cui si trova la qualità del patrimonio
dell’edilizia scolastica italiana, che fatica a migliorare nonostante
gli investimenti siano ripartiti e sembrano essere per la prima volta
più consistenti. Gli unici importanti passi avanti riguardano
la crescente capacità delle amministrazioni di rinnovarsi nell’ottica
della sostenibilità e dell’efficienza energetica soprattutto
quando vengono facilitate le condizioni. Al 2012 sono il 13,5% le
scuole che utilizzano le fonti rinnovabili. Bene anche il monitoraggio
del radon e i dati relativi ai servizi e alla mobilità sostenibile
con l’aumento delle piste ciclabili vicine alle scuole.
I
DATI - L’indagine di Legambiente ha preso in esame 5.301 edifici scolastici
di competenza dei comuni capoluogo di provincia, di questi circa il
62% è stato costruito prima del 1974, mentre il 4,8% è
stato costruito tra il 2001 e il 2002. Solo lo 0,6% risulta edificato
con criteri di bioedilizia, in particolare sono dodici i comuni che
hanno deciso di investire in questo settore. L’8,8% invece è
stato costruito con criteri antisismici. La verifica di vulnerabilità
sismica è stata realizzata solo sul 27,3% degli edifici. Nei
Comuni che si trovano in area a rischio sismico (zona 1 e 2) e idrogeologo,
solo il 21,1% gli edifici ha compiuto tale verifica. In lieve crescita
invece i dati sull’accessibilità, l’82,3% degli edifici ha
i requisiti di legge, il 16,4 % ha realizzato interventi per l’eliminazione
delle barriere architettoniche. Sul fronte delle certificazioni, rimangano
stabili i dati relativi alle porte antipanico (90,2%), agli impianti
elettrici a norma (83,4%).
Per quanto
riguarda la qualità del patrimonio edilizio delle diverse aree
del Paese, dal rapporto Ecosistema Scuola 2013 emerge la disparità
territoriale tra Nord e Sud del Paese: se Trento, Prato e Piacenza
sono i primi tre capoluoghi di provincia nella graduatoria di Legambiente
per qualità dell’edilizia scolastica, bisogna invece arrivare
alla 23esima posizione per trovare il primo capoluogo di provincia
del sud che è l’Aquila, seguito da Lecce alla 27esima posizione.
È da considerare però la straordinarietà della
situazione del capoluogo abruzzese che torna in graduatoria per la
prima volta dopo il terremoto del 2009. I dati dell’Aquila non sono
quindi confrontabili con quelli di altri capoluoghi, a causa della
collocazione di diverse scuole in moduli provvisori (Musp) che andranno
dismessi nei prossimi anni a favore della ricollocazione definitiva.
Quindi se consideriamo le condizioni ordinarie, Lecce è la
prima vera città del sud.
Il dossier
di Legambiente segnala anche la disparità degli investimenti
per la manutenzione straordinaria e ordinaria. Nel 2012 l’investimento
medio per la manutenzione straordinaria ad edificio scolastico è
stato di 30.345 euro contro i 43.382 del 2011. Nel nord la media degli
investimenti per la manutenzione straordinaria è quasi tre
volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità
di interventi nel meridione legata anche alla fragilità del
territorio, al rischio idrogeologico, sismico e vulcanico. Regioni
come Abruzzo, Sicilia e Lombardia hanno registrato, ad esempio, un
calo di investimenti nonostante vi sia un’esigenza di manutenzione
straordinaria rispettivamente nel 94,5%, 57,5% e 49,1% degli edifici.
Per quanto riguarda la media di investimenti della manutenzione ordinaria,
registra nel 2012 un aumento in tutte le regioni anche se il nord
sostiene sempre una media sopra quella nazionale, mentre centro, sud
e isole si discostano in negativo dalla media nazionale.
“Ancora
oggi non esiste un monitoraggio complessivo e sistematico dello stato
di sicurezza delle scuole italiane – dichiara Vanessa Pallucchi
di Legambiente - Per questo chiediamo che venga al più
presto realizzata l’anagrafe dell’edilizia scolastica che attendiamo
dal 1996, anno dell’entrata in vigore della legge 23 che la istituiva
e che venga data la possibilità agli enti locali di operare
in deroga al patto di stabilità per investire sulla messa in
sicurezza delle scuole stesse. In particolare torniamo a ribadire
che senza la pubblicazione dell’Anagrafe non si ha accesso a quelle
informazioni che consentono a studenti, genitori e lavoratori della
scuola di conoscere lo stato dei singoli edifici e alle istituzioni
di avere un quadro puntuale dei bisogni di intervento nelle nostre
scuole e quindi, di orientamento della programmazione e degli investimenti.
Per questo, Ecosistema scuola si propone come uno strumento di sensibilizzazione
e informazione sociale, ma anche come stimolo politico, affinché
l’edilizia scolastica diventi ambito prioritario d’investimento su
cui puntare. Dal rapporto abbiamo visto quanto poco gli interventi
a pioggia e non programmati siano serviti ad intaccare una situazione
permanente di emergenza legata alla messa a norma e alla manutenzione
ordinaria e straordinaria del patrimonio edilizio scolastico che ha
urgentemente bisogno di essere rinnovato e innovato”.
Grande
novità di quest’anno è il trend positivo registrato
nell’uso delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Dal
2008 al 2013 le scuole che utilizzano fonti di energia rinnovabile
sono passate dal 6,3% al 13,5%. L’80,8% degli edifici ha installato
impianti solari fotovoltaici, il 24,9% ha impianti solari termici,
l’1,6% impianti di geotermia e/o pompe di calore e lo 0,4% ha impianti
a biomassa. Infine il 9,6% utilizza il mix di fonti rinnovabili. La
percentuale media di copertura dei consumi da fonti rinnovabili, negli
edifici ove presenti, è del 35,6%, con situazioni ideali a
Prato, dove la copertura è del 100%. Per quanto riguarda l’uso
delle fonti di illuminazione, il 62,9% delle scuole utilizza il neon,
mentre il 20,4% usano altre illuminazioni come le fluorescenti compatte
e quelle al led.
In lieve
crescita i dati sul radon, che viene monitorato dal 34,8% delle amministrazioni.
Preoccupano invece quelli relativi al monitoraggio dell’amianto con
una diminuzione dei comuni impegnati nell’effettuare i controlli in
questione negli edifici scolastici. Aumentano invece i casi certificati
di amianto (10,5%) e quelli sospetti (3,1%). Problemi di monitoraggio
si riscontrano anche per le fonti d’inquinamento ambientale esterne
come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari.
L’11,6% degli edifici si trova a meno di un km da fonti di inquinamento
acustico, mentre sono il 2,2% quelli che si trovano vicino a emittenti
radio televisive. Nel 2012 sono solo 5,19% i comuni che hanno monitorano
le scuole situate vicino agli elettrodotti (3,6%), solo il 10,8% delle
amministrazioni ha realizzato monitoraggi sulle scuole che si trovano
in prossimità di antenne cellulari (14,1%).
Sul fronte
dei servizi e delle buone pratiche ambientali, rimane costante la
media di prodotti biologici nei pasti pari a 56,9%, mentre aumenta
l'utilizzo dei pasti interamente biologici nelle mense pari all’8,5%.
Per quanto riguarda le stoviglie, resta ancora significativo l’uso
di piatti usa e getta di plastica/carta con il 34% dei casi: una mensa
su tre. Dati preoccupanti arrivano dall’utilizzo dell'acqua di rubinetto
nelle mense scolastiche che si attesta al 50,1%, in decrescita costante
negli ultimi anni nonostante sia aumentata la sensibilità sociale
al valore dell’acqua come bene comune.
Sul fronte
della mobilità urbana e della sicurezza, segnali positivi arrivano
dal servizio di scuolabus. Le scuole che usufruiscono di tale servizio
sono 30% contro il 25,9% del 2011. Un servizio diffuso più
tra le regioni del centro con oltre 20 punti percentuali sopra la
media nazionale. Sotto quasi di otto punti gli edifici scolastici
del nord a cui il servizio viene garantito. Diminuiscono invece gli
edifici scolastici con aree di sosta per le auto: se nel 2011 erano
il 53,7%, nel 2012 si attestano al 50,1%. In lieve crescita il servizio
pedibus e i percorsi casa scuola (6,9%), mentre aumenta la presenza
dei nonni vigili (23,3%) e le piste ciclabili nei pressi delle scuole
(12,6%) contro il 10,5% del 2011. Bene anche i dati sugli edifici
scolastici con giardino o aree verdi fruibili che si attestano al
74,6%, mentre restano costanti quelli con palestre o strutture per
lo sport (52,2%). Sono invece ancora troppo pochi gli istituti all’interno
di isole pedonali (0,8%) meno di un edificio su cento si trova all’interno
di isole pedonali; mentre le scuole in zone 30 sono solo il 9%. Interessanti
i dati sulla presenza delle biblioteche per ragazzi all’interno degli
edifici scolastici che si attestano al 35,4%.
Dalla
fotografia di Ecosistema Scuola 2013 anche quest’anno si riconfermano
in testa alla graduatoria nazionale le città capoluogo del
centro nord. Svetta al primo posto in classifica Trento, seguito da
Prato (2°), salita di due posizioni rispetto allo scorso anno,
Piacenza (3°), Pordenone (4°), Reggio Emilia (5°), Parma
(6°), Verbania (7°), Forlì (8°), che si confermano
anche quest’anno nella top ten della graduatoria.
Ad aprire
invece la graduatoria delle grandi città Torino (13º)
seguita da Firenze (25º), in flessione rispetto allo scorso anno,
mentre sale in classifica Milano (33°). Anche quest’anno Napoli
(37º) risulta prima tra le grandi città del sud. Invece
Lecce (27º) e Benevento (31º) sono le prime città
del sud nella graduatoria generale, anche se entrambe in discesa rispetto
allo scorso anno, mentre Olbia (40º) è la prima tra quelle
delle isole. L’Aquila (23°) torna in graduatoria per la prima
volta dopo il terremoto del 2009 conquistando la parte medio alta.
Roma, invece, non è stata inserita
nella graduatoria perché ormai da diversi anni presenta dati
incompleti.
Per approfondimenti
leggi il dossier
scuola di Legambiente .
Antonio
Barcella
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