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febbraio 2014 – “Carissimi Cittadini, - inizia
così un comunicato emesso dai Comitati della Tiburtina - le
istituzioni ci hanno fatto un brutto regalo di Natale: un fulmine
a ciel sereno, che sembrerebbe essere stato accuratamente preparato
dalla Provincia di Roma ed è anche il risultato di omissioni
gravissime di chi negli ultimi anni avrebbe dovuto fare qualcosa per
tutelarci, in prima fila istituzioni (il Comune di Roma e la stessa
Provincia) e organi di controllo della Regione (ARPA Lazio).”
Il documento integrale può essere letto al seguente link: Provincia_scopre_carte
. Per chi non ha voglia di dilungarsi nella lettura vi diamo una breve
sintesi dei fatti, così come è stato riportato dai Comitati
che stanno affrontando il problema.
CHE
SUCCEDE?
La Provincia
di Roma, su richiesta della BASF, ha:
1)
aumentato i rifiuti pericolosi da bruciare nell’inceneritore da 240t/anno
a 850t/anno
2) aumentato i rifiuti totali, sempre da bruciare nell’inceneritore,
da 1100t/anno a 1600t/anno.
3) Autorizzato il trattamento di CATALIZZATORI ESAUSTI LIQUIDI, che
prima non erano autorizzati.
Alle
formali riunioni indette dalla Provincia di Roma con l’invito degli
Enti locali (Comune, ARPA etc. etc.) non si è puntualmente
presentato nessuno, né hanno ricevuto risposta da parte dell’ARPA
le formali richieste di parere della Provincia.
INAUDITO! Ciò significa che le tonnellate di sostanze tossiche
e pericolose emesse in un anno dall’inceneritore nell’aria che respiriamo
aumenteranno notevolmente ma con un contenuto di quelle pericolose
incalcolabile.
Che bisogno c’era di autorizzare nuovi tipi di smaltimento ed incrementare
in maniera così rilevante la quantità di sostanze chimiche
pericolose bruciate a via di Salone, in una zona densamente popolata
e su cui ci sono case, asili, scuole, esercizi commerciali e decine
di migliaia tra residenti e lavoratori?
CHE FARE?
La nostra battaglia non conosce soste e su questi aspetti dovremo
comunque vigilare e informare, soprattutto visto che i responsabili
della tutela della nostra salute ed i burocrati nelle istituzioni
“informano” i cittadini solo quando i loro giochini sono fatti.
Come Cittadini e contribuenti, abbiamo tutto il diritto e anche il
dovere di indignarci di fronte a tutto questo. Come Comitati faremo
pesare questa vergogna e chiediamo al Comune di Roma una presa di
posizione netta nei confronti di questo atto.
Tuttavia, dobbiamo prendere atto che il Sindaco Marino, ha mantenuto
la parola ed ha già avviato il tavolo con la Basf per la delocalizzazione
dello stabilimento. C’è già stato il primo incontro
ed il prossimo avverrà il 7 febbraio prossimo. Vi terremo informati
sugli esiti. Tuttavia qualora la delocalizzazione fosse decisa, cosa
che noi tutti ci auguriamo fortemente, i tempi di attuazione sarebbero
molto lunghi. Per questo il Sindaco Marino deve fare qualcosa per
salvaguardare la salute dei cittadini avviando subito il tavolo per
il monitoraggio permanente e le altre indagini coinvolgendo i Comitati,
gli Assessori alla Salute e all’Ambiente, la ASL RMB, l’ISS e la ASL
RME e il DEP (Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio).
Antonio
Barcella
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