Un
caso di normale cialtroneria italiana: la mancata realizzazione
dell’”Albergo diffuso” alla Cervelletta
Tantissimi
cittadini romani, in particolare di Colli Aniene (IV Municipio),
sanno che, alla Cervelletta, Roma Natura, utilizzando fondi
stanziati dalla Comunità Europea, avrebbe dovuto utilizzare
le vecchie e fatiscenti costruzioni del “Rimessino” che, in
base al vincolo ottenuto dall’Associazione “Insieme per l’Aniene”,
non potevano, né possono essere modificate nella planimetria
originaria.
Da molti anni si parla di questa importantissima struttura che,
sicuramente, avrebbe agevolato anche la ristrutturazione del
grande Casale, con Torre del 1200 e, per il quale, da almeno
4 anni, c’erano i fondi. Mancava la delibera del Comune di Roma
(Giunta Alemanno) che attribuiva, per 20 anni, l’area del “Rimessino”
all’ente regionale “Roma Natura”. L’ostinata lotta, ancora una
volta, dei cittadini di questo territorio, ha ottenuto che la
Giunta Comunale approvasse la delibera in extremis, negli ultimi
giorni del 2012, poco prima che scadessero i termini che avrebbero
riconsegnato alla Comunità Europea i fondi erogati. Si
sarebbero persi circa 2 milioni di euro! Già 5 anni or
sono, una ditta dell’Aquila ha provveduto a fare la pulizia
botanica del “Rimessino” ed a consolidare la rupe tufacea. Lo
scorso anno “Roma Natura” ha provveduto, in modo incomprensibile,
a consolidare di nuovo la rupe, con opere da fortilizio medievale,
per mezzo di travature di castagno e profondissime iniezioni
di grandi tondini cementati, che, a moltissimi, sono sembrate
eccessive. La grande Grotta sottostante allo “sfiatatoio” del
piano stradale, è stata trasformata, incomprensibilmente,
in una strana casamatta, costituita da 11 cellette (per un centro
benessere?) di cemento armato con più di 5mila blocchetti.
Inoltre, davanti al grande fienile, è stato costruito
uno “spazio vita” con diversi attrezzi sportivi e, a partire
da questo, corredato di panchine e cestini per i rifiuti, un
sentiero pedonale di 1200 m, realizzato in modo frettoloso ed
approssimativo, con pozzolana e poca calce, che, in molti punti,
a causa dell’acqua piovana, come avevamo previsto e fatto notare
inutilmente, già presenta vistose lacune e “lagune”.
Nonostante questa incongruenza tutto sembrava pronto per la
costruzione dell’”Albergo Diffuso” e i lavori dovevano riprendere
dal gennaio scorso (2014). In modo inaspettato ed incomprensibile,
dopo reiterate assicurazioni, tutto si è fermato. La
struttura non si può più realizzare.
Perché? Cialtroneria di Roma Natura? Indisponibilità
della Regione? Spesa eccessiva per le opere suddette? Altro
di più grave? I cittadini di questa porzione di territorio
di Roma Est vogliono e pretendono di sapere!
Aspettiamo che Roma Natura spieghi le ragioni del grande fallimento.
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