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febbraio 2014 – Nel discorso di insediamento del Governo
Renzi il primo punto del programma riguarda proprio la scuola e la
terribile situazione dell’edilizia scolastica.
“Qual è la priorità che questo Paese ha nei confronti
degli insegnanti? – si chiede il nuovo Primo Ministro - Sicuramente
lo sa il Ministro dell'istruzione e dell'università: coinvolgere
dal basso in ogni processo di riforma gli operatori della scuola.
Non c'è dubbio. Ma c'è una priorità a monte:
recuperare quella fiducia, quella credibilità, recuperare quella
dimensione per cui se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si
può tornare a credere che l'educazione sia davvero il motore
dello sviluppo. Ci sono fior di studi di economisti che dimostrano
come un territorio che investe in capitale umano, in educazione, in
istruzione pubblica è un territorio più forte rispetto
agli altri. Da Presidente del Consiglio io entrerò nelle scuole,
una volta ottenuta - se così sarà - la fiducia dal Senato
e dalla Camera. Mercoledì mattina, come faccio tutte le settimane,
mi recherò in una scuola (la prima sarà un istituto
di Treviso, perché ho scelto di partire dal Nord-Est, mentre
la settimana prossima andrò in una scuola del Sud), e lo farò
perché penso che sia fondamentale che il Governo non stia soltanto
a Roma, e quindi mi recherò nelle scuole, come facevo da sindaco,
per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per dimostrare
che da lì riparte un Paese. Dalla capacità di educare,
di tirare via, di tirare fuori (nel senso latino del termine) nasce
la credibilità di un Paese, ma per farlo c'è bisogno
della capacità di garantire una concretezza amministrativa.
Con quale credibilità possiamo dire
questo se continuiamo a tenere gli investimenti nell'edilizia scolastica
bloccati da un Patto di stabilità interno che almeno su questa
parte va cambiato subito? Come si può pensare che il Comune,
la Provincia abbiano competenza sull'edilizia scolastica senza però
avere la possibilità di spendere soldi che sono lì bloccati
perché esistono norme che si preoccupano della stabilità
burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule
in cui vanno a studiare i nostri figli?”
Ce
lo chiediamo anche noi e lo abbiamo chiesto ripetutamente alle istituzioni
ma attendiamo ancora una risposta che tarda a venire. Abbiamo ormai
contatti a tutti i livelli del Municipio e del Comune ma al di là
di vaghe promesse di intervento sugli edifici più disastrati
non si riesce ad ottenere. Se lo Staff del Sindaco Marino fatica pure
ad istituire un tavolo di lavoro, per le resistenze della burocrazia,
per quelle degli uffici tecnici e di assessori latitanti, ci chiediamo
come farà a mettere in campo progetti adeguati all’emergenza
che stiamo affrontando. Probabilmente qualcuno pensa che 800 deleghe
di genitori di questo territorio non siano un numero adeguato di voti
da rispettare, ma vedremo come reagiranno quando porteremo tutto il
quartiere al Municipio e in Campidoglio. Perché per noi la
salute e la sicurezza dei nostri ragazzi viene prima di qualsiasi
amicizia con Consiglieri, Assessori, Presidenti e Sindaci.
Ora Renzi sembra aver rivolto l’attenzione generale su una’emergenza
che, non dimentichiamolo, è stata creata soprattutto dal disinteresse
della politica, più preoccupata a salvare i propri privilegi
che a lavorare per il bene comune. Ci sarà una inversione di
tendenza? Lo auspichiamo ma nelle parole di Renzi manca una cosa essenziale:
non ha detto dove troverà i miliardi di euro necessari a riportare
la scuola pubblica ad un livello almeno dignitoso. Noi continueremo
ad incalzare il Presidente del Municipio, il Sindaco, il Presidente
della Regione e ora anche il nuovo Primo Ministro, richiamandoli ai
loro doveri verso i cittadini e il territorio. Se, poi, i nostri e
i vostri sforzi produrranno qualcosa di positivo, state tranquilli,
che ci saranno tanti altri, che ora si nascondono, pronti a rivendicare
la vittoria o a minimizzare il nostro lavoro.
Continuando ad esaminare la parte del discorso relativa alla scuola,
Renzi si chiede “Come è possibile che non ci sia chiarezza
su questo aspetto?”. Poi proseguendo: “Domani scriverò
una lettera ai miei colleghi sindaci per chiedere a tutti loro e ai
Presidenti delle Province sopravvissuti di fare il punto della situazione
sull'edilizia scolastica, seguendo un bellissimo ragionamento del
senatore Renzo Piano. Non so chi di voi ha avuto modo di conoscere
le parole, a mio giudizio straordinarie, che Renzo Piano ha pronunciato
pochi giorni fa in un'intervista. Piano ha invitato a
rammendare i nostri territori, a rammendare le periferie.
Credo sia un'espressione molto bella, che dà il senso di ciò
di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di intervenire
nell'edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre, con un programma
straordinario - dell'ordine di qualche miliardo di euro, e non di
qualche decina di milioni - da attuare sui singoli territori,
partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto
e puntuale. Ma come? Di fronte alla crisi economica parti dalle scuole?
Sì: di fronte alla crisi economica non puoi non partire dalle
scuole. Di fronte alla crisi economica partire dalle scuole significa
partire, innanzitutto, da una tregua educativa con le famiglie e da
un intervento nell'edilizia e nella infrastrutturazione scolastica
su cui, nelle prossime settimane, vedrete concreti risultati.”
Non ci resta che attendere ed osservare i risultati …
Antonio
Barcella
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