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marzo 2014 – A molti lettori probabilmente è
sfuggita la notizia che l’associazione denominata Comitato di Quartiere
Colli Aniene si è sciolta alcuni mesi fa cessando le attività
in difesa del territorio. Una informazione che non ha avuto il debito
risalto sulla stampa locale e che non è stata pubblicata neppure
sul sito
ufficiale del vecchio CdQ. Alcuni elementi del vecchio gruppo
sono andati a costituire, insieme ad altre associazioni e cittadini,
il Coordinamento Colli Aniene che sta operando al meglio per i problemi
sull’emergenza dell’edilizia scolastica, per la questione nomadi e
per altri problemi che attanagliano il nostro territorio. Questo Coordinamento
opera nell’ambito del volontariato e dell’impegno civile per difendere
il quartiere dal degrado che avanza ma non può avere per vari
motivi l’efficienza e l’efficacia di un vero CDQ, il primo fra tutti
quello di non avere una sede stabile dove incontrare i cittadini che
hanno bisogno di esporre un proprio problema. Per di più, è
bene saperlo, un vero CDQ, eletto con una votazione popolare e secondo
regole stabilite dal Municipio, può vantare un forza contrattuale
importante sui tavoli della pubblica amministrazione. Oltretutto si
eviterebbe lo stillicidio di pseudo comitati operanti sul territorio,
spesso a scopi politici, che non hanno nessuna validità giuridica
e che non hanno mai ottenuto una delega di rappresentanza dai cittadini.
Badate bene, che non stiamo criticando il mondo associazionistico
che svolge un grosso e importante lavoro sul territorio e porta avanti
le sue battaglie civili spesso circoscritte ad un problema specifico
supportato dalle firme di una petizione che li delegano a trattare
il problema. Si tratta di altro, come dimostrano alcuni volantini
diffusi questa settimana firmati con il logo del vecchio CDQ (che
non esiste più) ed una carica onoraria ormai decaduta con lo
scioglimento dell’associazione o, peggio ancora come avvenuto nel
passato, affiggere volantini per denunciare un problema senza apporre
alcuna firma trincerandosi nell’anonimato più completo.
Perché stiamo sostenendo questo? La risposta è molto
semplice: la mancanza di un vero CDQ porta i cittadini a rivolgersi
ad associazioni, come ad esempio la nostra Associazione
Vivere a Colli Aniene, che pur lottando per questo territorio
che amiamo e che continueremo a difendere con le unghie, è
nata per altri scopi primari (informazione e cultura) e sostiene alcune
battaglie civili quando c’è la latitanza di chi è preposto
per farlo. Ma non abbiamo una organizzazione in grado di sostituire
il lavoro di un CDQ e rappresentiamo solo i nostri soci o chi ci ha
firmato una delega su un problema specifico. La stessa cosa accade
anche per altre associazioni nate, ad esempio, per curare un’area
verde o per difendere i diritti di chi frequenta una scuola. Questi
sodalizi, a volte, sostengono alcune lotte per i diritti dei cittadini
ma non sono nati allo scopo specifico. Un vero CDQ ha bisogno di un
mandato popolare che lo legittimi a trattare per conto della cittadinanza
mantenendo la propria autonomia dai partiti politici. Deve essere
formato da cittadini che si incontrano attraverso riunioni periodiche
e divulgano la propria attività su una bacheca (o un sito internet)
per mantenere la visibilità delle comunicazioni e dei programmi
in calendario e per favorirne la partecipazione. Agisce al fine di
rendere responsabile la cittadinanza delle scelte amministrative e
sociali che riguardano la comunità, nonché al fine di
farsi interprete e promotore degli interessi dei cittadini del quartiere
presso le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione. Quindi si tratta
di un organismo democratico di partecipazione attiva agli interessi
generali della Comunità. Un compito non certo semplice se non
è supportato da una partecipazione e un sostegno popolare adeguato.
Antonio
Barcella
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