Insediamenti Rom – Il fallimento di Roma Capitale nel processo di integrazione

5 marzo 2014Il rapporto “Senza Luce” pubblicato dall’Associazione 21 luglio condanna senza appello la politica del Sindaco Marino nei confronti dei rom: vuota, inconcludente e dagli altissimi costi economici. Se fosse possibile, questa amministrazione farebbe peggio di quella che l’ha preceduta. Una vera emergenza, quella dei campi rom, che va avanti da anni e viene affrontata con i soliti sistemi e senza trovare una soluzione definitiva e concreta che porti al superamento dei campi. Nel nostro Municipio è presente sotto gli occhi di tutti l’esplosiva situazione di via Salviati: sanità a livelli allarmanti, sovraffollamento, baracche fatiscenti e servizi quasi inesistenti, contornata da discariche illegali, incuria e inevitabili roghi tossici. E questo nei piani dell’amministrazione capitolina precedente doveva diventare un insediamento autorizzato. Pensate in quale situazione si trovano gli altri micro campi abusivi presenti nel territorio del IV Municipio, posti lungo l’Aniene e ovunque esista uno spazio nascosto o un rudere dove ripararsi. È ora di iniziare a capire che la mancata integrazione di queste persone va a danno di tutta la comunità perché dove esiste una emergenza sociale proliferano l’illegalità, il degrado e i problemi sanitari. E qui non si tratta di trovare nuove risorse economiche ma di spendere meglio quella voragine di denaro che ogni anno spendiamo per sistemare i danni di questa vera emergenza.

COMUNICATO STAMPA Associazione 21 luglio
«Verso rom e sinti a Roma politica inconcludente e costosa».
L’Associazione 21 luglio presenta il rapporto “Senza Luce”.

Roma, 3 marzo 2014 – Malgrado i buoni propositi, a otto mesi dal suo insediamento, la politica della Giunta Marino nei confronti dei rom e sinti della Capitale è stata caratterizzata da un approccio ancora una volta emergenziale, misure segregative e discriminatorie, mancanza di strategia e spreco di ingenti risorse pubbliche.
È l’analisi che emerge da “Senza Luce: rapporto sulle politiche della Giunta Marino, le comunità rom e sinte nella città di Roma e il Best House Rom” presentato oggi dall’Associazione 21 luglio nel corso di una conferenza stampa all’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
Se, da un lato, l’Amministrazione capitolina ha espresso a più riprese la volontà di attuare anche a Roma la Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti, dall’altro gli interventi realizzati vanno nella direzione opposta rispetto a quanto sancito dal documento adottato dall’Italia in sede europea nel 2012.
L’attuale Amministrazione ha condotto sinora 17 sgomberi forzati e non ha presentato un piano per superare la politica dei “campi”, come chiede la Strategia Nazionale. Al contrario, le autorità capitoline hanno affermato di voler ricostruire il “campo” della Cesarina e, nelle parole dell’Assessore Cutini, hanno manifestato l’intenzione di «superare i campi immaginando di creare campi di medie dimensioni». La Giunta Marino ha poi continuato a usare il termine “nomadi”, sia nei discorsi che negli atti pubblici, sebbene la Strategia parli di “nomadismo” come «termine superato sia da un punto di vista linguistico che culturale».
Secondo l’Associazione 21 luglio, il luogo simbolo che incarna le conseguenze delle azioni realizzate a Roma in questi mesi verso i rom e sinti in emergenza abitativa è il centro di accoglienza “Best House Rom”. Nel centro, situato in via Visso 14, nella periferia est della Capitale, vivono circa 320 rom, tra cui 200 minori, e vi sono stati trasferiti i 120 rom sgomberati nelle scorse settimane dal “villaggio attrezzato” della Cesarina e i 47 da via Belmonte Castello.
Il “Best House Rom”, si legge nel rapporto, non possiede i requisiti minimi previsti dalla Legge della Regione Lazio 41/2003 sui centri di accoglienza. Lo stabile, un capannone industriale, è infatti classificato come “locale utilizzato per il deposito delle merci”, è caratterizzato da spazi ridotti e inadeguati, inferiori anche rispetto agli standard per le strutture detentive, e le stanze, dove vivono in media 5 persone, sono prive di finestre o punti luce. In più, ospitando esclusivamente persone rom, il centro si configura come luogo di segregazione ed esclusione sociale, operata su base etnica con un chiaro profilo discriminatorio.
Per accogliere una famiglia di 5 persone nel “Best House Rom”, l’Amministrazione comunale spende quasi 3 mila euro al mese, per un totale di oltre 2 milioni di euro all’anno per i 320 rom.
Secondo i dati contenuti nel rapporto, per ricollocare una famiglia rom di 5 persone nel nuovo «villaggio attrezzato» di via della Cesarina il Comune di Roma spenderà, dopo un'accoglienza di 6 mesi presso il "Best House Rom", una cifra stimata di 61.000 euro, con la prospettiva di dover individuare nuove voci di spesa per la gestione e l'assistenza dei rom nel nuovo insediamento per un periodo di tempo indeterminato.
L’anno scorso, per formare al lavoro e assegnare un'abitazione in affitto a una famiglia rom di 5 persone, il Comune di Messina, con il progetto “Casa e/è Lavoro”, ha speso una cifra di 12.500 euro.
«Dall'insediamento della Giunta Marino le gravissime e improrogabili problematiche legate alla cosiddetta "questione rom", che andrebbero affrontate in maniera decisa e rapida, si sono scontrate con l'inadeguatezza di quanti, politici e tecnici, hanno in mano tale questione. Facciamo per questo appello al sindaco Marino per un suo intervento diretto volto a dare spinta ad una strategia politica verso le comunità rom e sinte che sinora si è dimostrata vuota, inconcludente e dagli altissimi costi economici», afferma Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 luglio.

Antonio Barcella
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Commenti

6 marzo 2014Nel leggere questo comunicato rabbrividisco.....se i nomadi, termine che non deve essere superato, perché se queste persone vogliono fare i nomadi stanziali in case messe a disposizione dal comune di Roma, al quale io pago le tasse, a me non sta bene, lo vadano a fare nel loro paese, cercandosi un lavoro (onesto) e pagando di conseguenza le tasse, ma nel loro paese (ndr=il lettore dimentica che tante di queste persone sono nate in Italia da più generazioni) .....qui non possono fare come vogliono, sono sempre ospiti, e credo per la maggior parte delle persone, anche indesiderati, la realtà e questa.....secondo me già si stanno spendendo troppe risorse economiche per i rom (ndr=nessuno chiede di aumentarle ma di ripartire meglio il denaro già investito per arrivare ad una soluzione del problema che va a vantaggio di tutti), risorse che potrebbero essere destinate a molte famiglie romane che hanno veramente bisogno, con il taglio del welfare che è stato fatto e che si sta prospettando, come ho detto, per molte famiglie sarà dura davvero, perché non ci sono associazioni che proteggono i cittadini meno abbienti....perché forse non ci guadagnano molto (ndr=noi non conosciamo associazioni che guadagnano su questo se le conosce il lettore faccia i nomi e noi li pubblicheremo)?? Chiedo scusa se ho urtato la sensibilità di qualcuno, ma con questo articolo si è urtata la mia....Franco.

6 marzo 2014Replico alle ndr…. Io so benissimo che molti sono nati in Italia, ma se questo per i rom vale solo per avere i diritti e non i doveri a me sinceramente non sta bene, non scordiamoci che parte delle risorse pubbliche sono elargite giornalmente a favore dei rom. Ci mancherebbe pure di aumentare queste risorse in un momento come questo dove il welfare sta sparendo…..comunque io non ho avvertito in questi anni nessun vantaggio…..anzi se ce ne sono stati fatemeli presenti perché sinceramente io non me ne sono accorto….. Sull’ultima nota do ragione ed ho esagerato, comunque di volontariato puro ne conosco pochissimo, e per volontariato puro intendo prestare aiuto e mettersi al servizio di altri senza pretendere nulla in cambio……Franco