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maggio 2014 – Per noi non rappresenta una novità
il contenuto dello studio realizzato dalla UIL Lazio in collaborazione
con l'Eures, nell'ambito dell'Osservatorio sui costi della politica
locale. Eravamo arrivati alle stesse conclusioni basandoci su calcoli
che corrispondono grosso modo al rapporto del sindacato. Costi
elevati e poco decentramento che ci fanno fortemente dubitare
dell’efficienza della macchina burocratica che dovrebbe occuparsi
delle esigenze del territorio. Strutture duplicate e costi
della politica che si divorano gran parte del gettito tributario
lasciando poche briciole e, troppo spesso, casse vuote per provvedere
ai bisogni di scuole, strade, ambiente, verde pubblico e sociale.
E' iI I il più caro e il più produttivo, il II il più
colto, il XIII il più giovane. Costi complessivi più
elevati del Campidoglio, giovani, con una presenza femminile di gran
lunga più preparata e colta dei colleghi uomini. Questa la
carta d'identità dei 15 municipi capitolini, analizzati dallo
studio.
Nello specifico, le retribuzioni dei 99 assessori e dei 360 consiglieri
municipali ammontano a 6,3 milioni di euro (2,9 mln per le giunte
e 3,4 per i Consigli), ovvero quasi 3 volte in più della spesa
annua di Roma capitale e due terzi di quella regionale, pari a 8,9
milioni. Le sole retribuzioni delle 15 giunte risultano addirittura
superiori alla somma dei compensi della Giunta capitolina (970 mila
euro) e a quella regionale (1,6 milioni di euro). Nel dettaglio, gli
stipendi mensili ammontano a 3.807euro lordi per i presidenti, 2.855
per i vicepresidenti e 2.474 per gli assessori. A questi vanno aggiunti
i 54 dirigenti municipali, le cui retribuzioni complessive annue ammontano
a 5,9 milioni di euro (110 mila euro per ciascun dirigente).
"Costi che, nonostante l'accorpamento, risultano ancora troppo
elevati - commenta il segretario generale della UIL di Roma e del
Lazio, Pierpaolo Bombardieri - soprattutto se si considera che i compiti
davvero delegati alle amministrazioni municipali sono troppo esigui
e limitati spesso a provvedimenti di decoro e manutenzione urbana
e ad eventi culturali locali. Sarebbe auspicabile un vero e proprio
decentramento operativo con ridistribuzione di compiti e doveri e
una maggiore autonomia decisionale, vista la loro maggiore vicinanza
al territorio. Ciò implicherebbe una distribuzione differente
delle risorse, attualmente basata solo sulla densità demografica,
un maggior controllo da parte del Campidoglio e, soprattutto, una
maggiore interazione tra l'amministrazione centrale e quelle locali".
Con 480 mila euro annui, e' il I municipio quello più caro,
ma anche il più produttivo in termini di atti approvati: ben
167, tra cui 37 delibere di giunta e 24 di consiglio. Al IV municipio,
con 362 mila euro annui, va la palma del più economico, mentre
il VI, con una sola delibera approvata, risulta il meno produttivo,
seguito subito dopo dai municipi XV e VII, con rispettivamente 52
e 54 atti approvati. Al VII, che con 310 mila abitanti risulta il
più popoloso della Capitale, sono state conferite nel 2014
le risorse maggiori (106 milioni di euro), mentre l'VIII municipio,
che con 135 mila abitanti e' il meno popoloso, e' quello che ha ricevuto
le minor risorse (43 milioni di euro). Sono relative a nomine e affari
interni e cultura la maggior parte delle delibere approvate da tutti
i municipi, seguite da atti relativi alla gestione del territorio,
ovvero occupazione di suolo pubblico, gestione delle piccole aree
verdi e manutenzione urbana.
"Amministrare quartieri grandi quanto un'intera città,
non può significare occuparsi soltanto o preminentemente di
insegne non a norma o ripristino della viabilità -continua
Bombardieri - ma ogni municipio dovrebbe poter legiferare autonomamente
in materia ad esempio di scuole e servizi sociali e beneficiare di
finanziamenti direttamente proporzionali alle esigenze del territorio
- spesso molto dissimili tra loro - esigenze che dovrebbero essere
comunque appositamente documentate e verificate dal Campidoglio, al
quale spetterebbe un'attività ispettiva capillare più
che legislativa o esecutiva. Solo così il decentramento acquisirebbe
davvero un senso. E soprattutto i cittadini ne beneficerebbero. D'altronde
– conclude Bombardieri - sono questi i motivi che avevano portato
alla nascita delle vecchie circoscrizioni, ma il decentramento tanto
auspicato non è mai stato realmente attuato. Decentramento
che con l'introduzione della città metropolitana si rende ancora
più necessario".
La scomposizione per genere evidenzia come circa 3 amministratori
su 10 siano di sesso femminile, con punte di circa il 50% nei municipi
I, VII (entrambi diretti da una donna) e XIII. E le donne sono anche
le più "colte" all'interno di giunte e consigli municipali.
Scomponendo i dati, infatti, emerge che il 66% e' in possesso di una
laurea, a fronte del 36% degli uomini. E sono sempre uomini 13 dei
15 rappresentanti municipali in possesso della sola licenza media.
Sono il II, seguito dal I e dal X i municipi con la più alta
percentuale di laureati, mentre XIII e XV risultano i municipi più
giovani della Capitale, con un'età media che si attesta intorno
ai 39 anni, contro la media anagrafica di 45 anni per i rappresentanti
del Campidoglio e di 43,6 anni per gli esponenti complessivi dei 15
municipi.
Antonio
Barcella
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