29
maggio 2014 – Il Centro di Accoglienza per rifugiati
politici non si farà più a Settecamini. Le legittime
proteste dei residenti sono state accolte dall’amministrazione comunale
che ha valutato le ragioni della protesta. Del resto Roma Est e tutta
la periferia romana hanno già dato tanto in termini di accoglienza
di rifugiati e rom, è ora che anche nel resto della città
si cominci a fare la propria parte. Roma non nega l’accoglienza a
nessuno purché si preparino strutture adeguate. Basta campi
lager come via Salviati e di Settecamini, basta centri di accoglienza
fatiscenti come quello di via delle Messi D’Oro! Questa volta è
stata trovata una soluzione ma fermiamo l’improvvisazione.
Per la cronaca, ieri si è svolto un incontro tra l’Assessore
Cutini, il Presidente Emiliano Sciascia e le Associazioni del quartiere
Settecamini, in merito al centro di accoglienza per rifugiati politici,
la cui apertura era stata prima decisa dal Ministero dell’Interno,
poi sospesa per le reazioni del territorio e grazie all’intervento
del Presidente del Municipio IV.
“Oggi l’Assessore Cutini - ha dichiarato il Presidente Emiliano
Sciascia - ha inviato una richiesta al Ministero dell’Interno per
chiedere il definitivo accantonamento del progetto di apertura del
centro di accoglienza a Settecamini. Questo è il risultato
non solo dell’incontro di ieri, ma di un costante interessamento su
questo tema. Da quando ho appreso la notizia, mi sono attivamente
mosso per affrontare la situazione, scrivendo al Campidoglio e chiamando
direttamente l’Assessore Cutini, con la quale ho avuto diversi incontri
e proprio grazie a questo tempestivo e concreto interessamento eravamo
arrivati ad una sospensione del trasferimento. Ringrazio l’Assessore
Cutini per il suo intervento e per la sua disponibilità a confrontarsi
con il territorio e con le famiglie che si sono impegnate a non lasciare
che l’attenzione venisse distolta da questo tema. La situazione di
emergenza umanitaria che stiamo vivendo non è certamente facile
da gestire e lo SPRAR è un ottimo strumento a nostra disposizione,
per cercare di garantire un’accoglienza dignitosa per chi ha già
sofferto e soffre a causa delle persecuzioni subite nel proprio paese
di origine. uesta situazione ha messo in evidenza la necessità
di redistribuire questo importante compito che attualmente è
svolto direttamente e dal solo Comune di Roma per tutto il territorio
cittadino, considerando anche la complessa situazione del quadrante
est di Roma”.