6
giugno 2014 – Nel
corso del convegno, che si è svolto ieri nella sala Falconi
a Colli Aniene per l’inaugurazione del nuovo Ufficio Soci AIC, è
stato dato ampio spazio a temi importanti come la comunicazione, il
territorio e l’associazionismo senza trascurare l’argomento “casa”
che è stato da sempre l’obiettivo primario dell’Associazione.
La presenza, fra gli altri, dei rappresentanti dei soci, dei presidenti/coordinatori
delle associazioni territoriali, di tutto il management AIC, del parroco
della chiesa Santa Bernadette Soubirous Don Paolo e del Presidente
del IV Municipio Emiliano Sciascia ha reso il dibattito molto interessante
per aver toccato ad ampio raggio le questioni legate al territorio.
Nel discorso di apertura del moderatore Maurizio Puggioni, visibilmente
emozionato, è stata sottolineata la volontà da parte
del Consorzio di rilanciare l’attività nei quartieri nel momento
in cui l’AIC si appresta a festeggiare i cinquanta anni dalla sua
fondazione. Ha poi ricordato che nei prossimi anni i proprietari di
abitazioni dovranno adeguarsi a varie normative europee rivolte al
miglioramento del livello di vita dei cittadini. L’AIC vuole raccogliere
questa sfida cercando di essere di supporto alle persone con progetti
per la comunità come la domotica per gli anziani. Per chi non
conosce il termine, per domotica si intende l’applicazione della tecnologia
all’assistenza di anziani e disabili con l’obiettivo di renderle più
autonome, sicure, migliorando la qualità di vita e prolungando
il più possibile la permanenza a domicilio.
Sono seguiti alcuni interventi dei presenti dai quali è prevalso
il tema dell’abbandono dei quartieri dopo la costruzione di buone
case. I municipi non hanno mantenuto le promesse e molti di questi
nuovi agglomerati sono piombati nel degrado e nell’abbandono. In particolare
gli abitanti di Casale Rosso hanno denunciato fenomeni importanti,
difficili da debellare perché integrati nel tessuto urbano
di alcuni quartieri, come la presenza di droga e prostituzione su
cui la pubblica amministrazione è poco incisiva. Anche quartieri
più vivibili, come Colli Aniene e Torraccia, hanno i loro problemi
come la cura del verde pubblico e la mancanza di strutture che favoriscono
la socializzazione (cinema, teatro, auditorium, etc.). Alla realizzazione
di progetti positivi da parte AIC ha fatto da contraltare l’inerzia,
la latitanza e l’immobilismo delle istituzioni in merito a quelle
opere indispensabili per la collettività. Oggi in una società
molto diversa da quella di 30/40 anni fa, è più facile
rimanere “soli” e si cercano nuovi punti di riferimento che non ci
sono.
Poche parole ma molto nette da parte di Don Paolo che si possono riassumere
in questo modo: pur ritenendo importanti i temi trattati occorre ricordare
che molte persone non possiedono neppure una “casa” e questa è
una priorità da affrontare.
L’intervento del Presidente del IV Municipio Emiliano Sciascia ha
evidenziato come le istituzioni debbano lavorare per recuperare il
rapporto con le persone sviluppando lo spirito di appartenenza. “Lo
sforzo che stiamo facendo in questo Municipio è quello di non
sottrarsi al confronto con la gente e le associazioni del territorio.
Il ruolo di Presidente del Municipio è un compito difficile
in particolare in questo momento in cui c’è una perenne mancanza
di fondi da investire. Il nostro compito è di affrontare e
risolvere i problemi reali in collaborazione con l’amministrazione
centrale.”
Ha poi ricordato che nel 1993 è successo qualcosa nel paese
che ha reso la politica più debole. I nostri padri si battevano
per un progressivo miglioramento della qualità della vita di
tutta la collettività e quello faceva da collante tra le persone.
Ora il collante si esercita solo sulla negatività.
Una analisi che condividiamo ma ci appare una visione parziale lasciandoci
un inquietante interrogativo: siamo certi che la negatività
non sia il risultato della “cattiva politica"
che si è impadronita del paese lasciando alla collettività
solo gli avanzi accompagnati da disoccupazione, cattivi servizi
e povertà? L’unica cosa che ha proliferato negli ultimi
anni in questa nazione è la corruzione. Questa
è negatività o è la realtà? …
ai posteri l’ardua sentenza.
Il
Consorzio AIC nasce nel 1964 portando con sé la straordinaria
esperienza dell’Associazione Italiana Casa che, costituita nel
1958 da un movimento spontaneo di cittadini, fu uno strumento
efficace per la soluzione del “problema della casa” a Roma.
Fin dalla sua costituzione il Consorzio AIC ha perseguito l’obiettivo
di costruire per i suoi soci abitazioni economiche dotate di
tipologie architettoniche di buona qualità ed inserite
in un contesto atto a favorire la partecipazione attiva degli
abitanti e la coesione sociale.
L’agire cooperativo si concretizza con l’orientamento ai bisogni
dei soci in particolare e della collettività più
in generale ponendo al centro della sua attenzione L’UOMO E
IL SUO TERRITORIO.
L’attuale impegno del Consorzio AIC è rivolto, fra l’altro,
ad un elevato standard delle tipologie abitative, ottenuto affrontando
le più recenti tematiche di compatibilità ambientale,
sia per quanto riguarda la scelta dei materiali e delle tecnologie
impiantistiche, sia per quanto concerne il risparmio energetico
e l’utilizzazione di energie rinnovabili. |
Antonio
Barcella
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