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giugno 2014 –
Il tiburtino è una terra che non trova mai pace grazie ad una
amministrazione pubblica che la tartassa continuamente con scelte
errate. Questa volta non è il solito campo rom a venire alla
ribalta dei social network con le continue emergenze sanitarie e di
sicurezza ma bensì il Centro di accoglienza per i rifugiati
politici di via delle Messi D’Oro ossia quello posto dietro la stazione
metro di Ponte Mammolo. Nulla di illecito, per carità! Ricordiamo
per correttezza di informazione che i Rifugiati Politici sono liberi
di transitare in ogni parte d’Italia protetti dalla legge sull’immigrazione
e sul dovere di ospitalità e di rispetto che un popolo deve
avere verso chi è perseguitato.
La cronaca di quanto sta accadendo, invece, ci riguarda da vicino:
da circa dieci giorni c'è un afflusso di immigrati soprattutto
etiopi che si sta concentrando a ridosso delle strutture regolari
del Centro di Accoglienza che è ormai completamente sovraffollato.
Si sono stabiliti prevalentemente nella porzione di territorio coperto
dalle piante già occupato in precedenza da persone di etnia
slava e più volte sgomberato. Ormai stazionano ad ogni ora
del giorno e della notte nel parcheggio della metro in gruppi di 30/40
persone e dormono stesi per terra e buttati qua e là lungo
la strada. La gente che percorre quel tratto resta sconcertata dallo
spettacolo che appare davanti agli occhi domandandosi cosa stia accadendo
in quest’angolo di periferia romana. Sono più che semplici
immigrati, sono rifugiati politici e, quindi, dovrebbero avere maggiori
tutele invece vengono abbandonati come sacchi della spazzatura. Quando
si arriva a livelli indegni di un paese civile è prassi comune
che si alzino le voci di chi afferma che una situazione del genere
non è più sostenibile. Qui non si tratta di razzismo
ma solo della tutela della sicurezza dell’immigrato stesso e della
nostra che viviamo in questo territorio. Chi per primo ha segnalato
questa emergenza ai vigili urbani e l’ha resa pubblica l’ha fatto
unicamente per senso civico nel volere trovare una soluzione al problema
e soprattutto di individuare chi debba affrontarla affinché
venga definitivamente rimossa. Purtroppo, questi nuovi avvenimenti
diventeranno sempre più frequenti perché le politiche
europee non prevedono la libera circolazione del rifugiato fuori dai
confini nazionali. Non possono abbandonare il paese di accoglienza
e non possono raggiungere i loro parenti negli altri Stati Europei.
Molti di loro non possiedono neanche i documenti personali. Se non
sarà cambiata la normativa europea i paesi più esposti
sono quelli con politiche di accoglienza affacciati sul Mediterraneo
e facilmente raggiungibili dalle coste dei paesi africani come Italia,
Grecia e Spagna. Dov’è l’Europa quando deve fare il
suo dovere?
Antonio
Barcella
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