27
agosto 2014 –
Via Angelica Balabanoff nasce da viale Bardanzellu e, con un percorso
non troppo lineare accanto alla scuola omonima, raggiunge e costeggia
i parchi Auspicio ed ACEA. È una bellissima zona verde del
nostro quartiere, molto curata e con l’unico handicap della vicinanza
del Depuratore Roma EST. Ma chi era Angelica Balabanoff e cosa ha
fatto per meritare la dedica di una via nella città di Roma,
più precisamente nel quartiere di Colli Aniene? Fu definita
la rivoluzionaria russa che amava Lenin e Benito
ma fu sempre coerente con i suoi principi.
La sua storia cominciò in un caldo giorno estivo del 1877 (4
agosto), quando nella cittadina di Cernigov, nei pressi di Kiev in
Ucraina, lanciò i primi vagiti nella casa di una famiglia ebraica
benestante. Dalla biografia si apprende che nei suoi primi anni di
vita fu vittima di una madre severissima che non le permetteva di
parlare in russo, perché riteneva che fosse la lingua della
servitù, viveva isolata dal mondo con la sola compagnia delle
precettrici che le insegnavano le lingue e la musica. Grazie alle
possibilità economiche del padre, un proprietario terriero
e un abile uomo d’affari, ebbe modo di fare frequenti viaggi attraverso
l'Europa. Iniziò gli studi in patria ma li proseguì
in Svizzera, Belgio e Germania, dove l'istruzione superiore e universitaria
non era preclusa alle donne. Conseguì a Bruxelles la laurea
in lettere e filosofia. Nella stessa città ebbe i primi contatti
con esponenti dell'ambiente socialista internazionale, tra cui il
professor Augsmans, sindaco della città, l'avvocato Umberto
Zanni, August Bebel e Clara Zetkin. Particolarmente vivace sul piano
politico e culturale, si dedicò fin da giovanissima ad ideali
umanitari e di uguaglianza, abbracciò il socialismo e aderì
al marxismo. Nel 1900 si trasferì a Roma dove divenne allieva
di Antonio Labriola, un filosofo italiano, con particolari interessi
nel campo del marxismo.
Si iscrisse al Partito socialista italiano e successivamente operò
in Svizzera a favore degli operai italiani. Nel 1904, a Lugano, fondò,
con Maria Giudice il giornale Su, compagne, rivolto alle donne proletarie
(che sarebbe poi confluito in La Difesadellelavoratrici diretto da
Anna Kuliscioff) ed acquisì larga fama come conferenziera.
Trasferitosi in Italia, il giornale ebbe sede a Venezia. Dal 1912
al 1917 fece parte della direzione del Partito socialista e nel 1913
collaborò con Benito Mussolini nella direzione dell'Avanti!
al quale sarebbe restata legata da un'amicizia durata un decennio.
Divenne italiana per adozione, pur conservando la cittadinanza russa,
e per molti anni fu l’anello di congiunzione tra il Partito socialista
italiano e il socialismo europeo, prima che questo venisse lacerato
dalla prima guerra mondiale. Allo scoppio del conflitto si schierò
a fianco di Clara Zetkin con le parole d'ordine di "guerra alla
guerra", una posizione di assoluto pacifismo
che sostenne anche nella Conferenza di Zimmerwald.
Angelica Balabanoff, infaticabile rivoluzionaria, contribuì
attivamente alla Rivoluzione
bolscevica del 1917 in Russia, sino a raggiungere ruoli dirigenziali
nel Partito Comunista Russo, a fianco di Lenin e Trotzky. L'idillio
bolscevico, ad ogni modo, durò sin che durò. Angelica,
socialista umanitaria, mal sopportava il nascente totalitarismo comunista,
che, anziché emanciparlo, affamava il popolo, riducendolo ad
una miseria non dissimile rispetto a quella patita durante l'Impero
zarista.
Nel 1919–1920 fu segretaria della Terza internazionale e lavorò
a stretto contatto, oltre che con lo stesso Lenin, con Leon Trotsky,Stalin,
Grigorij Zinov'ev, Emma Goldman e altri. A seguito della rivolta di
Kronstadt, nel 1921, ebbe profonde divergenze con Lenin, Trotsky e
tutta la dirigenza del Partito bolscevico e nel 1922 rientrò
in Italia. In questi anni viaggia spesso in Italia ma dopo il 1926,
con il definitivo trionfo del regime fascista, ogni remota speranza
di potervi far rientro svanisce e si trasferisce a Parigi, dove emigra
la maggior parte degli esponenti dei partiti italiani ormai in clandestinità.
Alla fine della guerra di Spagna, quando la tragedia europea è
ormai imminente, si rifugia negli Stati Uniti dove riprende la sua
intensa propaganda antifascista. Rientrata definitivamente in Italia
nel 1947, è con Saragat nella scelta della scissione di Palazzo
Barberini e da quel momento partecipa attivamente alla vita del partito
socialdemocratico, sempre attenta alla prospettiva di una riunificazione
dei partiti socialisti italiani. È scomparsa a Roma nel 1965
all'età di 87 anni.
"… sparito dalla memoria il ricordo di sconfitte, di amarezze,
di tragedie grandi e piccole che non sono mancate nella mia vita.
Rimane invece viva, feconda di sempre nuove energie, la incommensurabile
gioia di aver potuto rimanere fedele al socialismo, fedele a me stessa.
Una fortuna più grande di questa non me la sarei potuta sognare"
- Angelica Balabanoff
Antonio
Barcella
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