10
settembre 2014 –
Non sono bastate neanche le riunioni istituzionali in Municipio e
in Campidoglio per avere qualche intervento sugli edifici scolastici
di Colli Aniene. Eppure in quegli incontri erano tutti concordi nel
ritenere necessari gli interventi atti a sanare la situazione sicurezza
degli edifici scolastici del nostro quartiere e su questi erano stati
presi precisi impegni. Invece le scuole riaprono ancora una volta
con tutti i problemi che abbiamo riportato nel nostro dossier
ulteriormente aggravati dal tempo che passa. A conferma di ciò
che sosteniamo, ricordiamo che nel mese di giugno scorso, una delle
scuole del nostro quartiere, dove lo stato di manutenzione risulta
fortemente inadeguato, aveva più dell’80% dei servizi
igienici non funzionanti e se oggi ne funziona qualcuno di
più è solo grazie all’intervento dei genitori che si
sono fatti carico di “mettere una pezza” dove il Municipio e il Comune
dovrebbero farlo per dovere. Per capire meglio dove siamo arrivati
e il grado di improvvisazione che ha colpito l'amministrazione locale,
prendiamo come esempio la scuola elementare Balabanoff: l’unico intervento
messo in atto è stato la potatura degli alberi nel giardino
effettuato sotto la spinta di un articolo
“Scuola a pezzi. Allarme inascoltato” pubblicato dal
quotidiano “Il Tempo” che risaltava la rischiosità
dei “rami pericolosamente ricurvi”. Nella
stessa scuola, in
attesa della riapertura prevista per lunedì 15 settembre, si
possono “ammirare” i giardini ancora invasi da erbacce incolte e sterpi,
dove proliferano buche e radici sporgenti. Per non essere ripetitivi,
vogliamo solo accennare al problema ben noto e visibile a tutti delle
pareti esterne dell’edificio dove, risaltano agli occhi, ferri scoperti,
cemento deteriorato e vegetazione che sale sui tetti fino ad ostruire
i condotti di scarico provocando le inevitabili infiltrazioni di acqua
nelle aule.
Questa settimana ho avuto l’occasione di fare un sopralluogo in un
asilo nido di Colli Aniene e sono rimasto impressionato dalla pericolosità
di un ambiente che deve ospitare bambini veramente piccini. Iniziando
dall’interno ho potuto “ammirare” infissi di alluminio anodizzato
non certo adatti ad una scuola d’infanzia a causa di una consistente
scalinatura posta a venti centimetri da terra. Pensate a cosa potrebbe
accadere se un bambino dall’equilibrio precario e instabile (si tratta
di bambini fino a tre anni di età) urti con la testa questo
spigolo duro e tagliente. Per di più quegli infissi riportavano
tracce consistenti di sporcizia consolidata dal tempo. Solo questo
sarebbe sufficiente a far chiudere l’istituto per gravi mancanze alla
legge
626. Ma non finisce qui. L’area esterna della scuola
presenta pericoli ancora maggiori. Un albero fortemente inclinato
e in procinto di cadere è posizionato pericolosamente verso
una piccola area ludica attrezzata per i giochi dei bambini. Ricordiamo
che alcuni mesi fa, un albero dello stesso giardino è caduto
al suolo nei pressi di un’altra area attrezzata per i giochi, fortunatamente
deserta al momento dell’impatto. Radici sporgenti, larghe buche, terreno
bruzzoloso e mal curato, pieno di zanzare e insetti molesti danno
l’idea dell’inadeguatezza di un’area allestita per i bambini più
piccini. Per di più, l’AMA ha avuto la brillante idea di allestire
un’area per la raccolta rifiuti di un vicino condominio a ridosso
del muro di recinzione dell’asilo nido dimostrando ancora una volta
l’incapacità di progettare servizi adeguati ai cittadini. Dalla
parte opposta, vicino al cancello di entrata, c’è un’area verde
costantemente degradata con l’erba incolta che arriva a superare in
altezza il muretto di recinzione. Questo è solo un esempio,
neanche il peggiore, di come sono ridotti i plessi scolastici del
quartiere e di tutta Roma: “Scuole da terzo mondo e nessuno
interviene!”
Un
paio di mesi fa, il consigliere regionale Fabrizio Santori ha dichiarato
in merito alla situazione critica degli edifici scolastici romani:
“Purtroppo l’indifferenza dei politici alle questioni scolastiche
si evince dal fatto che sono inadempienti pure nelle «beghe»
quotidiane come piccole infiltrazioni, lampadine mancanti, fili scoperti,
bagni guasti, miasmi dalle fognature. Naturalmente le macchie di umidità
si allargano, i bagni si intasano sempre più ecc. e così
il problemino si trasforma in «oggetto di una necessaria manutenzione
straordinaria». Ma neanche questo scuote chi dovrebbe occuparsene.”
Eppure in tutto questo la cosa peggiore potrebbe essere l’apatia e
l’indifferenza di alcuni genitori, per fortuna non tutti, che si limitano
a “parcheggiare” i propri figli chiudendo gli occhi di fronte alle
macchie di umidità nelle aule, dello stato dell’intonaco dei
muri, delle scale pericolose, dei giardini non curati e pieni di buche,
della pericolosità di ferri arrugginiti e dei pavimenti deteriorati.
È paradossale che ormai sono più curate, dal punto di
vista sicurezza, le aree ludiche dei parchi che non i luoghi dove
i bambini trascorrono la maggior parte del tempo. Non
ci si può sottomettere all’indifferenza che rappresenta il
primo sintomo di una rassegnazione generale che sembra aver colpito
tutti e che viene giustificata in nome di una crisi “temporanea” che
non finisce mai. La verità è un’altra, non prendiamoci
in giro con il ritornello che questa nazione ha vissuto per molto
tempo al di sopra del consentito facendo lievitare il debito pubblico
nazionale. Se fosse così, ora avremmo scuole all’avanguardia,
servizi e città efficienti e al massimo della funzionalità
invece ci ritroviamo una nazione allo sfascio dove solo la “casta”
sopravvive ai suoi lussi e alle manifeste incapacità di governare
una nazione “ricca” di risorse. Per alterare questa verità,
veniamo sottoposti ad un continuo bombardamento mediatico che rappresenta
come “normalità” i crolli dei controsoffitti nelle aule, gli
alberi che cadono nei giardini delle scuole, i servizi igienici non
funzionanti, le infiltrazioni di acqua dal tetto, i maniglioni anti
panico non funzionanti e tutto ciò che non è a norma
di sicurezza.
Una criticità
generale che colpisce gran parte delle scuole del IV Municipio che,
a nostro parere, ha bisogno di un assessore a tempo pieno e non di
uno “part time” come quello che ricopre attualmente il ruolo. Del
resto, non comprendiamo come, in una nazione come la nostra dove la
disoccupazione giovanile è oltre il 40 %, ci sia ancora qualcuno
che si arroga il diritto di ricoprire due o tre (o più) incarichi
con altrettanti stipendi o indennità.
Per terminare, vogliamo ricordare che alcuni consiglieri di questo
Municipio, oltre un anno fa, annunciavano, attraverso un volantino,
una manutenzione straordinaria per la Scuola Elementare Balabanoff
attraverso uno stanziamento regionale. Inutile dirvi che nessun
finanziamento è arrivato alla Balabanoff!
L’Associazione Vivere a Colli Aniene, insieme a pochi altri, ha fatto
del suo meglio affinché si prendesse atto della importante
questione ed ha fatto pressione ad ogni livello istituzionale. Ora
l’iniziativa deve passare nelle mani dei genitori dei bambini
soprattutto per farci capire “come e se” vogliono muoversi. Da soli
abbiamo fatto il massimo, ora abbiamo bisogno di tutti per farci ascoltare.
Alcuni
dati contenuti nel XI Rapporto di Cittadinanzattiva sulla scuola
Il 39% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto
inadeguato (lo scorso anno era il 21%), come rivelano gli stessi
responsabili del servizio di protezione e prevenzione intervistati
da Cittadinanzattiva. Nell’84% dei casi hanno richiesto interventi
mantenutivi all’ente interessato, ma quest’ultimo, nel 21% delle
situazioni, è intervenuto con estremo ritardo. Gli interventi
di tipo strutturale, che richiedono più soldi e tempo,
sono stati richiesti nel 34% delle scuole, ma solo in un caso
su quattro l’ente proprietario è intervenuto tempestivamente
e nel 14% dei casi l’intervento non è mai arrivato. Il
44% delle scuole possiede il certificato di agibilità
statica, il 38% quello di agibilità igienico sanitaria
e il 37% quello di prevenzione incendi. Lo scorso anno, solo
un quarto delle scuole era in regola con tutte le certificazioni.
Il 67% degli edifici scolastici monitorati si trova in zone
ad alto rischio sismico, il 12% in zone a rischio idrogeologico.
Il cattivo stato di manutenzione fa sì che in un’aula
su quattro (25%) siano presenti segni di fatiscenza, come umidità,
muffe, infiltrazioni di acqua oltre che distacchi di intonaco
visibili in un’aula su 5 (20%). Barriere architettoniche (13%)
e pavimenti sconnessi (12%), ostacolano la vita agli studenti
con disabilità presenti in numero sempre crescente nelle
nostre scuole. E sedere sui banchi di scuola risulta dannoso
per la salute: temperature ed aerazione non sono adeguate nella
gran parte delle aule, visto che il 51% di esse è senza
tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte. E ancora
il 10% delle sedie e dei banchi è rotto e in oltre un
terzo dei casi (39%) gli arredi non sono a norma, adeguati ad
esempio all’altezza degli alunni.
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Antonio
Barcella
www.collianiene.org
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