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settembre 2014 –
Domenica scorsa, Rainews24 ha trasmesso l’inchiesta "Anello
di fumo", vincitrice ex equo del Premio Morrione 2014 che
svela il contagio della "terra dei fuochi" oltre i confini
della Regione Campania. L'inchiesta percorre tutta la filiera della
raccolta e smaltimento di rifiuti tossici nella zona est della Capitale
e scopre aspetti di diffusa illegalità. Un documento che denuncia
la complicità del sistema di riciclo dei metalli (ferro e rame)
nel quale il 35 % della raccolta proviene dal commercio ambulante.
Gli scarti di questa attività vanno ad alimentare i roghi e
gli incendi quotidiani che fanno di Roma la seconda città per
inquinamento ambientale. Un commercio che si sviluppa prevalentemente
intorno ai campi rom e crea come conseguenza quelle immense discariche
abusive, brutte a vedersi ed estremamente pericolose. Montagne di
rifiuti illeciti, ignorati dalla pubblica amministrazione, che finiscono
ad alimentare roghi di materie plastiche che producono diossina. Una
situazione inaccettabile che fa scempio dell’ambiente e penalizza
fortemente sia i cittadini e sia quei rom che esercitano lavori diversi
e vorrebbero l’integrazione. L’inchiesta prova a far luce su questo
fenomeno che prolifera grazie alle complicità di imprenditori
disonesti che affidano i loro rifiuti allo smaltimento illecito anziché
utilizzare le discariche autorizzate pagando il giusto prezzo alla
comunità. Per coloro non hanno visto l’inchiesta trasmessa
dall’emittente pubblica possono guardare il filmato al seguente link:
“Anello
di fumo - youtube”. A poche ore dalla proiezione di questo documento,
una "gelida manina" - rigorosamente anonima e con
evidente segno di smacco e sfida - ha dato fuoco all'area
della Martora e a Via Salviati, con fiamme che hanno pericolosamente
lambito, l'Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato.
Ai disagi dei residenti dei quartieri vicino ai grandi insediamenti
rom fa da contraltare la situazione dei campi rom, diventati nel tempo
veri ghetti dove il sovraffollamento, le precarie condizioni igienico
sanitarie e l’emarginazione regnano incontrastati grazie all’indifferenza
di chi dovrebbe governare il territorio. Un esempio lampante di questo
è il campo rom di via Salviati dove la situazione è
al limite dell’emergenza umanitaria. Il caso più emblematico
di questo problema sociale è il malfunzionamento dell’impianto
fognario all’interno del villaggio rom che, ormai da anni, non regge
alle presenze del campo. L'intaso della rete fognaria provoca la fuoriuscita
delle acque nere. Attorno ad alcuni tombini si sono formati dei fetidi
laghetti e i liquami escono perfino dai piatti doccia. La situazione
è stata segnalata all'Ufficio di igiene di viale Bardanzellu,
alla polizia locale del 4 municipio, all'assessore Maria Mutu, e al
direttore del 5 dipartimento ma niente si è mosso palesando
l'inerzia e forse l'incompetenza della nostra burocrazia. Il rischio
di malattie contagiose è ovviamente incombente e non si limiterebbe
a colpire gli abitanti del campo rom. Questa situazione di oggettivo
intenso disagio si rovescia all'interno del campo: la tensione fatta
di rabbia e disperazione cresce e si riversa in esacerbata conflittualità
interna secondo il vecchio clichè della guerra tra poveri.
I problemi,
di qualsiasi tipo, si risolvono affrontandoli e non ignorandoli come
è prassi dell'amministrazione pubblica di questa città.
Antonio
Barcella
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