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settembre 2014 –
I primi segnali di un crescente disagio sociale e di intolleranza
vengono avvertiti nella periferia est della città, frutto della
crisi economica inarrestabile e della sfiducia nelle istituzioni.
Purtroppo, come accade in tutte le crisi sociali, sono le fasce più
deboli a ribellarsi per prime e nel proprio castello accusatorio mettono
al primo posto gli immigrati, i rom, i lavoratori, i disoccupati e
le classi della popolazione più emarginate, in una guerra tra
poveri che avrà solo sconfitti. Tutto questo accade con l’indifferenza
di chi dovrebbe governare e tutelare il proprio territorio ed evita
di farlo per non attirare su di sé la rabbia del malcontento
popolare.
Le avvisaglie di questo inquietante fenomeno sono arrivate negli ultimi
giorni, quasi inaspettate da chi è convinto che la crisi non
esiste o la sottovaluta, dalla fascia periferica della città
e ad accendere la miccia è stato un episodio avvenuto a Corcolle,
dove ci sono stati assalti ai bus ATAC da parte di persone di colore
a cui ha fatto seguito una sorta di caccia all’immigrato. Da non sottovalutare,
poi, la protesta di Pietralata dove il Comitato Beltramelli-Meda si
è scagliato contro l’insediamento rom di Quintiliani e alla
scarsa sicurezza avvertita nel quartiere. Ma i segnali più
preoccupanti arrivano dal mondo dei social network, dove il razzismo
e l’intolleranza regnano sovrani e mettono a tacere tutte le voci
contrarie e, spesso, più sensate.
Un
fenomeno figlio della precarietà, della disoccupazione giovanile,
dei quartieri dormitorio senza centri culturali e di aggregazione,
della crisi della socialità, della scarsa sicurezza delle periferie
dove con il calar del sole ci si rinchiude nel proprio bunker. Un
disagio che ha molti padri a partire da quella politica che ha scavato
un abisso tra i propri privilegi e la ricchezza (ormai povertà)
della nazione, con gli errori continui di riforme che hanno creato
solo altra precarietà per il popolo e agiatezza per le solite
“famiglie” che governano la nazione, con amministratori dello Stato
che spendono miliardi di euro per esportare la democrazia in popoli
che non la vogliono, o per armamenti non necessari, senza accorgersi
che stanno sottraendo benessere agli italiani.
La convivenza in questa città è sempre più a
rischio grazie anche all’indifferenza di una Giunta che non governa
la periferia o la amministra male. La gente è esasperata e
c’è un allarme sociale che resta inascoltato. Corcolle è
solo l'ultimo quartiere a far esplodere la protesta: in estate al
Pigneto e a Torre Angela si sono verificati i due episodi più
importanti che hanno portato a blocchi della Casilina contro lo spaccio
e contro il progetto del centro d'accoglienza. Anche il IV Municipio
è in fermento per via dei roghi tossici dei campi rom, per
la situazione di emergenza del campo abusivo di via delle Messi D’Oro
senza dimenticare la protesta degli abitanti di Settecamini che, qualche
mese fa, ha portato alla cancellazione di un centro di accoglienza
immigrati nel territorio.
Disagi
che devono essere affrontati concretamente dalla amministrazione capitolina
e non lasciati abbandonati a se stessi come se appartenessero ad un'altra
città.
Antonio
Barcella
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