Prosegue lo sgombero nell’insediamento di Salviati
Associazione 21 luglio: «A Roma l’emergenza non sono i rom ma un Assessorato incapace di pensare risposte adeguate»

20 ottobre 2014 – (Comunicato stampa) L’Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione riguardo alle operazioni di sgombero nel “campo tollerato” Salviati II, a Tor Sapienza, iniziate il 16 ottobre scorso. «Operazioni che si ripetono negli anni senza risolvere i problemi – afferma l’Associazione 21 luglio -. Le ruspe abbattono le abitazioni dei rom e illudono gli abitanti di Tor Sapienza. Ma se qualcuno pensa che i rom sgomberati non si adoperino a costruire nuovi insediamenti in altri angoli della città, si sbaglia. L’insediamento va superato, e ciò può essere fatto in maniera definitiva solo attraverso l’attivazione di un piano sociale organico che preveda dialogo e percorsi di inclusione».
L’Associazione 21 luglio ha monitorato sul posto le fasi dell’intervento, ordinato dal Gabinetto del Sindaco, che prevede da una parte l’esecuzione di ordini di espulsione dal “campo”, notificati lo scorso giugno, nei confronti di alcuni nuclei familiari che risulterebbero in possesso di somme di denaro incompatibili, secondo le autorità comunali, con l’assegnazione di un container all’interno del “campo tollerato”; dall’altra la demolizione, in assenza di una notifica preventiva, dei manufatti auto-costruiti dagli stessi abitanti in seguito al naturale ampliamento dei nuclei familiari avvenuto dalla nascita dell’insediamento, nel 1994, ad oggi.
Su quest’ultimo punto, l’Associazione 21 luglio sottolinea come sia concreto il rischio che tale operazione, se effettuata con le modalità e le tempistiche illustrate ai rappresentanti dell’organizzazione presenti sul posto e in assenza dell’offerta di alternative abitative adeguate, possa avere l’esito di privare le persone coinvolte della propria abitazione configurandosi di conseguenza come uno sgombero forzato.
L’abbattimento delle abitazioni senza offrire alternative lascerebbe le persone, e in particolare i minori, in una condizione di estrema vulnerabilità, obbligandole a costruire altrove le proprie abitazioni e ponendole a rischio di ulteriori violazioni dei diritti umani. Per questo l’Associazione 21 luglio raccomanda alle autorità competenti di porre in essere tutte le opportune misure affinché venga scongiurato tale rischio.
L’Associazione 21 luglio ritiene che operazioni come quella in atto in via Salviati, improntate a un approccio sicuritario, siano un indicatore emblematico e un’inevitabile conseguenza dell’attuale assenza di politiche sociali efficaci rivolte alle comunità rom in condizione di emergenza abitativa a Roma. Nonostante i ripetuti riferimenti all’attuazione della Strategia nazionale di inclusione dei rom da parte delle autorità romane, lo stallo attuale dei soggetti incaricati nel predisporre politiche sociali efficaci entro un quadro strategico di breve, medio e lungo periodo, ha comportato nei fatti una totale inazione che si traduce in un quotidiano aggravamento del degrado fisico e relazionale all’interno dei “campi” accompagnato di pari passo dalla comprensibile esasperazione delle tensioni sociali nei quartieri limitrofi.
Tale dinamica genera l’esplosione di conflitti, cui segue l’abdicazione delle politiche sociali in favore di interventi dettati dall’urgenza e improntati esclusivamente alla sicurezza che, come gli ultimi decenni hanno ripetutamente dimostrato, non sono in grado di produrre risultati sostenibili ma esclusivamente soluzioni tampone con uno spostamento del problema.
Alla luce di questo schema che ormai da mesi si ripete nella Capitale e che produce come unico risultato quello di esacerbare le tensioni sociali, l’Associazione 21 luglio auspica una repentina assunzione di responsabilità da parte del sindaco Ignazio Marino che possa velocemente tradursi in un “cambio di marcia” necessario e urgente.
Il conto dell’inazione è sproporzionatamente salato, in termini non solo di occasioni mancate e di ripercussioni sui soggetti più vulnerabili, rom e non rom, ma anche in termini economici: «Vorremmo sentire l’Assessorato alle Politiche Sociali parlare il linguaggio dell’inclusione e invece, al silenzio, segue il fragore delle ruspe – afferma l’Associazione 21 luglio - . A Roma l’emergenza non sono i rom ma un Assessore incapace di pensare risposte sostenibili e di tradurle in azioni adeguate. E’ assurdo e inaccettabile che la Capitale sia ancora priva di un piano sociale che affronti in maniera organica la cosiddetta “questione rom”».

Comunicazione e Ufficio stampa
Associazione 21 luglio

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