13
novembre 2014 – Dopo la cronaca di tre giorni di forte
tensione e la successiva ferma condanna degli episodi di violenza
che hanno caratterizzato la protesta di Tor Sapienza è arrivato
il momento di fare una riflessione attenta sui motivi che hanno portato
alla rivolta di questi giorni. Le persone più attente ai problemi
del territorio non sono rimaste sorprese dalla rivolta, il tutto era
ampiamente prevedibile e nulla è stato fatto per evitarlo,
consegnando cittadini esasperati nelle mani della violenza da stadio
supportata da frange estremiste della politica. Quanto accaduto a
Tor Sapienza e prima ancora a Corcolle poteva trovare altri palcoscenici
di Roma Est dove i quartieri sono accomunati da un comune destino
fatto di degrado del territorio e di enormi disagi accusati dai cittadini.
Le responsabilità principali partono da chi amministra la città,
che ha una sua scala di priorità che non corrisponde con quella
di chi vive dalla nascita in questa metropoli, e continua a sottovalutare
il malessere crescente che attanaglia le persone. Non sono esenti
da colpe i mass media nazionali che amplificano i discorsi razzisti
di certi esponenti politici che fanno della provocazione il proprio
cavallo di battaglia e gettano benzina sul fuoco quando si acutizza
lo scontro sociale. In tutto questo pesa inoltre la mancanza di sicurezza
dei quartieri frutto della sensazione che alcuni reati non sono perseguiti
come prevede la legge e non si da seguito a denunce ed esposti. Potremmo
continuare a scrivere per pagine e pagine, perché ognuno di
noi ha le proprie responsabilità per quanto sta accadendo perfino
l’ultimo anello della catena ossia il cittadino comune ha le proprie
nell’accettare come normalità e indifferenza quanto gli viene
propinato ogni giorno per giustificare i mancati servizi.
Finalmente autorevoli esponenti hanno fatto sentire la propria voce
con analisi che condividiamo in larga parte e di cui ne riportiamo
alcuni stralci.
“…Quando è sorto il 'problema', lo abbiamo nascosto sotto
al tappetino come si fa con un calzino sporco o con la polvere. Non
lo abbiamo risolto, lo abbiamo portato più in là, lontano
dai riflettori, lontano dai palazzi. Più in là i campi
rom, possibilmente fuori dal Grande raccordo anulare a Roma. Più
in là i migranti. Più in là i disoccupati, le
prostitute, i reietti della società. A Tor Sapienza oggi, ma
anche a Calais un mese fa, c'è un misto d'insofferenza di chi
si sente abbandonato dalle istituzioni. Di chi vede negati i propri
diritti. Nelle periferie di quest'Europa c'è un malessere reale
su cui soffia qualche professionista politico che usa parole sbagliate
per fomentare il disagio e poi mettersi al riparo quando la rabbia
sale. Genitori costretti a comprare la carta igienica per i propri
figli a scuola è solo la punta di quella montagna di diritti
negati che passano per il diritto all'istruzione, alla salute, alla
casa, a un lavoro, a un vivere comune semplice, ma dignitoso. Vedersi
rispettati come persone è nei nostri diritti. Persone tutte.
Non migranti, rifugiati o italiani. Spostare continuamente il problema,
portarlo lontano, alla mercé di territori che già soffrono
per la mancanza di semplici servizi è sbagliato. È un
errore l'assenza di una politica d'integrazione vera. È sbagliato
costruire ghetti spendendo anche migliaia se non milioni di euro con
un danno oltre che etico, anche patrimoniale. È sbagliato tenere
al buio le periferie. È un errore non creare dei luoghi di
aggregazione. È stato sbagliato aver chiuso caserme, cinema,
punti di ritrovo. Ecco perché abbiamo sbagliato tutto. Dalle
parole ai fatti. E sbagliano anche quelli che cercano dei capri espiatori.
Le persone che cercano una seconda possibilità in Italia non
stanno minacciando il nostro benessere. La scarsa accoglienza che
si riserva loro non è carità, ma è un dovere
di un paese di fronte a dei diritti. Che dobbiamo garantire sempre
quando si parla di persone.” Francesco Rocca - Presidente Croce
Rossa Italiana
“In futuro ci ricorderemo di questi tempi. Giorni in cui grazie
all'indifferenza e inadeguatezza dell'assessore Cutini scoppiò
la rivolta. A Tor Sapienza oggi va in scena la guerriglia figlia della
mala politica e della completa mancata gestione di un fenomeno sociale,
quello dell'accoglienza che se non sappiamo declinare "Noi"
allora non potrà farlo nessuno. Sono mesi che come municipio
chiediamo alla Cutini l'apertura di un apposito tavolo finalizzato
all'individuazione di un vero progetto dell'accoglienza a Roma necessario
anche proprio per evitare lo scoppio di un conflitto sociale.”
– Nicolò Corrado consigliere del IV Municipio
“Quanto sta avvenendo a Tor Sapienza era ampiamente prevedibile.
Nelle ultime due notti i cittadini di via Giorgio Morandi si sono
organizzati e hanno sfogato la loro rabbia contro un centro d'accoglienza
per migranti. Ne sono seguiti scontri con la polizia e aggressioni
contro i ragazzi del centro. Una violenza che tanti hanno paragonato
a quella delle banlieue parigine, ma che in realtà non ha nulla
a che vedere con quel fenomeno. Se è vero infatti che il malessere
e il disagio sociale delle periferie nelle due città è
molto simile, la reazione ad esso è diametralmente opposta.
Se a Parigi, ma anche a Londra e in altre periferie del globo, la
reazione si scatena contro l'istituzione identificata come causa del
disagio, generato dall'assenza di servizi e diritti (dalla casa al
reddito, dalla cultura e alla salute), a Tor Sapienza, pur di fronte
alle medesime problematiche, la reazione si abbatte su coloro che
la società ci ha insegnato a leggere come diversi da temere,
come un problema da superare: i migranti. E così il problema,
fomentato dai Salvini di turno, rimane in periferia, lontano dagli
occhi, in quelli che ormai sono a tutti gli effetti dei ghetti sociali.
Come Popica Onlus, da anni agiamo nell'area di Tor Sapienza, intervenendo
presso le comunità rom e migranti del territorio. Conosciamo
il tessuto sociale che popola il quartiere e conosciamo le difficoltà
che, come la gran parte della periferia romana, è costretta
a vivere la cittadinanza. Ci sentiamo di condannare la violenza messa
in atto in questi giorni ma non la popolazione, vittima di un sistema
che prima la priva di ogni servizio e diritto, poi le insegna a riconoscere
un finto nemico affinché non si accorga di dove si annidi davvero
il problema. Condanniamo, senza se e senza ma, chi in queste ore soffia
sul fuoco dall'alto della propria poltrona; chi, ultimo residuo di
sconfitte ideologie fascistoide, diffonde odio contro il “diverso”;
chi, infine, cavalca il malcontento della gente per fini individuali.
Auspichiamo che Tor Sapienza mostri il suo vero volto: un quartiere
degno, meticcio e solidale. Noi, nel nostro piccolo, continueremo
a sviluppare percorsi che facciano da ponte, e non da muro, tra tutti
i soggetti che abitano la periferia." POPICA ONLUS
Comunicato
stampa
13
novembre 2014 –
Il
Comitato di Quartiere Tor Sapienza esprime piena vicinanza
e condivisione ai Residenti di Via Giorgio Morandi, che negli
ultimi due giorni sono scesi in strada accompagnati da anziani,
donne e bambini, per manifestare il degrado, l'abbandono e
l'oblio in cui versa il loro quadrante, al contempo respinge
ogni forma di violenza e attacco alle Istituzioni che possa
condurre a forme di protesta illecite a danno della incolumità
altrui. Il Comitato di Quartiere respinge sin d'ora ogni eventuale
accusa di strumentalizzazione politica degli scontri, mossa
da alcuni organi d'informazione -di parte- e specifica come
da oltre un anno, in tutte le forme possibili abbia comunicato
a tutte le Istituzioni il grave clima di disagio, di degrado,
di abbandono, in cui versa tutt'ora l'intero quartiere di
Tor Sapienza. Tali denunce pubbliche e circostanziate, sono
state corredate e supportate da una Manifestazione di piazza
organizzata e gestita dallo stesso Comitato in data 11 ottobre
2014 presso piazza Cesare de Cupis. Manifestazione svolta
nella assoluta legalità con ampia partecipazione popolare
con mamme e bambini al seguito. Tor Sapienza non è
razzista, ma un eccessiva concentrazione di Centri per assistenza
Migranti e/o richiedenti Asilo ( ben 3) accompagnati da due
Campi Rom (Salviati 1 e 2) di cui uno "tollerato"
e un altro completamente abusivo, una serie indefinita di
micro accampamenti a macchia di leopardo, tutti attorno ad
unico agglomerato urbano per anni, con corredo di furti, aggressioni,
degrado, pessima gestione del servizio di raccolta rifiuti,
roghi tossici quotidiani con produzione di diossina, odore
acre e gola strozzata per ricavare rame e ferro da rivendere,
traffico di rifiuti tossici, assenza di infrastrutture, di
marciapiedi di aree verdi a beneficio dei Residenti possono
portare e condurre a forme degenerative di protesta ahimè
non controllabili. Tor Sapienza non è la pattumiera
di Roma Capitale, su cui scaricare e parcheggiare ogni forma
di degrado e disservizio presente in città, bensì
una delle più accoglienti e dignitose periferie romane
al cui stato originario speriamo di tornare quanto prima.
Le istituzioni di Roma Capitale prendano coscienza della gestione
totalmente deficitaria di tutte le periferie romane nel'ultimo
decennio e si assumano le proprie responsabilità politiche
ed istituzionali trasformando le promesse di questi ultimi
giorni in gesti concreti, effettivi e duraturi a beneficio
di tutto il Quartiere.
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Antonio
Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org
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