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gennaio 2015 – Da alcune settimane nelle mense delle
scuole romane è in corso di sperimentazione un nuovo progetto
di educazione alimentare che ha scatenato polemiche sulla qualità
del cibo servito: i Menu Europei. Da dicembre a giugno verranno serviti
15 menu ispirati ad altrettanti paesi dell’Unione Europea: Francia,
Polonia, Germania, Ungheria, Austria, Portogallo, Danimarca, Regno
Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Irlanda, Belgio, Romania, Malta, Paesi
Bassi. Ogni menu è composto, oltre che dal piatto tipico, anche
da contorno e frutta. Secondo le intenzioni dei nutrizionisti, le
bambine e i bambini che frequentano le mense avranno modo di conoscere
la cultura gastronomica di tanti popoli diversi e acquisire una maggiore
consapevolezza dell’appartenenza dell’Italia all’Europa. Di parere
diverso sono invece molti genitori degli scolari che vedono in questo
progetto soprattutto la scarsa qualità dei cibi e un modo per
risparmiare sui costi a danno dei bambini. Questa convinzione nasce
dalla tipologia dei menu serviti dove sono presenti cibi da “tavola
calda”, da “fast food” o altamente calorici, un vero trionfo di carne,
patate, fritti e wurstel: fish and chips
(Regno Unito), würstel al forno con patate
(Germania), gulash (Ungheria), tochitura
(Romania), chicken and chips (Irlanda),
wiener schnitzel (Austria), salsicce
e carote per l'Irlanda, bigos
(Polonia), pancetta e uova strapazzate (Danimarca).
Piatti
unici e inadeguati, ricchi di carboidrati e proteine animali, poco
indicati per l’alimentazione dei ragazzi che, spesso, non incontrano
il loro gusto lasciandoli affamati e insoddisfatti. Chiaro che il
discorso economico va a incidere sulla qualità del cibo servito,
dove di certo non troviamo nei piatti il salmone norvegese o altre
pietanze più idonee alla tradizione culinaria europea come
zuppe e verdure variamente cucinate.
Esiste poi un altro risvolto, estremamente sottovalutato dai nutrizionisti
e per il quale alcuni genitori hanno inviato all’amministrazione capitolina
le proprie rimostranze, i menu speciali per i bambini allergici o
intolleranti ai derivati del latte. Da quando vengono serviti questi
menu europei nelle scuole anche i pasti destinati agli scolari con
patologie dell’organismo hanno subito un taglio relativo al primo
piatto dimostrando, se ce n’era ancora bisogno, che tutto il progetto
è solo un modo per risparmiare economicamente sulle mense scolastiche.
Antonio
Barcella
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