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febbraio 2015 – Provocazione o proposta praticabile
quella che parte dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune
di Roma, Francesca Danese? In una intervista ad un settimanale ha
esposto l’idea di impiegare i rom nella raccolta differenziata dei
rifiuti e dei materiali in disuso abbandonati in città al fine
di dare una opportunità di integrazione e una possibilità
di lavoro. “C’è un problema di riconciliazione con la città
– ha spiegato l’assessore di Roma Capitale – perché
li accusano di essere quelli che vanno rubare. Di fronte a questa
situazione dobbiamo fare un lavoro diverso, ridisegnare le politiche
dell’accoglienza, parlare con le persone, vedere quali sono i loro
bisogni. Ciò detto, sto facendo un lavoro che riguarda le loro
competenze e abilità: loro sono molto bravi nel recuperare
nei quartieri i rifiuti e i materiali in disuso sarebbe importante,
e questa cosa era già passata in commissione politiche sociali,
riuscire a dare la possibilità di fare un lavoro per la comunità
e per la città di Roma, prendendo questi rifiuti e selezionandoli.
In questo modo, diamo una possibilità di inserimento lavorativo
diverso. In alcune zone si parla di roghi tossici, e allora troviamo
un modo per far sì che i rifiuti che loro riescono a raccogliere
e differenziare possano far nascere soluzioni che diano la possibilità
di trovare anche un lavoro”.
La
prima considerazione che possiamo fare è certamente positiva:
finalmente un esponente dell’attuale amministrazione di Roma Capitale
fa un primo passo per affrontare la questione rom dopo i lunghi silenzi
e le mancate risposte di chi l’ha preceduta nel ruolo. Ma subito dopo
prevalgono le perplessità sulla vaga idea esposta dalla Danese:
ma i roghi tossici e le discariche che nascono intorno agli insediamenti
rom non sono causati proprio dal riciclo abusivo dei rifiuti e alla
pseudo raccolta che esercitano i nomadi per ricavarne metalli o oggetti
destinati ai mercatini?
Difficile dare un giudizio definitivo su questa proposta prima di
conoscerne i dettagli. Occorre capire se il progetto sarà accompagnato
o meno da altre iniziative atte ad eliminare quei comportamenti che
arrecano danno al resto della comunità ossia il mancato ritiro
dei materiali di scarto da parte dell’AMA, la regolamentazione dell’accesso
ai rifiuti, la certezza che i reati contro l’ambiente saranno perseguiti
secondo la legge.
L’opposizione in Campidoglio si è subito scagliata contro la
trovata dell’Assessore Danese e perfino all’interno della Giunta di
Roma Capitale esistono forti perplessità sull’iniziativa. L'assessore
all'Ambiente Estella Marino ha dichiarato: "Il rovistaggio
è una pratica non legale che va sanzionata. Credo che l'assessore
Danese, visto che il suo tema riguarda le Politiche sociali e non
i rifiuti, volesse semplicemente sottolineare l'importanza di un inserimento
sociale di persone che vivono ai margini della società. Il
tema è delicato e, tra l'altro, i rifiuti sono del Comune di
Roma quindi la questione del recupero, riuso e riciclo va inserita
in un quadro normativo. Stiamo lavorando sul tema dei centri del riuso
con le associazioni, come ad esempio Zero Waste Lazio, e abbiamo già
fatto delle sperimentazioni. Ma in quel caso cerchiamo di intercettare
i beni che vengono donati dai cittadini prima che diventino rifiuto."
Antonio
Barcella
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