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febbraio 2015 – Legambiente ha lanciato una Petizione
on line, già firmata da oltre 65.000 cittadini,
per chiedere al Senato di accelerare l’iter di approvazione del disegno
di legge sull’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale.
“Oggi i delitti contro l’ambiente restano, di fatto, impuniti.
Oggi, chi inquina non paga. Paghiamo solo noi, il popolo inquinato.
Da 20 anni noi cittadini aspettiamo norme per colpire con pene adeguate
chi specula e guadagna impunemente danneggiando l’ambiente, facendo
concorrenza sleale alle imprese che rispettano la legge e mettendo
a rischio la nostra salute. L'inserimento dei delitti contro l’ambiente
nel Codice penale è stato approvato dalla Camera, manca solo
il voto del Senato per coronare una vera e propria "riforma di
civiltà” con cui difendere l'ambiente in cui viviamo da ecomafiosi
ed eco-criminali. Vogliamo che finalmente #chiinquinapaghi
davvero e che le vittime abbiano giustizia. Nel nostro paese non si
devono più consumare altri crimini ambientali, com'è
successo a Casale Monferrato, nella Terra dei fuochi, nella Valle
del Sacco, a Taranto, a Porto Marghera, a Pitelli, a Quirra, a Priolo,
a Bussi e in tantissime altre realtà.”
Il
testo della Petizione:
In nome del popolo inquinato: subito i delitti ambientali
nel Codice penale. L’Italia ha bisogno di una vera e propria
riforma di civiltà, che sanerebbe una gravissima anomalia:
oggi chi ruba una mela al supermercato può essere arrestato
in flagranza perché commette un delitto, quello di furto, mentre
chi inquina l’ambiente no, visto che nella peggiore delle ipotesi
si rende responsabile di reati di natura contravvenzionale, risolvibili
pagando un’ammenda quando non vanno – come capita molto spesso – in
prescrizione. Non esistono nel nostro Codice penale, infatti, né
il delitto di inquinamento né tantomeno quello di disastro
ambientale. Uno squilibrio di sanzione anacronistico, insostenibile
e a danno dell’intero Paese, che garantisce spesso l’impunità
totale agli ecocriminali e agli ecomafiosi.
Oggi, finalmente, siamo vicini a una svolta. Nel febbraio 2014, infatti,
la Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza un disegno
di legge che inserisce 4 delitti ambientali nel nostro Codice penale:
inquinamento ambientale, disastro ambientale, trasporto e abbandono
di materiale radioattivo, impedimento al controllo. Il testo, però,
è inspiegabilmente fermo da mesi al Senato, per alcuni limiti
tecnici che sarebbero facilmente superabili con poche modifiche. Approvarlo
prima possibile rappresenterebbe, invece, una pietra miliare nella
lotta alla criminalità ambientale, garantendo una tutela penale
dell’ambiente degna di questo nome e, soprattutto, assicurando strumenti
investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura.
Serve un ultimo sforzo, perché non c’è più tempo
da perdere. In nome di quel popolo inquinato che attende da troppo
tempo giustizia, è giunto il momento che ciascuno si assuma
le proprie responsabilità davanti al Paese.
Antonio
Barcella
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