21
febbraio 2015 – I Comitati Cittadini di Case Rosse,
attraverso un comunicato
stampa, si sono scagliati contro i risultati dei controlli
dell’Istituto Superiore di Sanità che “dimostrano in modo
scientificamente inoppugnabile” che la cattiva qualità
dell’aria di Settecamini e Case Rosse sono dovuti, non alla cosiddetta
fabbrica dei veleni, ma al traffico automobilistico della zona. I
cittadini di Case Rosse e Settecamini respingono le conclusioni di
questa campagna di monitoraggio e tornano a chiedere la chiusura dell’inceneritore
BASF. In una dettagliata relazione i Comitati e l’Associazione Raggio
Verde attestano che la campagna di monitoraggio commissionata dalla
Provincia di Roma è stata del tutto inutile: uno studio sbagliato
nella sua progettualità, gravemente carente nelle modalità
operative, contraddittorio nelle conclusioni e, quindi, inefficace
e destituito di ogni validità. Ad esempio, l’attenta analisi
dei dati sulle Diossine e sul Palladio, più elevate nelle postazioni
più vicine allo stabilimento, confermano in modo inconfutabile
il contributo della BASF all’inquinamento, smentendo le conclusioni
della relazione dell’ISS.
“Con il supporto legale – comunicano i Comitati dei Cittadini
- stiamo lavorando, insieme all’Associazione Raggio Verde, per preparare
una Denuncia/querela alla Magistratura e un esposto alla Corte dei
Conti, oltre che scrivere alla Provincia e al Sindaco per metterli
di fronte alle loro responsabilità. Infatti questo è
l’ennesimo schiaffo che i cittadini di Case Rosse e Settecamini ricevono
dalle Istituzioni, dalla Provincia, dal Comune di Roma e dagli organi
di controllo. E tutto questo mentre appare
naufragato il tavolo della delocalizzazione, disattese
le prescrizioni dell’ AIA, un laghetto di pesca sportiva antistante
la BASF chiuso per inquinamento da maggio 2014, dirigenti della BASF
e della Provincia indagati a vario titolo e un’inchiesta giudiziaria
ancora in corso. In conseguenza di ciò, i Comitati chiedono:
1) la sospensione dell’AIA concessa il 30 dicembre 2011 perché
ancora oggi priva di dati certi sull’inquinamento della Basf.
2) la restituzione dei 100.000€ percepiti dall’ISS per non aver rispettato
tutti i termini della convenzione.
3) l’attribuzione di responsabilità ai funzionari della Provincia
di Roma, per competenza, da fare accertare alla Corte dei Conti ed
alla Magistratura per eventuali inadempienze in merito alla vigilanza
per il rispetto dei termini della convenzione e dell’AIA.
4) l’obbligo del Sindaco di Roma di salvaguardare la salute dei cittadini
installando subito una centralina di controllo polifunzionale permanente
nell’area attigua allo stabilimento Basf (area artigianale), in attesa
che venga attuata la delocalizzazione dell’inceneritore e del reparto
di lavorazione delle ceneri della Basf.”
Antonio
Barcella
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