Tiburtino III defraudato della sede del Comitato di Quartiere

3 aprile 2015 - Possiamo essere d’accordo con il Sindaco Marino in merito al recupero dei locali di proprietà di Roma Capitale, sui quali gli inquilini non pagano gli affitti da anni oppure versano una cifra irrisoria, ma se la delibera va a colpire il sociale c’è qualcosa che non quadra nel provvedimento. Tagliare tutto con l’accetta non è giustizia ma solo un atto deprecabile che può cambiare i rapporti di collaborazione tra territorio e istituzioni. Questo, forse, è il caso di Tiburtino III dove l’ATER ha ripreso possesso del “sottoscala” dato per anni in affitto al locale Comitato di Quartiere. Un “buco” umido e senza riscaldamento che viene considerato dal Comune di Roma come un locale commerciale. Invano il CdQ ha proposto di rinnovare il contratto alle cifre pagate in passato ma l’ATER ha preteso “un adeguamento” intorno ai 500 € mensili, che un ente sociale senza scopo di lucro non può di certo permettersi, non avendo entrate sufficienti a coprire certe somme.
Queste difficoltà non fermeranno di certo la gente del Tiburtino nelle proprie rivendicazioni ma fa male vedere la mancanza di rispetto dimostrata verso una cosa di pubblica utilità. Ora, più di prima, i cittadini pretenderanno quelle risposte che sono attese da anni: sul parco del quartiere da realizzare davanti al centro anziani, sul mercato coperto e sui negozi da far ripartire, sul progetto Pass da mandare in gara visto che è tutto pronto (progetto che prevede la riqualificazione globale dei palazzi e delle strade di Tiburtino III). Tutte le forze politiche saranno chiamate a rispondere ai problemi di questo quartiere che, non dimentichiamolo, sono molto preoccupanti; il commercio è in agonia e le saracinesche dei negozi che si alzano la mattina sono di meno per ogni giorno che passa.

Antonio Barcella
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