17
aprile 2015 - Basta osservare le immagini televisive di questi
giorni per rendersi conto dello sfacelo a cui stiamo andando incontro:
autostrade che crollano per smottamenti di terreno, scuole che feriscono
i bambini a causa della scarsa sicurezza. È troppo facile ricordare
come la gestione delle emergenze è l’autostrada della corruzione
e del malaffare dove il denaro pubblico sparisce per andare ad arricchire
i disonesti. Ma il disastro non si limita solo alle grandi infrastrutture
a livello nazionale, se ci si guarda intorno in maniera non superficiale
salta subito agli occhi che nulla va come deve andare. Se è
vero che la civiltà di un paese si misura dalle piccole cose,
siamo messi peggio di quel che è lecito aspettarsi. Non vogliamo
sprecare ancora parole, documentiamo con le immagini quanto accade
nel nostro territorio, dove la situazione rispecchia l’andamento generale
della periferia romana. Colli Aniene, è bene sottolinearlo,
resta uno dei posti più vivibili della capitale pur se lo sviluppo
si è fermato a trent’anni fa mantenendo quelle deficienze originali
che ne hanno fatto un quartiere dormitorio.
L’immagine più emblematica che abbiamo rilevato è la
caduta della targa con l’indicazione stradale di via Edoardo D’Onofrio,
posta proprio sotto la sede del Partito Democratico di Colli Aniene,
ossia il partito di maggioranza del Municipio e della città.
Per il resto immagini di voragini, marciapiedi pericolosi, strade
in disgregazione, erba nelle aiuole spartitraffico che in alcuni punti
arriva a superare l’altezza di una persona, panchine disastrate, passaggi
pedonali da attentati alle caviglie, alberi caduti o pericolanti,
scarsa sicurezza delle scuole, verde incolto, alberi tagliati rimasti
come lapidi a perenne memoria, fumi tossici a gogò, segnaletica
stradale degradata o scomparsa da anni. Ci sono poi cose che non si
possono documentare con uno scatto fotografico come la sicurezza personale
e il disagio sociale che sono ormai ai minimi storici.
I progetti a costo zero non bastano più a giustificare la buona
politica territoriale ossia quella fatta con perenni casse vuote e
tanta buona volontà. È ora di tornare ad investire sul
territorio e, finalmente, togliere dall’imbarazzo chi ha dato fiducia
ai programmi elettorali di questa amministrazione ed ora si sente
giustamente tradito. Ad onor del vero occorre dire che le responsabilità
del Municipio sono piuttosto limitate: se non si ricevono fondi dal
Campidoglio o se i poteri sul territorio sono troppo esigui si può
fare ben poco. Qui sarebbe opportuno aprire un lungo discorso sul
decentramento dell’amministrazione capitolina e il “lusso” di avere
municipi con poteri non decisionali ma ci riserviamo di farlo in futuro
con un apposito articolo.
Una nazione che cade a pezzi - dicevamo - una città che crolla
e un territorio nel degrado, tutto questo mentre un notevole flusso
di denaro finisce nelle “voragini di Stato”. Al contrario di quello
che ci raccontano, questa era una nazione ricca prima che la cattiva
politica ne succhiasse il sangue. Qualche decennio fa la Sanità
Pubblica era completamente gratuita, non si pagavano ticket e non
vi erano tempi di prenotazione delle prestazioni con attese interminabili,
la pensione era garantita a tutti quelli che ne avevano diritto e
avevamo la migliore rete stradale d’Europa. Che cosa è
successo a questa povera Italia?
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(anno 2013 Nido la Mongolfiera Magica) |
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Antonio
Barcella
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