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maggio 2015 - Quando sul nostro territorio non ci quadra
qualcosa cerchiamo di approfondire il discorso e battere il ferro
finché è caldo. Il “ferro” di Villa Farinacci è
“rovente”! Spesi quasi tre milioni di euro per avere
una struttura pressoché abbandonata. Per certa politica, l’obiettivo
primario è spendere il denaro dei contribuenti, non certo migliorare
la vivibilità del territorio. A parte le mie considerazioni
del tutto personali, il diritto di informazione pretende un approfondimento
a grande raggio per questo abbiamo posto qualche domanda alla Consigliera
del IV Municipio Annarita Leobruni (Lista Civica Marino) che ha seguito
le vicende di Villa Farinacci.
Quali
sono i veri motivi che impediscono l’apertura di Villa Farinacci e
ai cittadini di godere della struttura pubblica?
“Purtroppo Villa Farinacci è ostaggio di una burocrazia molto
farraginosa tra due istituzioni: il Comune di Roma e il Ministero
dell'Ambiente. Quest'ultimo, purtroppo in questo momento, non sembra
interessato all'apertura della struttura della quale è destinatario
per la maggior parte dei metri quadri, sia interni che del giardino
(4500mq). Il Municipio è pronto ad aprire una sala lettura
con i suoi 100 mq interni, ma non può permettersi la manutenzione
dei piani e del giardino che resterebbero in mano all'incuria del
tempo se anche il Ministero dell'Ambiente non aprisse. Una soluzione
sarebbe quella che il Comune acquisisse tutta Villa Farinacci e ne
facesse un centro culturale o una biblioteca comunale fruibile a tutti.
Per questo ho scritto, insieme alla Lista Civica Comunale, un ordine
del giorno votato in bilancio capitolino, dove si chiede al sindaco
e agli assessori competenti di interessarsi all'acquisizione”.
Perché
non sono stati rispettati gli impegni presi dal Municipio con i residenti
del territorio, fatti perfino davanti alle telecamere della TV di
Stato? “Se si riferisce alla trasmissione Buongiorno Regione,
del TgR, andata in onda su rai3 lo scorso anno, le promesse non sono
state fatte dal Municipio ma dal Comune attraverso il vice Sindaco
Nieri e c'è una bella differenza di gestione sia amministrativa
che economica tra le due, a causa di quel famoso decentramento che
non è mai stato applicato veramente. Lavorando come consigliera
in Municipio IV mi sono accorta subito che i tempi sarebbero stati
molto più lunghi rispetto ai mesi promessi per l'apertura.
Purtroppo, ripeto, quando una istituzione pubblica cosi grande non
sembra interessata (per varie ragioni, anche economiche), e la maggior
parte dell'immobile è destinata ad un unico soggetto/proprietario,
è difficile poter dialogare in maniera veloce”.
Quali
azioni dovrebbero mettere in campo i cittadini per focalizzare l’attenzione
su questo problema e arrivare ad una soluzione?
“I cittadini hanno fatto tantissimo: manifestazioni, raccolta firme,
hanno chiamato i telegiornali e non si devono fermare. Devono telefonare,
scrivere, aggiornarsi su cosa sta accadendo, non si devono fermare
alle risposte sbrigative che vendono soluzioni facili. In genere,
ho imparato, che più ci sono risposte sbrigative più
c'è qualcosa sotto. Inoltre, devono sostenere il lavoro dei
consiglieri municipali che come me stanno portando avanti questa battaglia
politica perché ogni consigliere municipale ha bisogno dell’attenzione,
del "buon cittadino" al proprio fianco”.
Cosa
pensa degli atti di vandalismo recenti sui muri di Villa Farinacci?
“Che come tali vanno condannati. Nessun atto vandalico si può
giustificare, nessuna violenza può essere compresa, soprattutto
su delle mura esterne di una villa storica costata tre milioni di
euro ai contribuenti. Se si vuole protestare lo si fa con criterio
e legalità, altrimenti si sta facendo una battaglia per una
cosa che il contestatore stesso ha contribuito a rovinare con l'atto
vandalico. Questa violenza è anche frutto di promesse vane,
che sono state fatte ai cittadini da una parte all'altra dei partiti,
ogni giorno c'è stato qualcuno e chiunque che ha detto "domani
apriamo".
Antonio
Barcella
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