14
maggio 2015 - I Comitaticittadini di Case Rosse/Settecamini
hanno divulgato un nuovo comunicato in cui si informano i residenti
sui risultati di una indagine epidemiologica eseguita dal Dipartimento
di epidemiologia del Lazio (DEP). Vi riportiamo il comunicato così
come lo abbiamo ricevuto:
"Carissimi Cittadini, il Dipartimento di epidemiologia del
Lazio (DEP) ha recentemente concluso un’indagine epidemiologica dal
titolo “Valutazione
epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente in
prossimità dello stabilimento BASF Italia Srl”. In sintesi,
l’indagine – che guarda al periodo 2001-2012 ed utilizza metodologie
molto più efficaci di quelle adottate in passato - mostra nuove
preoccupanti evidenze per la salute degli abitanti di Settecamini
e Case Rosse. Alcuni dei punti notevoli emersi nello studio:
• Nell’area di massima ricaduta e nell’area più vicina agli
impianti si osservano eccessi per alcune patologie del sistema nervoso
centrale (SLA, sclerosi multipla, epilessia)
• L’analisi dell’ospedalizzazione mostra negli uomini eccessi di ospedalizzazione
per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, per tumore
della pleura e per linfomi non Hodgkin;
• nelle donne si osserva un’ospedalizzazione più elevata per
tumore dell’esofago, dell’utero e per BPCO [Bronco Pneumopatie Croniche
Ostruttive, NdR].
• Nell’area compresa entro 1km dall’impianto, si osserva una frequenza
maggiore di nati con basso peso anche se i rischi non raggiungono
la significatività statistica.
• L’analisi delle malformazioni congenite alla nascita evidenzia nell’area
di massima ricaduta degli inquinanti un rischio significativamente
più elevato di malformazioni congenite cardiache.
L’indagine evidenzia scientificamente un sospetto inquietante: ci
si ammalerebbe di più nell’area più vicina agli impianti.
Così riporta, infatti, lo studio:
• “Si ritiene che, se pur i risultati dell’indagine non possono essere
interpretati in termini di relazione causa effetto tra la presenza
delle emissioni dell’impianto industriale ed alcuni eccessi di eventi
sanitari riscontrati, alcuni eccessi osservati nell’area più
vicina agli impianti dovranno essere oggetto di successivi approfondimenti.
I Comitati hanno analizzato punto per punto tutta l’indagine realizzando
una loro
relazione che commenta i dati epidemiologici e li integra con
quelli del periodo 1987-2001.
Questa ulteriore relazione dei Comitati analizza i dati epidemiologici
nell’arco di 26 anni concludendo che tutti gli eccessi per causa di
morte o malattia evidenziati sono compatibili con l’indiscusso inquinamento
ambientale che riguarda l’area di Settecamini – Case Rosse.
Il traffico veicolare è una fonte di tale inquinamento, come
in altre zone di Roma, ma è anche vero che nell’area c’è
un inceneritore che brucia 4 tonnellate al giorno (h24) di rifiuti
chimici anche pericolosi. In questo contesto, anche considerando il
recentissimo sviluppo demografico dell’area intorno allo stabilimento,
si impone senza ombra di dubbio la chiusura dell’inceneritore per
il principio di precauzione.
L’obiettivo, come previsto nel parere del Sindaco del 15 ottobre 2009
all’AIA concessa il 31/12/2009, resta quindi la delocalizzazione dello
stabilimento, o almeno dell’inceneritore e del reparto di raffinazione
delle ceneri, che sono i processi più inquinanti e che contribuiscono
solo al 20% circa della produzione industriale di catalizzatori della
Basf.
I nuovi dati epidemiologici confermano che il parere negativo dell’ASL
RMB all’AIA del 2009, espresso con chiarezza e ribadito nuovamente
per l’AIA del 2011 nelle riunioni tenutesi presso il Gabinetto del
Sindaco, era indiscutibilmente supportato da evidenze oggettive. L’allora
Sindaco di Roma, On Alemanno, non poteva ignorarlo come ha fatto e
come continua a fare l’attuale Sindaco, On. Marino, responsabile per
legge della salute dei cittadini, e per di più medico.
Le indagini epidemiologiche ed ambientali non sono ancora ritenute
sufficienti ad accertare il nesso di causalità con lo stabilimento?
Il Sindaco, in attesa dei “successivi approfondimenti”, è tenuto
ugualmente a intervenire almeno con la chiusura dell’inceneritore
e del reparto di raffinazione delle ceneri per il principio di precauzione.
Il Sindaco ha inoltre il dovere di chiedere subito alla Provincia
di Roma il riesame dell’AIA (art. 29 quater, c.7 e art. 29-octies,
del D.Lgs 152/2006) con la prescrizione tassativa di delocalizzare
l’inceneritore e il reparto di raffinazione delle ceneri.
I Cittadini attendono un’immediata riapertura del tavolo per la delocalizzazione,
prescritto dall’AIA 2011, che avrebbe dovuto produrre una proposta
concreta già entro il 31.12.2013, proposta di cui invece ancora
non c’è traccia. La delocalizzazione va completata entro e
non oltre la scadenza dell’AIA il 30 dicembre 2017.
Inoltre, il Sindaco dovrà prendere una netta posizione in merito
alla destinazione d’uso dell’area dello stabilimento: nel caso in
cui BASF dovesse decidere di delocalizzare licenziando i lavoratori,
tutta l’area di 50.000 mq dovrà essere destinata a Parco pubblico
con giardini ed alberi, invece di essere valorizzata come area edificabile.
- I COMITATICITTADINI"
Antonio
Barcella
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