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maggio 2015 - Improvvisamente è esplosa la polemica
sul modo in cui è stato eseguito lo sgombero dei rifugiati
di via delle Messi D’Oro. Quasi tutti d’accordo sulla necessità
di un intervento che a molti residenti è apparso tardivo (12
anni di tolleranza prima che diventasse una vera emergenza nell’ultimo
anno). Le proteste si focalizzano sul gruppo nutrito di migranti che
da qualche giorno sta occupando l’area del parcheggio Metro di Ponte
Mammolo posto di fronte al villaggio abusivo raso al suolo.
Guardando questo fatto da osservatori esterni, con una dose di superficialità
frutto della scarsa comunicazione delle istituzioni sulla questione
dell’accoglienza, sembrerebbe una operazione riuscita a metà
parzialmente mitigata dall’eccezionale intervento dei volontari del
territorio che hanno fornito assistenza immediata ai profughi rimasti
nella zona. Ma c’è una verità diversa che siamo riusciti
a ricostruire grazie alle dichiarazioni di addetti ai lavori, istituzioni
e volontari: le persone rimaste in via delle Messi D’Oro sono in gran
parte “profughi in transito” che non vogliono essere identificati
perché la loro destinazione finale è il nord Europa.
Si sottraggono ai controlli delle forze dell’ordine e cercano di rendersi
invisibili, evitando perfino di entrare nei quartieri, limitandosi
a soggiornare presso questi centri di “transito” per breve tempo in
attesa di riprendere il viaggio verso la destinazione finale. Spesso
si servono di una pseudo rete di assistenza, più o meno lecita,
costituita da altri migranti che li guida nel loro travagliato viaggio.
Molte di queste persone hanno rifiutato di essere condotti presso
i centri di accoglienza.
"Posso assicurare che le 150 persone di Messi D'Oro sono
state correttamente allocate". Così il prefetto di
Roma Franco Gabrielli in merito alla questione delle persone sgomberate
dall'insediamento abusivo di via Messi d'Oro. "Messi D'Oro
era un insediamento caratterizzato dalla più assoluta variabilità
dei soggetti che vi facevano riferimento - ha precisato Gabrielli
nel corso del suo incontro con i comitati cittadini del V municipio
- Lo sgombero era stato programmato da tempo, erano state verificate
le persone e il numero delle persone verificate all'interno hanno
trovato una soluzione. Sono scandalizzato dal fatto che ci sia una
società, comprese le istituzioni, che consente quello che era
consentito a Messi D'Oro - ha ribadito Gabrielli - Io credo
che sia immorale che si faccia dello scandalismo per una ipotetica
risposta non adeguata".
L’assessore al Sociale, Francesca Danese, in merito allo sgombero,
ha dichiarato: "L’assessorato non è responsabile dei
tempi e delle modalità dello sgombero. Anzi è intervenuto
più volte per diluire le tensioni prima e durante l’operazione".
Quello che invece osservano ancora i residenti del Tiburtino sono
le numerose persone che ancora vivono in condizioni estremamente precarie
e al limite dell’emergenza umanitaria, spostate solo di alcuni metri
dall’ex villaggio abusivo di cui sono ancora visibili le macerie.
Antonio
Barcella
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