Migranti – Una nuova situazione di emergenza intorno alla stazione Tiburtina

12 giugno 2015 - In attesa che sia affrontata e appianata l’emergenza di via delle Messi D’oro, dove la situazione non è affatto risolta e dove una tendopoli è sorta dal nulla per permettere ai volontari di fornire assistenza ai migranti “invisibili”, una nuova criticità dello stesso tipo si verifica a ridosso della stazione Tiburtina. Il piazzale è pieno di ragazzi che stazionano lì in attesa di trovare un’opportunità per raggiungere la destinazione finale nel nord Europa che per molti di loro resterà soltanto un sogno. Dormono in strada, a volte senza neanche il conforto di una coperta, esplicano i loro bisogni fisiologici ovunque e alcuni di loro avrebbero bisogno di cure per malattie pressoché scomparse in Italia come la scabbia. Le immagini riportate dalla pagina Facebook del Comitato spontaneo Piazza delle Crociate sono auto esplicative di una degrado generalizzato che, ci spiace dirlo, non viene affrontato con la giusta determinazione e con l’accoglienza che questa gente merita. Quella attuale, per loro è davvero una condizione inumana: i nostri non sono aiuti ma solo sfruttamento da parte di chi in questo marciume ci sguazza per alimentare i propri traffici illeciti. La cronaca di questi giorni sugli episodi di Mafia Capitale lo sta dimostrando. Occorre aprire una riflessione prima di andare incontro a problemi sociali e di sicurezza. A detta di tutti gli esperti la situazione è destinata a peggiorare perché centinaia di migliaia di persone premono alla ricerca di un imbarco verso le nostre coste. Se non siamo in grado di gestire il fenomeno, bisogna prenderne atto, e arginare il flusso di migranti denunciando al tempo stesso l’abbandono da parte dell’Europa e gli egoismi di certe regioni del nord che credono di appartenere ad un’altra nazione.
Se queste persone devono essere accolte ciò deve essere fatto mantenendo la loro dignità umana. Al di là di ogni altra questione di tipo sociale e di tolleranza, si tratta solo di una questione di umanità e carità verso i profughi e verso le nostre coscienze.

Antonio Barcella
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