15
giugno 2015 - Per mettere un freno all’emergenza profughi
della Stazione Tiburtina, è stata allestita una struttura provvisoria
che è stata destinata ai migranti in transito, che erano stati
precedentemente stanziati nel centro di accoglienza Baobab. Mentre
i politici litigano sul modo di gestire l’emergenza e l’accoglienza,
le persone rispondono con altruismo e generosità. A Roma, diverse
persone stanno raggiungendo la tendopoli posta vicino alla stazione
Tiburtina per portare cibo e altri generi di conforto e di necessità.
Il campo è gestito da Croce Rossa e Campidoglio e ospita, per
ora, circa 120 dei migranti “invisibili”ossia quei profughi in che
rifiutano di essere registrati in Italia perché la loro destinazione
finale è il nord Europa. Ma sono proprio le nazioni sognate
dai migranti che chiudono le frontiere e respingono queste persone
in cerca di aiuto. È facile farlo quando la frontiera, che
in base ai trattati europei non dovrebbe esistere, è posizionata
sulla terra ma è molto più complicato farlo in mare
quando, per fermare gli assalti dei profughi, occorre pagare un grosso
peso in termini di vite umane che resterebbero per sempre sulle nostre
coscienze. Devono essere vagliate altre possibili soluzioni ma occorre
farlo presto! Attendere e tergiversare su questa emergenza
significa prendersi la responsabilità di conflitti
sociali che, prima o poi, nasceranno e inizieranno a propagarsi
sulla nostra povera Italia. Come al solito, poi, non sarà colpa
di nessuno!
Gino Strada, leader di Emergency, ha dichiarato: “Quando leggo
in questi giorni alcuni commenti sulla “emergenza migranti” mi vengono
i brividi: non mi interessano (se esistono) posizioni di destra o
di sinistra, il “bisognerebbe fare…” questo o quello. Ci troviamo,
io come tutti i cittadini della “civilissima Europa”, di fronte a
una situazione chiara: c’è una massa enorme di persone povere,
disperate (oh certo tra loro ci sarà anche qualche delinquente!
Ma tra noi non ce ne sono?) che scappa dalla guerra e dalla povertà,
dai regimi che riducono i popoli alla fame. E’ così difficile
capire che sono queste le spinte principali alla migrazione di parti
di popolazioni di Paesi diversi? Possiamo darci spiegazioni, ciascuno
la sua, del perché questo succeda. Ma alla fine un solo fatto
è certo, una sola verità è inconfutabile: ci
troviamo di fronte a centinaia di migliaia di persone disperate che
chiedono aiuto.
E bisogna fare una scelta, da esseri umani di fronte ad altri esseri
umani. Qual è la risposta più ‘umana’? Ce lo ha insegnato
qualcuno dal nome sconosciuto, forse un migrante, che ha esposto un
cartello di protesta alla frontiera (a proposito, non erano state
abolite in Europa?) di Ventimiglia ‘Noi vogliamo solo passare per
raggiungere un posto dove ci sia umanità’. Al posto loro credo
e spero che noi avremmo fatto la stessa richiesta, e avremmo sperato
di incontrare tanti disposti ad aiutarci nella ricerca di una vita
più ricca di umanità, magari preparandoci 'il mangiare
per il viaggio', come si è sempre usato da noi, tra le persone
per bene.”