1
luglio 2015 - In seguito alla
ventilata decisione di “concludere in qualche modo” la pista
ciclabile di viale Bardanzellu e all’annuncio del progetto GRAB
(il grande raccordo anulare delle biciclette), riesplode a Colli Aniene
la polemica sull’utilità di queste opere in periferia che sembrano
più un regalo ai costruttori che un effettivo beneficio per
la comunità. Un’opera pubblica, per essere condivisa
dai cittadini, deve portare un consistente vantaggio al territorio
altrimenti rappresenta solo un privilegio per pochi individui e pertanto
viene osteggiata dai residenti perché ritenuta uno spreco di
denaro pubblico. Per questo moltissimi cittadini di Colli Aniene e
gran parte di quelli di Roma Est rigettano percorsi ciclabili come
quelli di viale Palmiro Togliatti e di viale Bardanzellu dove vedere
un ciclista percorrere quelle stradine rosse, tra sporcizia, sterpi
e rovi, è più difficile che trovare un quadrifoglio
nei vasi di casa propria.
I motivi del rigetto di questi percorsi da parte dei cicloamatori
è facilmente intuibile: i tracciati non hanno alcuna utilità
perché spesso non raggiungono mete interessanti e non rispondono
in termini di continuità e sicurezza ai requisiti richiesti
dall’utenza.
Sulla
ciclabile di viale Bardanzellu abbiamo speso fiumi di parole e le
nostre iniziative hanno impedito che si proseguisse nello scempio
totale. Oggi vogliamo focalizzare l’attenzione sul caso della ciclabile
di viale Togliatti, nel tratto che attraversa Colli Aniene, ed elenchiamo
le pecche più evidenti:
1. Interruzioni ogni 200-300 metri con attraversamenti pericolosi
di incroci semaforici importanti;
2. Il suo percorso parte dalla stazione Bus/Metro di Ponte Mammolo
e si perde nel nulla dalla parte opposta dove l’opera termina bruscamente
a circa 200 metri dalla stazione FR2 di Togliatti;
3. I ciclisti sono costretti a fare una sorta di gimkana tra sterpaglie,
arbusti, rami mentre la propria parte posteriore è costretta
a fare i conti con le continue sollecitazioni di una superficie degradata
ogni pochi metri;
4. Tutta la tratta che attraversa il cuore del quartiere, specialmente
in prossimità delle fermate bus, è una piccola discarica
a cielo aperto che l’AMA ignora puntualmente. L’ultima volta che è
stata pulita, a quanto ne sappiamo, è stato diversi mesi fa
dietro nostra segnalazione.
Prima di dare il via ad un nuovo progetto fallimentare, in attesa
di avere informazioni certe sul GRAB,
sarebbe opportuno avviare uno studio sullo sviluppo della ciclabilità
e sulla manutenzione delle piste coinvolgendo i dipartimenti, le associazioni
e le rappresentanze del territorio. Ad oggi, l’unico progetto serio
su cui investiremmo risorse pubbliche, che potrebbe portare solo vantaggi
alla comunità, è quello di percorso serio che parta
dalla periferia e arrivi al centro di Roma seguendo il percorso della
via Tiburtina. Dovrebbe avere caratteristiche di continuità,
utilizzando sottopassaggi per gli attraversamenti, e dovrebbe comprendere
aree sosta e rastrelliere sorvegliate da telecamere. Pensateci bene,
secondo voi ne esiste qualcuna così a Roma? Io in altri paesi
europei ne ho viste tante.
Articoli letti: 92
|
|
se
apprezzi questo sito internet clicca mi piace su Facebook |
|
|