Anche la Politica si accorge del “pasticciaccio brutto” della Cervelletta

05 ottobre 2015 - Si può affidare un bene pubblico importante e sotto la tutela dei Beni Culturali, come il Casale settecentesco della Cervelletta, ad una associazione sconosciuta al territorio e senza un bando di gara pubblico? È giusto permettere che una “custodia temporanea” gratuita si trasformi in una attività a scopo di lucro e riconducibile a fini commerciali (come aperitivi, eventi, picnic, barbecue) che, stando alla determinazione dirigenziale, non sarebbero ammissibili? Che validità ha un atto firmato da una persona indagata per corruzione, come riportato da organi di informazione, all’interno della seconda tranche dell’inchiesta su Mafia Capitale?
Sono domande legittime che si pongono i cittadini e che ora sono contenute nella proposta di “Ordine del giorno”, a firma del Capogruppo del Movimento Cinquestelle Barbuto e della Consigliera Catini, che sarà discussa nel Consiglio del IV Municipio di mercoledì 7 ottobre.
Il Casale della Cervelletta è un complesso fortificato con torre medievale risalente al XII secolo posto tra Colli Aniene e Tor Cervara all’interno della Riserva Naturale Valle dell’Aniene. Un piccola oasi protetta e un edificio di notevole interesse storico situato ai confini dei palazzoni della periferia di Roma Est.
Questo bene della comunità, con un atto perlomeno “superficiale” è stato affidato in custodia all’Associazione di promozione sociale “La Cervelletta”, su richiesta della stessa che il Presidente del IV Municipio Emiliano Sciascia ha sottoposto al Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale. La determinazione che ne è scaturita presenta, secondo l’odg del Movimento Cinquestelle, “evidenti aspetti problematici e seri dubbi di legittimità oltre che di opportunità”. In primo luogo, attraverso tale determina, Roma Capitale ha proceduto ad assegnare un bene del patrimonio comunale in via diretta, in assenza di qualsivoglia procedura ad evidenza pubblica e senza garantire, attraverso apposite gare o bandi, il rispetto dei più elementari principi di equità e trasparenza. Nello stesso atto non esiste un limite di durata della concessione. In terzo luogo viene evidenziato come la custodia si sia trasformata in uno sfruttamento ai fini commerciali che secondo la determinazione dirigenziale non sarebbero ammissibili.
A tal riguardo, recita l’odg, si ritengono assolutamente gravi le condotte omissive da parte del Presidente del Municipio Sciascia e dell’Amministrazione comunale stessa, con riferimento alla mancata attività di vigilanza e controllo di un’area così importante oltre che simbolo dell’intero municipio. In ultimo luogo la determina appare illegittima perché adottata in violazione dei principi di correttezza e buon andamento dell’azione amministrativa e perché assegna la custodia del Casale ad una associazione nell’erroneo convincimento che la stessa svolga “ormai da diversi anni, attività educative, di promozione culturale e ambientale, rivolte alla tutela e alla valorizzazione del comprensorio della Cervelletta”. Tale circostanza non è corrispondente alla verità perché questa associazione è nata solo nel 2013 e appare difficile che abbia avuto il tempo per svolgere “da anni” quanto dichiarato nella determina del 2014.
L’Odg si conclude con la richiesta al Presidente del IV Municipio e alla Giunta di revocare la determinazione per illegittimità e contestualmente di adottare ogni atto di sua competenza per riprendere in consegna l’area e il Casale della Cervelletta promuovendo i lavori di recupero e valorizzazione del manufatto.

Antonio Barcella
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