La “città ideale”? Non esiste ma Roma è l’opposto del modello utopistico

6 ottobre 2015 - Una città ideale è il concetto di un insediamento urbano - progettato o solo immaginato, in rari casi messo in pratica - il cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente geometrico, criteri e principi astratti di razionalità. Il modello della città ideale, si può dire abbia percorso l'intera storia dell'umanità ma è durante il Rinascimento che divenne un tema centrale da sviluppare e da perseguire. Infatti, a partire dal Quattrocento l'esperienza teorica e il dibattito sulla "città ideale" furono tanto intensi da fare di quel tema, pure in carenza di vere e proprie realizzazioni pratiche, uno dei grandi snodi ispiratori su cui si concentrò la riflessione dell'arte, dell'architettura e dell'urbanistica, che ambirono a coniugarvi esigenze funzionali e sensibilità estetica. A distanza di circa settecento anni, possiamo asserire il completo fallimento di questa utopia ma le città italiane si differenziano molto in termini di vivibilità degli insediamenti urbani. Roma, ad esempio, è completamente all’opposto di un modello di “città ideale” e, mai come nelle ultime due giunte amministrative, ha pagato un prezzo troppo alto al malgoverno e alla corruzione peggiorando notevolmente l’immagine di questa città. Decisioni incomprensibili del Campidoglio avallate dalla complicità di Municipi vassalli del potere centrale hanno ridotto il territorio a una specie di jungla urbana. Vivendo in questo luogo non ci si rende conto del sistematico deterioramento e degrado dell’ambiente ma basta allontanarsi di qualche centinaio di chilometri per trovare città che, pur non corrispondendo al modello ideale, hanno una vivibilità che Roma dovrà sognare per decenni prima di poterla raggiungere. Recentemente ho visitato una città importante dell’Emilia, oltretutto recentemente colpita dal terremoto, trovandola così differente da quella che osservo ogni giorno al punto da domandarmi: “Ma allora è veramente possibile avere una città più bella con una amministrazione oculata ed efficiente? Perché Roma, capitale d’Italia e metropoli europea, viene maltrattata ai livelli indecenti attuali?
Vi fornisco una breve descrizione di quello che ho apprezzato in questa bella città del centro-nord. Partiamo dalle strade, riasfaltate ogni anno, senza buche apprezzabili e con una segnaletica orizzontale completamente leggibile, limiti di velocità rispettati da tutti, attraversamenti pedonali in cui c’è la tutela della persona che attraversa la strada grazie alle telecamere che inquadrano ogni passaggio zebrato. È solo educazione della gente? No, ci sono controlli capillari contro le infrazioni e dissuasori di velocità installati ovunque anche dove viaggiano i mezzi del trasporto pubblico locale. Eppure, il nostro Municipio, a fronte della richiesta di controllare la velocità dei veicoli che attraversano viale Franceschini e viale Bardanzellu come se fossero ad Indianapolis, ci ha raccontato che dove viaggiano i mezzi ATAC non è possibile inserire dispositivi per la riduzione di velocità dei veicoli. Non crediamo certamente a questa “barzelletta”, è solo l’ennesimo servilismo dell’amministrazione capitolina verso le municipalizzate che credono di comandare questa città e la sottopongono a ricatto quotidiano. È il Campidoglio che stabilisce le dinamiche di viabilità sul proprio territorio e il TPL si deve adeguare come qualsiasi automobilista che vive in questa città.
Ma torniamo al tema dell’articolo, e proseguiamo con il paragone tra Roma e la città visitata. Inutile dire che la nostra città non è neppure confrontabile alla pulizia e alla cura del verde pubblico della città emiliana. Ho visto lavare le strade e i marciapiedi quotidianamente con autobotti quando a Colli Aniene non si vedono più i mezzi AMA addetti alla pulizia delle strade che sono stati recentemente propagandati dal Sindaco e dal Municipio. Ho apprezzato piste ciclabili progettate per la comunità, continuamente manutenute e utilizzate dai ciclisti per spostarsi da un luogo all’altro trovando ovunque rastrelliere per parcheggiare il proprio mezzo. Le stazioni ferroviarie non sono ridotte ad una “casbah” dove tutto è permesso e il trasporto pubblico locale è efficiente e serve capillarmente tutta la città e le frazioni esterne. Ho trovato ovunque un rispetto per l’ambiente e un’attenzione per la comunità che vive in quell’agglomerato urbano da riconciliare politica e territorio. E non parlatemi di risorse, Roma ne ha molte di più, è solo questione di volontà e buona politica. Basta poco, che ce vò!

Antonio Barcella
www.collianiene.org

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