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ottobre 2015 -
Una città ideale è il concetto di un insediamento urbano
- progettato o solo immaginato, in rari casi messo in pratica - il
cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente
geometrico, criteri e principi astratti di razionalità. Il
modello della città ideale, si può dire abbia percorso
l'intera storia dell'umanità ma è durante il Rinascimento
che divenne un tema centrale da sviluppare e da perseguire. Infatti,
a partire dal Quattrocento l'esperienza teorica e il dibattito sulla
"città ideale" furono tanto intensi
da fare di quel tema, pure in carenza di vere e proprie realizzazioni
pratiche, uno dei grandi snodi ispiratori su cui si concentrò
la riflessione dell'arte, dell'architettura e dell'urbanistica, che
ambirono a coniugarvi esigenze funzionali e sensibilità estetica.
A distanza di circa settecento anni, possiamo asserire il completo
fallimento di questa utopia ma le città italiane si differenziano
molto in termini di vivibilità degli insediamenti urbani. Roma,
ad esempio, è completamente all’opposto di un modello di “città
ideale” e, mai come nelle ultime due giunte amministrative, ha pagato
un prezzo troppo alto al malgoverno e alla corruzione peggiorando
notevolmente l’immagine di questa città. Decisioni incomprensibili
del Campidoglio avallate dalla complicità di Municipi
vassalli del potere centrale hanno ridotto il territorio
a una specie di jungla urbana. Vivendo in questo luogo non ci si rende
conto del sistematico deterioramento e degrado dell’ambiente ma basta
allontanarsi di qualche centinaio di chilometri per trovare città
che, pur non corrispondendo al modello ideale, hanno una vivibilità
che Roma dovrà sognare per decenni prima di poterla raggiungere.
Recentemente ho visitato una città importante dell’Emilia,
oltretutto recentemente colpita dal terremoto, trovandola così
differente da quella che osservo ogni giorno al punto da domandarmi:
“Ma allora è veramente possibile avere una città
più bella con una amministrazione oculata ed efficiente? Perché
Roma, capitale d’Italia e metropoli europea, viene maltrattata ai
livelli indecenti attuali?”
Vi fornisco una breve descrizione di quello che ho apprezzato in questa
bella città del centro-nord. Partiamo dalle strade, riasfaltate
ogni anno, senza buche apprezzabili e con una segnaletica orizzontale
completamente leggibile, limiti di velocità rispettati da tutti,
attraversamenti pedonali in cui c’è la tutela della persona
che attraversa la strada grazie alle telecamere che inquadrano ogni
passaggio zebrato. È solo educazione della gente? No, ci sono
controlli capillari contro le infrazioni e dissuasori di velocità
installati ovunque anche dove viaggiano i mezzi del trasporto pubblico
locale. Eppure, il nostro Municipio, a fronte della richiesta di controllare
la velocità dei veicoli che attraversano viale Franceschini
e viale Bardanzellu come se fossero ad Indianapolis, ci ha raccontato
che dove viaggiano i mezzi ATAC non è possibile inserire dispositivi
per la riduzione di velocità dei veicoli. Non crediamo certamente
a questa “barzelletta”, è solo l’ennesimo servilismo dell’amministrazione
capitolina verso le municipalizzate che credono di comandare questa
città e la sottopongono a ricatto quotidiano. È il Campidoglio
che stabilisce le dinamiche di viabilità sul proprio territorio
e il TPL si deve adeguare come qualsiasi automobilista che vive in
questa città.
Ma torniamo al tema dell’articolo, e proseguiamo con il paragone tra
Roma e la città visitata. Inutile dire che la nostra città
non è neppure confrontabile alla pulizia e alla cura del verde
pubblico della città emiliana. Ho visto lavare le strade e
i marciapiedi quotidianamente con autobotti quando a Colli Aniene
non si vedono più i mezzi AMA addetti alla pulizia delle strade
che sono stati recentemente propagandati dal Sindaco e dal Municipio.
Ho apprezzato piste ciclabili progettate per la comunità, continuamente
manutenute e utilizzate dai ciclisti per spostarsi da un luogo all’altro
trovando ovunque rastrelliere per parcheggiare il proprio mezzo. Le
stazioni ferroviarie non sono ridotte ad una “casbah” dove tutto è
permesso e il trasporto pubblico locale è efficiente e serve
capillarmente tutta la città e le frazioni esterne. Ho trovato
ovunque un rispetto per l’ambiente e un’attenzione per la comunità
che vive in quell’agglomerato urbano da riconciliare politica e territorio.
E non parlatemi di risorse, Roma ne ha molte di più, è
solo questione di volontà e buona politica. Basta poco,
che ce vò!
Antonio
Barcella
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