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ottobre 2015 -
La notizia apparsa su “Il Messaggero” di ieri sul ventilato arrivo
di circa 100 profughi a Tiburtino III ha messo in allarme i residenti
che già ieri sera si sono riuniti davanti alla struttura di
via del Frantoio che dovrebbe ospitarli. Le persone che dovrebbero
occupare questa struttura, sequestrata nel corso del procedimento
su Mafia Capitale, sono alcune di quelle della tendopoli della Stazione
Tiburtina.
Ma allora, ci chiediamo, che valore hanno le parole del Presidente
del IV Municipio e l’impegno del Prefetto Gabrielli ad alleggerire
il nostro territorio dalla presenza di centri di accoglienza? Come
dimenticare il commento di Sciascia durante l’incontro con il Prefetto
e le associazioni territoriali del 17 luglio scorso: "Ringrazio
altresì il Prefetto Gabrielli per l'impegno mantenuto di alleggerimento
del territorio rispetto alla presenza dei centri per i richiedenti
asilo politico, anche in considerazione del fatto che il Municipio
già svolge il proprio ruolo di accoglienza per molte centinaia
di persone".
Tiburtino III non è un quartiere razzista e non lo è
mai stato; le sue origini popolari e proletarie garantiscono per lui.
Ma dove è finito l’impegno di ripartire il carico di assistenza
su tutta la città? Per ora è solo la cinta periferia
di Roma, in particolare la zona Est, che è gravata dell’onere
e dell’onore dell’ospitalità. Perché alle parole non
seguono mai i fatti? Perché i residenti devono apprendere dai
giornali notizie importanti come questa? A nostro parere, in questo
modo non si fa un buon servizio alla pacifica convivenza e si fa passare
per "cattive" le persone che non lo sono affatto. La gente
di questo territorio volontariamente si è fatta carico dell'accoglienza
dei profughi di via delle Messi D'Oro quando tutto il mondo della
politica si era dimenticato di loro.
Il
CdQ di Tiburtino III, questa mattina, sulla suo gruppo Facebook scriveva:
“Grazie a tutte le donne di tiburtino che ieri solertemente sono
venute davanti al centro accoglienza di via del Frantoio 44. I profughi
della stazione tiburtina non sono arrivati e dalle informazioni avute
non possono arrivare prima di qualche tempo...non mi fido sui tempi...
ma arriveranno di sicuro... Due giorni fa, l'assessore Danese ha provveduto
a fare un sopralluogo nei locali vuoti e fatiscenti della struttura
ed ha detto a chiare lettere che in quella struttura porterà
i profughi che ora transitano alla stazione tiburtina. Come tutti
voi già sapete in via del Frantoio c'è già un
centro accoglienza gestito da una società ex Buzzi. ..e nella
stessa via a poca distanza c’è una scuola materna il liceo
artistico Roma 2. Dato che a Tiburtino III le cose vanno già
molto bene, mettiamo altra carne al fuoco. Forse questi intelligentoni
vogliono impiantare nel nostro territorio una fabbrica di fuochi artificiali...se
così fosse basta dirlo...astenetevi poi però nel dire
che il nostro quartiere è un quartiere razzista...non ci provate...basta
fare un giro e capire quanto questa gente ha sopportato pazientemente
ogni tipo di sopruso...però c'è sempre un limite alla
decenza.”
Sono parole dai toni alti e che inducono a pensare. Ma chi governa
questa città ha l’intelligenza per capire il rischio di possibili
conflitti sociali a cui sta andando incontro? Le istituzioni dimostrino
con i fatti che Roma Est non è la pattumiera della città.
Tiburtino III è ad un passo da Tor Sapienza dove questi conflitti
sociali sono già esplosi in tutta la loro violenza e la situazione
dei due quartieri non è molto diversa per degrado e stato di
abbandono. Possibile che in tutta Roma non ci sia un posto più
idoneo di questo?
Antonio
Barcella
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