Profughi a Tiburtino III – Il CDQ invita alla calma

20 ottobre 2015 - Dopo le proteste dei giorni scorsi per l’arrivo degli ex occupanti della tendopoli della stazione Tiburtina in una struttura di via del Frantoio, il presidente del CdQ di Tiburtino III Massimo Lucidi, attraverso un post Facebook, ha duramente attaccato chi sta cercando di sfruttare la situazione a livello politico. È preoccupato per la rabbia che sta montando in questi giorni ed ha ricordato che nel quartiere i profughi ci sono da cinque anni. “Se volete fare la guerra e basta, ve la fate da soli, io non ci sto!”, ha dichiarato Massimo con un amaro commento certamente condivisibile da chi l’ha visto vittima di attacchi pretestuosi, personali e di matrice politica. Ha poi riferito quanto discusso nella riunione con l’assessorato alle Politiche Sociali: “È stato detto all'assessore e a tutti i presenti che è stata una scelta scellerata e che avrebbero dovuto avvertire la popolazione. Dovevano avere un idea del territorio prima di fare tutto questo...gli abbiamo riferito delle condizioni di disagio del nostro quartiere ed altro. La risposta non è stata negativa. Il posto era l'unico disponibile nel Municipio con certe caratteristiche e, a loro dire, non rimarrà più di sei mesi in attesa di trovarne uno più idoneo. Abbiamo chiesto i motivi del mancato utilizzo della caserma Ruffo per il centro di accoglienza. Ci hanno risposto che ci sono due ordini di problemi. Il primo legato ai progetti da sviluppare in quell'area e l’altro dipendente dai militari che non vogliono rilasciare la caserma. Gli abbiamo poi illustrato le nostre richieste a cui hanno risposto con la disponibilità per fare in modo che tanti nostri diritti vengano riconosciuti e tanti nostri problemi risolti.
Il Presidente del CdQ ha poi precisato che oggi stesso invierà una e-mail all’assessorato con l’elenco delle richieste più impellenti: ristrutturazione case e garage, sicurezza parco pubblico, riapertura negozi e un nuovo progetto per l’artigianmercato. Attende la visita dell’Assessore e del Prefetto nel quartiere per parlare con i residenti e spera che alle parole seguano i fatti con più servizi e sicurezza garantita. Ha poi invitato tutti alla calma, commentando: “Ma se volete mobilitarvi a tutti i costi, se volete fare forzature per me inutili e rischiare veramente che tiburtina diventi un altra Tor Sapienza ma con un tasso di pericolosità veramente elevato, io mi dissocio completamente da questo. Per il mio punto di vista bisogna seguire tutte le vie legali e mettere una gran pressione alle istituzioni senza fare o ricevere violenza. Sono pronto a stare al fianco di questo quartiere in ogni istante ma sono anche pronto a lasciare immediatamente tutto se dovessi vedere atti e iniziative che sono lontanissime dal mio pensiero.

Antonio Barcella
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