5
novembre 2015 -
Decine di cassette di fiori sono apparse in questi giorni per tutto
il territorio del Municipio Roma IV. È un modo, pacifico e
creativo, di protestare contro la chiusura dei servizi e dei progetti
del Piano sociale municipale. Molti dei progetti e dei servizi previsti
del Piano Regolatore Sociale del Municipio Roma IV sono stati chiusi
durante l'estate e dovranno essere rimessi a bando. Non è stata
ancora prevista alcuna misura per garantire l'erogazione dei servizi
fino all'aggiudicazione della nuova gara. Per questo, ad opera di
due reti sociali di quartiere nate a San Basilio e Pietralata sulla
scorta del lavoro dei progetti sociali interrotti (San Basilio Social
Street e Pietralata Social Street) è nata la “Protesta dei
fiori”. Piante e cassette colorate, con cartelli che spiegano la situazione
e appelli che ne chiedono la soluzione, sono spuntate vicino alle
fermate metro di S. Maria del Soccorso, Rebibbia, Pietralata e in
Via Silvano, nel cuore del quartiere di Pietralata. Le immagini delle
cassette sono rimbalzate sui social network generando centinaia di
condivisioni e migliaia di visualizzazioni.
È
il segnale che i quartieri del Municipio Roma IV hanno bisogno di
questi servizi. E che chiedono a gran voce al Municipio e al Presidente
di impegnarsi a riattivare i servizi. Questa situazione, infatti,
sta privando i quartieri di importanti attività: laboratori
nelle scuole, sostegno alle famiglie, spazio compiti, decoro urbano,
corsi di italiano per stranieri, laboratori di autorappresentazione,
e l’innovativo progetto delle social street di quartiere, il primo
in Italia che mette insieme fondi pubblici e iniziative private. Tutto
questo e molto altro è stato interrotto, e a oggi non si sa
per quanto tempo.
Questa situazione priva gli utenti, i quartieri in cui i progetti
operavano e le scuole del territorio di importanti attività
e li condanna, per permettere lo svolgersi delle procedure previste
dai bandi europei, ad una interruzione di lungo periodo che rischia
di arrivare anche ad un anno. I progetti e i servizi sociali previsti
dal Piano Regolatore Sociale municipale interessavano non solo utenti
fragili (minori a rischio, soggetti in difficoltà socioeconomica,
anziani) ma sostenevano e coinvolgevano tutto il tessuto sociale,
culturale ed educativo del territorio e in particolare di quartieri
a rischio come San Basilio, Pietralata, Settecamini: le scuole, le
biblioteche e i centri culturali, i centri anziani, le associazioni
locali di volontariato, i poli sociosanitari che erano coinvolti con
laboratori ed attività di cui usufruivano centinaia di cittadini,
di alunni, di famiglie.
Molti
cittadini, utenti, operatori, esponenti del volontariato e delle scuole,
sono preoccupati e temono che questa probabile e lunga interruzione
dei servizi e dei progetti sociali del municipio vanifichi anni di
lavoro e di impiego di risorse pubbliche e causi seri danni nel tessuto
sociale di quei quartieri a rischio di cui si parla continuamente
sui media, e nei quali erano stati calati i progetti del Piano Regolatore
Sociale appunto per sanare, curare, prevenirne il disagio, coinvolgendo
i cittadini e le realtà locali. Questa situazione grava su
utenti e lavoratori in un modo insostenibile, sia dal punto di vista
occupazionale (si tratta di molte decine di operatori sociali che
rimangono senza lavoro) che dei diritti delle persone a usufruire
di un servizio pubblico in maniera costante, continuativa ed efficace.
Maurizio
Ermisino
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