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dicembre 2015 -
L’emergenza
smog attanaglia le nostre città e, complice il bel tempo, le
polveri sottili stagnano condannando i cittadini a respirare massicce
dosi di inquinanti. Da giorni infatti, i livelli di esposizione dei
cittadini agli inquinanti nell’aria rimangono elevati e ancora ben
oltre le soglie consentite dalla normativa. Situazione che difficilmente
sarà risolta solo con gli interventi sporadici che le amministrazioni
propongono in fase d’emergenza, tra targhe alterne, blocchi del traffico,
mezzi pubblici gratis e nessuna politica concreta e lungimirante.
“Questa situazione – ha dichiarato la presidente nazionale
di Legambiente Rossella Muroni – rappresenta una emergenza ma
non certo un caso eccezionale. Ogni anno in questa stagione ci troviamo
a dover affrontare picchi di inquinamento e contare sulla
pioggia, che prima o poi scenderà, non è proprio la
soluzione più efficace e utile. Sicuramente i singoli
cittadini possono mettere in campo comportamenti virtuosi che contribuiscano
a diminuire le emissioni inquinanti ma la vera ricetta per cambiare
le cose può venire solo dal Governo e dalle istituzioni. Solo
mettendo finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate
su trasporto pubblico locale, treni per pendolari e mobilità
alternativa potremo raggiungere migliori livelli di vivibilità
e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante che, non
dimentichiamolo, contribuisce all’aumento di patologie respiratorie,
soprattutto nei bambini, e cardiovascolari negli anziani”.
Legambiente invita quindi il Governo, i ministeri dell’Ambiente, della
Salute e delle Infrastrutture e i Comuni a intervenire con politiche
concrete ed efficaci per garantire una migliore qualità dell’aria
e della vita in tutte le città, a partire da queste dieci proposte:
1000 treni per i pendolari. Annunciati nel 2006 dal Governo Prodi,
che fece sperare in una nuova politica dei trasporti, ma mai arrivati.
Intanto i disservizi, l’affollamento dei convogli e il forte disagio
per chi viaggia, porta sempre più persone a scegliere l’auto
per entrare e uscire dalle città negli spostamenti quotidiani
casa-lavoro.
Fuori i diesel dalle città. Limitazione della circolazione
in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion)
sul modello adottato dalla città di Parigi: entro il 2016 divieto
di circolazione di tutti i veicoli degli euro0 ed euro1, e dei diesel
(auto e camion) euro2. Entro il 2017 divieto esteso a diesel euro3
e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione dei veicoli
diesel euro5 (quelli venduti sino ad oggi).
Nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto: applicazione immediata
dei nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul
mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati
reali di consumo e di inquinamento risultanti. Richiesta già
avanzata da Legambiente ma ancora senza risposta.
Ridurre la velocità. Imporre a livello nazionale il limite
di 30 km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali
arterie di scorrimento. Con effetti sulla riduzione dell’inquinamento
atmosferico e acustico derivante dall’uso dell’auto e grandi benefici
in termini di sicurezza stradale, riducendo notevolmente il numero
di incidenti.
Chi inquina paga. Prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione
del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città e
con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano
interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale.
Muoversi in città… senza l’auto. Approvare un piano nazionale
che imponga target di mobilità a livello urbano (sul modello
della raccolta differenziata) per arrivare entro due anni ad una quota
di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale.
A partire da questo obiettivo fissare target ambiziosi per arrivare
nel giro di 6-8 anni sotto il 30%.
Prevenire è meglio che curare. Serve un serio Piano nazionale
antismog in cui il governo assuma un ruolo guida importante, dotato
di risorse economiche, obiettivi misurabili e declinabili. La priorità
deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram,
a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse
per le infrastrutture, da destinare alle città. Occorre infine
una verifica dei piani di risanamento dell'aria delle regioni e delle
principali città per garantire una uscita dall'emergenza entro
i prossimi cinque anni.
Stop ai sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. Dal 2000
al 2015 sono stati dati circa 400 milioni in media l'anno all’autotrasporto
e anche per il 2016 gli aiuti diretti e indiretti saranno pari a 250
milioni di euro. Chiediamo che tali risorse siano, al contrario, destinate
ad incrementare e migliorare il trasporto pubblico locale e il servizio
per i cittadini.
Riscaldarsi senza inquinare. Divieto di uso di combustibili fossili,
con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire
dalla prossima stagione di riscaldamento. Obbligo di applicazione
della contabilizzazione di calore nei condomini in tutta Italia a
partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Obiettivo del 3%
all’anno sulla riqualificazione degli edifici pubblici e privati per
attuare il piano europeo per ammodernare o ricostruire l'intero patrimonio
edilizio entro 30 anni.
Ridurre l’inquinamento industriale. Occorre applicare autorizzazioni
integrate ambientali (AIA) stringenti, come prevedono le norme europee
e nazionali e rendere il sistema del controllo pubblico efficace.
Per fare ciò occorre però sbloccare l’iter di approvazione
della legge sul sistema delle Agenzie e dei controlli ambientali ferma
al Senato da oltre un anno.
Comunicato
Stampa di Legambiente
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