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gennaio 2016 -
Si riaccende la polemica sui roghi tossici a Roma Est e in tutta la
Capitale. Le recenti dichiarazioni del prefetto Gabrielli sulla difficoltà
di gestire questo fenomeno sono state interpretate come dichiarazioni
di resa o di impotenza. L’incendio di Tor Sapienza avvenuto nella
notte del 10 gennaio nel seminterrato dell’ex pastificio di Via Petiti
occupato di famiglie rom ha scatenato le proteste di diversi quartieri
tra il tiburtino e il collatino che da anni subiscono gli effetti
nocivi dei fumi neri alla diossina. Quante decine di anni occorreranno
ancora prima che qualcuno riveli, come nel caso della terra dei fuochi
della Campania, i danni sanitari di questi roghi? Le colonne di fumo
si alzano con frequenza quasi giornaliera nel territorio di Roma Est
e tutti i provvedimenti presi fino ad oggi per arginare il fenomeno
si sono rivelati inefficaci. Nemmeno la giustificazione che detti
roghi sono appiccati da minori sta in piedi perché per la legge
italiana la responsabilità di un minore è dei suoi genitori.
Se come ci hanno sempre raccontato la legge dello Stato è uguale
per tutti, senza esclusione di etnie, è ora che venga applicata
per tutelare i cittadini e il territorio.
Il Comitato di Quartiere Tor Sapienza dal suo gruppo Facebook ha invitato
i residenti che non riescono a respirare a chiamare il reparto dei
Carabinieri per la Tutela della Salute per richiedere un intervento
di misurazione della tossicità dell’aria.
A chiedere invece un’amministrazione più attenta alla salute
dei propri cittadini, ancor prima del giro di soldi che c’è
dietro il commercio del rame e del ferro, vi è anche Fabrizio
Montanini, presidente del Comitato Beltramelli-Meda che sta organizzando,
insieme ad altri comitati, una grande protesta a Roma di tutti i quartieri
periferici coinvolti nel problema dei roghi tossici.
“Quando si interverrà seriamente su questo fenomeno?”
– è invece la domanda che si pongono tanti cittadini di Roma
Est che non vogliono mischiarsi alla politica ma solo vivere in sicurezza
nel luogo scelto per la propria residenza.
Antonio
Barcella
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