24
gennaio 2016 -
Una
città che sperpera 700 milioni di euro per i Punti Verdi Qualità,
regali ai soliti noti, non trova i finanziamenti per mettere in sicurezza
il tetto del Casale della Cervelletta e neppure quelli per rendere
agibile il manufatto. È il succo del confronto pubblico promosso
dal Coordinamento di Associazioni e Cittadini “Uniti per la Cervelletta”
al quale ha partecipato il Commissario di Roma Natura Maurizio Gubbiotti
e la neo vicepresidente del IV Municipio Carla Corciulo. Ha brillato
invece l’assenza del Direttore del Dipartimento Patrimonio e Sviluppo
di Roma Capitale Pier Luigi Mattera ma non è stata di certo
una sorpresa. Ricordiamo che proprio dall’ufficio di cui è
responsabile sono uscite le decisioni sulla Cervelletta maggiormente
contestate e incomprese dai cittadini di questo territorio. Stiamo
parlando del provvedimento di mettere a bando pubblico la concessione
di terreni e casali (per un valore irrisorio) sfrattando i contadini
e i loro figli che per oltre mezzo secolo avevano curato queste terre,
e della “famigerata” Determinazione Dirigenziale che aveva assegnato
la custodia del Casale a una pseudo associazione che l’aveva sfruttata
per fini commerciali. Due decisioni incomprensibili da parte di un
Dipartimento venuto recentemente alla cronaca per i fatti di Mafia
Capitale. Logico pensare che qualche domanda sulla questione avrebbe
potuto mettere in imbarazzo l’illustre interlocutore. Un patrimonio
storico costituito da una torre del 1200, una delle poche strutture
medioevali di avvistamento e comunicazione ancora in piedi, e il casale
del XVII secolo che sta lentamente andando in malora grazie all’ indifferenza
delle istituzioni. È una storia fatta di “fondi” comunali e
regionali che vengono stabiliti in fase di previsioni di bilancio
e che scompaiono in fase di stanziamento.
Dopo un breve saluto della responsabile della biblioteca Vaccheria
Nardi, Irene Ortis prende la parola e presenta il coordinamento di
associazioni “Uniti per la Cervelletta”, di cui è Presidente
e che ha promosso la tavola rotonda. Vengono introdotto gli argomenti
della discussione, partendo dalle considerazioni:
- La Cervelletta è il bene storico-culturale più rilevante
del IV municipio
- La situazione del Casale e della Tenuta è molto grave, e
per questo motivo è nato il coordinamento “Uniti per la Cervelletta”
ed è stata organizzata la tavola rotonda
- Risulta urgente assumere la tutela del bene e trovare soluzioni
per restauro (manutenzione straordinaria), valorizzazione e utilizzo.
La
prima ospite ad intervenire è Carla Corciulo, Vice Presidente
IV Municipio di Roma Capitale. Dopo aver dato il “benvenuto” alla
nuova associazione e preso atto della passione e forza civica dei
cittadini relativamente alla tutela dei beni comuni, denuncia l’uso
merceologico del casale della Cervelletta nell’ultimo anno e conferma
la legittimità della revoca di affidamento. Carla Corciulo
evidenzia il raccordo del Municipio con Roma Capitale in merito al
concetto che i beni culturali devono essere aperti e fruibili, e non
“un recinto”, e condivide il metodo dell’ascolto e della decisione
condivisa con i cittadini. Secondo la dr.ssa Corciulo bisogna ripartire
dal progetto presentato alla conferenza urbanistica del 2014, dove
Casale e tenuta erano stati ideati non come “vetrina” o contenitori
di eventi, ma come impulso di svuluppo culturale e economico del territorio.
Si assume quindi l’impegno a riprendere quel percorso condiviso. Per
quanto riguarda la ricerca di fondi, propone il coinvolgimento della
Regione Lazio. Infine evidenzia la poca conoscenza dei beni culturali
e storici del municipio, citando le 4 zone archeologiche di Settecamini,
e evidenziando come la tutela dei beni non può prescindere
dalla conoscenza e diffusione degli stessi presso tutta la popolazione.
“ Purtroppo non abbiamo buone notizie – ha esordito con queste
parole il rappresentante di Roma Natura Maurizio Gubbiotti – la
situazione del Parco e del Casale è alquanto complicata. O
si trova il modo di rilanciare i parchi del territorio e valorizzare
quello che c’è dentro o rischiamo di perdere una sfida importante.
Abbiamo già perso un treno con i finanziamenti del POR (Programma
Operativo della Regione) che non riguardavano direttamente il Casale
ma il cosiddetto albergo diffuso. Il Pubblico non ci ha fatto una
bella figura. Come Roma Natura ci siamo battuti per questi fondi ma
quando sono stati stanziati era ormai troppo tardi per utilizzarli
e rischiavamo la restituzione se i progetti chiudevano in ritardo.”
Ha poi proseguito: “La situazione del Casale fortificato è
drammatica! I tetti sono vicini al collasso e tutto il manufatto è
in forte degrado (ndr – ricordiamo che in queste condizioni di pericolo
chi aveva la custodia del Casale apriva la struttura al pubblico incurante
di quello che poteva accadere). Occorrono 3 milioni di euro per metterlo
in sicurezza e altri 20 milioni di euro per procedere al restauro.
C’è comunque un piano di assetto non ancora approvato e sul
quale occorre fare pressione.”
A questa fosca visione del quadro generale della Cervelletta ha ribattuto
Elio Romano del Coordinamento di Associazioni e Cittadini “Uniti per
la Cervelletta”: “Abbiamo grosse insoddisfazioni per quanto riguarda
la gestione delle aree pubbliche. Se non erano i cittadini a chiedere
l’annullamento della custodia del Casale stavamo ancora assistendo
allo sfruttamento merceologico dell’area. Le istituzioni non possono
crearsi alibi per non fare nulla e aspettare passivamente il crollo
di un Casale storico conseguito al Patrimonio del Comune di Roma attraverso
la permuta di immobili della comunità all’ex proprietario.
Si sta configurando un vero e proprio danno erariale! ”
Sono seguiti diversi altri interventi che hanno sottolineato la criticità
del Casale e la necessità di tutelare le poche ricchezze rimaste
di un territorio che è stato la culla della civiltà
del Lazio fin dai tempi dei primi insediamenti dell’uomo.
Per concludere questo dibattito apparso interlocutorio e insoddisfacente,
voglio fare un auspicio: spero di non essere io a scrivere il resoconto
del crollo del Casale e della sua annessa Torre che, se avverrà,
sarà unicamente per colpa di una amministrazione che non è
in grado di gestire i Beni Pubblici patrimonio della Comunità.
Antonio
Barcella
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