L’acqua bene pubblico (di Mimmo Pietrangeli)

26 gennaio 2016 - Laudato si’, mi’ Signore, per sor’ Aqua la quale è multo utile et umile et preziosa et casta…”. Con queste ed altre splendide espressioni tratte dal “CANTICO DELLE CREATURE” di FRANCESCO D’ASSISI, si afferma, per la prima volta nella civiltà occidentale, il principio del “BIOCENTRISMO”, in base al quale tutte le manifestazioni della natura vengono considerate e rispettate, “FRATERNAMENTE”, come parte nobile e necessaria del Tutto Naturale.
La società attuale è dominata da un esasperato “ANTROPOCENTRISMO” che, spesso, assume le vesti di un irritante ed irresponsabile “EGOCENTRISMO”, che induce l’uomo a considerare, come secondarie, inferiori o, peggio, dannose e pericolose, altre forme di vita.
Le conseguenze di questo sono state e sono la scomparsa di innumerevoli specie animali e vegetali, nonché l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua che ha raggiunto livelli tanto preoccupanti e catastrofici da condizionare anche il clima e minacciare la stessa sopravvivenza dell’uomo.
Uno degli elementi naturali dai quali dipende la sopravvivenza della vita sulla terra, che ha subito le conseguenze più allarmanti a causa della irresponsabile azione dell’uomo, è , innegabilmente, l’ACQUA.
E’ necessario ricordare che, anticamente, all’acqua veniva attribuito un significato fecondativo, sacrale e, quindi, religioso.
L’acqua era considerata come espressione e dono delle divinità naturali, con le quali era continuamente in contatto. Si riteneva che, nell’acqua, abitassero esseri mitici come le Ninfe e le Naiadi. Molte sorgenti e molti fiumi venivano considerati sacri e ad essi erano dedicate numerose cerimonie propiziatorie. Ad alcune acque, allora come oggi, venivano attribuiti poteri taumaturgici. Anche nella religione cristiana l’acqua acquista un significato lustrale e purificatorio: per esempio nella cerimonia del battesimo.
Lo stesso fiume ANIENE deve il suo nome sacro al mitico ANIO, figlio di Apollo, padre di Lavinia ed ospite di Enea, che ebbe un ruolo importante nella fondazione di Roma e della gens italica.
E’ necessario altresì sottolineare che la stessa civiltà umana è legata indissolubilmente alla presenza ed alla utilizzazione dei corsi d’acqua. Le civiltà e la “cultura del fiume” hanno caratterizzato la storia di tutti i popoli antichi. I nostri lontani progenitori hanno creato ed organizzato la loro esistenza in funzione ed in prossimità dei corsi d’acqua.
L’acqua viene dal cielo e torna docile alla terra, da dove si eleva alitando verso l’universo. La sua musica divina alimenta ogni forma di vita. Fluisce tra le pieghe aspre dei monti, dei quali racconta i misteri profondi. Scorre e gorgoglia fra i massi e modella le forme di vita. Tumida muove la vita nelle cellule ascose. Dorme silente nelle valli. Si offre umile alle forme. Novella Nemesis talvolta distrugge e si vendica contro la stupida arroganza del misero uomo. Abile si sottrae alla vita di morto stecco e torna al continuo DIVENIRE del TUTTO.
Dopo questa parentesi che ha la pretesa di sfiorare accenti poetici, torniamo al tema della condizione attuale dell’acqua che risulta particolarmente drammatica, non solo a causa dell’inquinamento diffuso e profondo, ma anche della sua penuria preoccupante e dello spreco irresponsabile.
A questo proposito è necessario ricordare che l’acqua è un bene “FINITO” e , cioè, temporaneo e che centinaia di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa della sete e milioni non dispongono di acqua potabile, ma noi occidentali e, soprattutto, noi italiani la sprechiamo in modo disinvolto e irresponsabile. E’ facile intuire che, in queste condizioni, il futuro non remoto, ci riserverà siccità, epidemie, guerre atroci per il controllo e per il possesso dell’acqua e, dunque, morte. Le avvisaglie già sono drammaticamente presenti nel mondo attuale.
Se si vuole evitare la catastrofe è assolutamente necessario ed improcrastinabile ristabilire un rapporto rispettoso, paritetico, “francescano” con la Natura in tutte le sue molteplici espressioni
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Mimmo Pietrangeli
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