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gennaio 2016 -
“Laudato si’, mi’ Signore, per sor’ Aqua la quale è
multo utile et umile et preziosa et casta…”. Con queste ed altre
splendide espressioni tratte dal “CANTICO DELLE CREATURE” di FRANCESCO
D’ASSISI, si afferma, per la prima volta nella civiltà occidentale,
il principio del “BIOCENTRISMO”, in base al quale tutte le manifestazioni
della natura vengono considerate e rispettate, “FRATERNAMENTE”, come
parte nobile e necessaria del Tutto Naturale.
La società attuale è dominata da un esasperato “ANTROPOCENTRISMO”
che, spesso, assume le vesti di un irritante ed irresponsabile “EGOCENTRISMO”,
che induce l’uomo a considerare, come secondarie, inferiori o, peggio,
dannose e pericolose, altre forme di vita.
Le conseguenze di questo sono state e sono la scomparsa di innumerevoli
specie animali e vegetali, nonché l’inquinamento del suolo,
dell’aria e dell’acqua che ha raggiunto livelli tanto preoccupanti
e catastrofici da condizionare anche il clima e minacciare la stessa
sopravvivenza dell’uomo.
Uno degli elementi naturali dai quali dipende la sopravvivenza della
vita sulla terra, che ha subito le conseguenze più allarmanti
a causa della irresponsabile azione dell’uomo, è , innegabilmente,
l’ACQUA.
E’ necessario ricordare che, anticamente, all’acqua veniva attribuito
un significato fecondativo, sacrale e, quindi, religioso.
L’acqua era considerata come espressione e dono delle divinità
naturali, con le quali era continuamente in contatto. Si riteneva
che, nell’acqua, abitassero esseri mitici come le Ninfe e le Naiadi.
Molte sorgenti e molti fiumi venivano considerati sacri e ad essi
erano dedicate numerose cerimonie propiziatorie. Ad alcune acque,
allora come oggi, venivano attribuiti poteri taumaturgici. Anche nella
religione cristiana l’acqua acquista un significato lustrale e purificatorio:
per esempio nella cerimonia del battesimo.
Lo
stesso fiume ANIENE deve il suo nome sacro al mitico ANIO, figlio
di Apollo, padre di Lavinia ed ospite di Enea, che ebbe un ruolo importante
nella fondazione di Roma e della gens italica.
E’ necessario altresì sottolineare che la stessa civiltà
umana è legata indissolubilmente alla presenza ed alla utilizzazione
dei corsi d’acqua. Le civiltà e la “cultura del fiume” hanno
caratterizzato la storia di tutti i popoli antichi. I nostri lontani
progenitori hanno creato ed organizzato la loro esistenza in funzione
ed in prossimità dei corsi d’acqua.
L’acqua viene dal cielo e torna docile alla terra, da dove si eleva
alitando verso l’universo. La sua musica divina alimenta ogni forma
di vita. Fluisce tra le pieghe aspre dei monti, dei quali racconta
i misteri profondi. Scorre e gorgoglia fra i massi e modella le forme
di vita. Tumida muove la vita nelle cellule ascose. Dorme silente
nelle valli. Si offre umile alle forme. Novella Nemesis talvolta distrugge
e si vendica contro la stupida arroganza del misero uomo. Abile si
sottrae alla vita di morto stecco e torna al continuo DIVENIRE del
TUTTO.
Dopo questa parentesi che ha la pretesa di sfiorare accenti poetici,
torniamo al tema della condizione attuale dell’acqua che risulta particolarmente
drammatica, non solo a causa dell’inquinamento diffuso e profondo,
ma anche della sua penuria preoccupante e dello spreco irresponsabile.
A questo proposito è necessario ricordare che l’acqua è
un bene “FINITO” e , cioè, temporaneo e che centinaia di migliaia
di persone muoiono ogni anno a causa della sete e milioni non dispongono
di acqua potabile, ma noi occidentali e, soprattutto, noi italiani
la sprechiamo in modo disinvolto e irresponsabile. E’ facile intuire
che, in queste condizioni, il futuro non remoto, ci riserverà
siccità, epidemie, guerre atroci per il controllo e per il
possesso dell’acqua e, dunque, morte. Le avvisaglie già sono
drammaticamente presenti nel mondo attuale.
Se si vuole evitare la catastrofe è assolutamente necessario
ed improcrastinabile ristabilire un rapporto rispettoso, paritetico,
“francescano” con la Natura in tutte le sue molteplici espressioni.
Mimmo
Pietrangeli
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