1
febbraio 2016 - La protesta
per il diritto di respirare aria e non diossina non
ha colore politico e si spande a macchia d’olio lungo tutta la periferia
romana. Un problema che continua ad essere sottovalutato dalle istituzioni,
che crea esasperazione nelle persone sottoposte quasi quotidianamente
a questo stillicidio. Perfino il prefetto Gabrielli ha espresso recentemente
la difficoltà a perseguire questo tipo di reato che molte persone
hanno interpretato come la resa delle istituzioni di fronte a questa
angheria. Il Presidente del Comitato Beltramelli-Meda Fabrizio Montanini
ha pubblicato il seguente comunicato sul suo profilo Facebook: “Vittime
dei roghi tossici e del silenzio istituzionale - Delle colonne di
fumo nero ‘alla diossina’ che si alzano nel cielo delle nostre periferie
quotidianamente. A pochi metri dalle nostre case. E non più
di 10 km dal Quirinale. Monta la protesta di migliaia di cittadini.
Per questo, numerosi comitati di quartiere e associazioni di Roma,
sulla spinta delle continue e persistenti proteste da parte degli
abitanti più colpiti dal fenomeno dei roghi tossici provenienti
dai campi nomadi disseminati in ogni angolo della città, hanno
deciso di attuare una serie di proteste che puntano a sollevare l’attenzione
a quella che è ormai una vera e propria emergenza.
Non
è più tollerabile il silenzio da parte delle autorità
e delle istituzioni, alle quali si chiede di mettere una volta per
tutte la parola fine.
Le esalazioni nocive sono prodotte in gran parte dagli stessi abitanti
degli insediamenti abusivi, o dei villaggi attrezzati della Capitale.
Provengono dalla combustione dei rifiuti smaltiti illegalmente o per
recuperarne rame e ferro, mettendo in pericolo la salute nostra e
dei nostri figli.
Questa attività illegale, attualmente viene svolta nella più
totale indifferenza da parte delle istituzioni che dovrebbero avere
a cuore l’incolumità dei cittadini: Prefettura, Regione, Campidoglio
e Governo. Quello che a gran voce da anni viene chiesto è il
più sacrosanto dei diritti: quello alla salute sancito anche
nella Costituzione.
Finora la città ha assistito solo a reazioni timide, saltuarie,
inefficaci e dispendiose. Per questo, i cittadini, ormai stremati
da tanto immobilismo, hanno deciso di alzare la voce, sotto un unico
coordinamento di comitati dal nome 'Basta roghi criminali',
mettendo in essere una serie di proteste che si svolgeranno in diversi
punti della Capitale.
L'esposizione
degli striscioni con la scritta 'Basta roghi criminali',
o di semplici lenzuoli bianchi, rappresenta solo l’inizio. La prima
di una lunga serie di manifestazioni con l'unico scopo di obbligare
le autorità competenti a porvi rimedio. Ci chiediamo dove siano
il Prefetto Franco Gabrielli e il Commissario straordinario di Roma
Capitale Paolo Tronca. Sicuramente distanti dalla grave situazione
in cui versano le periferie romane.
L’unica via d’uscita, secondo il coordinamento che ha natura totalmente
apartitica, è il superamento del 'sistema campi nomadi', che
sono ormai dei 'lager di Stato'. Contrastare il traffico illegale
di rifiuti, quelli che alimentano anche le industrie italiane, e che
di fatto hanno creato nei nostri quartieri una “terra dei fuochi bis”.
URGONO Provvedimenti in nome della legalità. Disponibili ad
un tavolo di confronto con le istituzioni di questa città.
ROMA E I ROMANI, non hanno più tempo.”
Antonio
Barcella
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