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febbraio 2016 -
Oggi finalmente possiamo parlare della scuola Balabanoff per un evento
molto positivo ottenuto in ambito sportivo: la vittoria nella corsa
di Miguel. Lo staffettone di Miguel, ossia la versione della gara
riservata ai bambini delle scuole primarie, ha fatto tappa sulla pista
di atletica dello Stadio A. Nori a Tor Tre Teste. Tra le 14 squadre
partecipanti ha avuto la meglio la compagine della scuola “Balabanoff”
che si è imposta davanti alla scuola primaria di “Via Anagni”.
I cinquanta piccoli atleti (maschi e femmine) sono stati scelti fra
le varie sezioni della 5a elementare del plesso scolastico di Colli
Aniene.
Chi era Miguel? Miguel Benancio Sanchez amava la
vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese. Quando una banda paramilitare
lo sequestrò a casa sua, nella notte fra l’8 e il 9 gennaio
1978, trovò la bandiera bianca e celeste attaccata alla parete.
Gli chiesero:”Perché?”. E lui rispose: “Perché sono
argentino”. Aveva 25 anni quando gli bendarono gli occhi e lo infilarono
sul Ford Falcon nero, triste e ricorrente presenza di quegli anni
infami governati da una feroce dittatura. In Argentina in quegli anni
tristi si spariva per niente, per fare politica, per difendere i diritti
delle persone o semplicemente per avere un amico “sbagliato” o per
essere finito su un’agenda telefonica “pericolosa”. Miguel s’impegnava
politicamente nella Gioventù Peronista: aveva pianto il giorno
dei funerali di Peron, nel 1974. Si vedeva spesso con i ragazzi del
quartiere ma, negli ultimi anni, gli impegni di lavoro e quelli con
l’atletica, ridussero molto la sua attività politica. Era un
poeta autodidatta. Il suo “Para vos atleta”, “Per te atleta”, fu pubblicato
dalla Gazeta Esportiva di San Paolo, il 31 dicembre del 1977, nove
giorni prima della sua sparizione. Era un inno alla corsa. Ma Miguel
scriveva di tutto: sull'atletica, sull'Argentina, soprattutto sull'amore.
Tanto amore che aveva voglia di dare e di ricevere ma per il quale
non ebbe il tempo.
Antonio
Barcella
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