Municipi e Comune – Lavorare in emergenza è ormai prassi non più l’eccezione

8 marzo 2016 - Cade un albero ad Ardea che provoca morti e feriti ed ecco che, finalmente, nella città vengono messi in sicurezza gli alberi pericolanti. Così è accaduto a Colli Aniene per i pini posti in viale Franceschini sul marciapiede posto davanti al Bar 66 e altre alberature del quartiere. Ai controlli effettuati dalla ditta appaltatrice sono seguiti gli abbattimenti dei 3 pini di cui uno solo visivamente pericolante. Siamo in forte dubbio che fosse realmente necessario tagliare tutti e tre i pini e ci auspichiamo che il Servizio Giardini abbia fatto una valutazione opportuna prima di dare il via libero all’operazione. Un albero è sempre una ricchezza per il quartiere e per la città. Prima che accadesse il fattaccio di Ardea, le segnalazioni relative a questi pini erano state completamente ignorate, come sono state lasciate nel dimenticatoio le scuole che cadono a pezzi, le strade e i marciapiedi che si sgretolano sotto le ruote e sotto i piedi, la segnaletica stradale orizzontale e verticale, le discariche abusive, gli arredi dei parchi fatiscenti e le aree ludiche rimosse e mai ripristinate (almeno due casi nel quartiere). Municipio e Comune lavorano in gran parte sull’emergenza, come se fosse un metodo di lavoro o una prassi consolidata, mentre dovrebbe rappresentare l’eccezione ad un serio lavoro di programmazione che è del tutto scomparso in questa città. Lavorare sull’emergenza consente spesso alle amministrazioni locali di by-passare l’iter burocratico e di assegnare i lavori senza ricorrere ai bandi pubblici. Una cosa voluta o frutto di casse perennemente vuote a causa del malgoverno della politica locale che va avanti da decenni tra “mafie” e appalti sospetti.
La parola “emergenza” deriva dal latino “e-mergere” che vuol dire “venire alla superficie”, quindi anche “innalzarsi”, “risaltare”, dunque “emergenza” è ogni fatto, avvenimento o fenomeno che era precedentemente nascosto, sommerso, e che, per qualche circostanza, viene all’attenzione di tutti. Nel linguaggio giornalistico indica una situazione di estrema pericolosità pubblica, tale da richiedere l’adozione di interventi eccezionali ossia che costituisce eccezione rispetto a una norma. Quindi la “norma” non può essere “l’emergenza” e solo quest’ultima può essere gestita in priorità. Solo un fatto improvviso ed imprevisto, la degenerazione inaspettata di un fenomeno di disagio poco conosciuto o trascurato, può costituire un’emergenza che può richiedere un intervento rapido e sollecito tale da trascurare le normali procedure o la prassi corrente pur di intervenire tempestivamente. Il fenomeno attuale invece ha assunto una dimensione tale da superare qualsiasi vincolo, comprese le leggi e le costituzioni e, soprattutto, non ha una durata precisa che costituisce l’elemento primario dell’eccezione.
Per concludere: non si può continuare a gestire tutto in stato di perenne emergenza. Di certo “si può e si deve fare di più e meglio” sulla programmazione degli interventi relativi al territorio. È arrivato il momento di dimostrarlo.

Antonio Barcella
www.collianiene.org

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