10
marzo 2016 -
Come la “Tela di Penelope” la storia del prolungamento della Metro
B da Rebibbia a Casal Monastero non ha mai fine e, quel che è
peggio, è che la decisione finale resta sempre appesa. Ieri
c’è stato l’ennesimo incontro al Ministero dei Trasporti a
cui hanno partecipato l'assessore della Regione Lazio ai Trasporti,
Michele Civita, il presidente di RomaMetropolitane Paolo Omodeo Salè,
tecnici dello stesso ministero, il presidente del IV Municipio, Emiliano
Sciascia e una delegazione del comitato di quartiere di Casal Monastero.
Il risultato finale è che l’opera sembra finita in un pantano
dal quale sarà veramente difficile uscire: il progetto è
bloccato su uno schema contrattuale legato ad un project financing
basato sulla compensazione edilizia di aree che non sono più
disponibili.
"La cosa importante - ha spiegato Sciascia al termine
dell'incontro - è che oggi si è rimessa in moto
la macchina. C'è la volontà politica di realizzare l'opera
e l'incontro è stato utile, anche se non c'è ancora
una soluzione al problema. C'è stata però la disponibilità
del ministero e della Regione a capire come intervenire rispetto al
problema della definizione finanziaria dell'opera, in particolare
per la questione delle compensazioni che dovrà chiarire il
Comune. Non c'è più la disponibilità di alcune
aree previste nel vecchio bando per cui il Comune dovrà aprire
un confronto con il concessionario".
Il CdQ di Casal Monastero ha proposto che la soluzione venga ricercata
nell'individuazione di nuove aree dove realizzare le compensazioni
urbanistiche o passare al finanziamento diretto
della parte dell'opera il cui costo si sarebbe dovuto coprire attraverso
nuovi edifici. Il prolungamento della linea B ha, infatti, un costo
di 556 milioni, 179 messi da Comune più Regione ed il resto
dal canone di concessione e dalle compensazioni immobiliari.
A rendere ancora più complessa la situazione è il contenzioso
con il concessionario del progetto che chiede il rispetto degli accordi
o il pagamento delle penali.
Antonio
Barcella
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