11
luglio 2016 - Con
l’aumento degli sbarchi di migranti sulle coste italiane, che come
di consueto sono in aumento nella stagione estiva, centinaia di transitanti
occupano gli spazi a ridosso delle grandi stazioni ferroviarie. Non
fa eccezione la Stazione Tiburtina, dove nei pressi di via Cupa (Baobab)
si è creato un luogo di soggiorno all’aperto che aumenta il
degrado di una zona già fatiscente per altri motivi. Per chi
non lo sapesse ricordiamo che i transitanti sono quei migranti che
desiderano ricongiungersi ai propri famigliari sparsi in Europa e
sono in attesa di un permesso dalle autorità o di un’occasione,
più o meno lecita, che gli permetta di farlo anche senza autorizzazione.
In periodi di normalità queste persone sono ospitate nei vari
centri di accoglienza sparsi sul territorio, in attesa che l’europa
(quella con la “e” minuscola che pensa solo alle banche e all’economia
lasciando questi disperati al loro destino) ogni tanto accolga presso
gli Stati più opulenti qualche manciata di bambini, donne e
uomini.
Uno dei centri principali che ospitano queste persone sul territorio
del tiburtino si trova in via del Frantoio a Tiburtino III ed è
gestito dai volontari della Croce Rossa Italiana. Un piccolo passo
in avanti rispetto all’abbandono e al degrado del villaggio abusivo
di via delle Messi d’Oro che per anni è andato avanti solo
grazie all’aiuto dei volontari, dei cittadini, delle parrocchie e
delle associazioni del territorio. Ma questo centro, che ha una capienza
di 80 posti letto, è vicino al collasso con i suoi 76 ospiti
in attesa di un via libera per il nord del continente che tarda ad
arrivare. Una situazione analoga alle altre strutture di questo tipo
che non sono quasi più ricettive. Ecco allora che aumenta a
vista d’occhio il degrado intorno alla Stazione Tiburtina e, solo
quando iniziano le proteste dei residenti, si cercano soluzioni che
in un paese civile dovrebbero essere programmate perché facilmente
prevedibili. A distanza di un solo anno si parla di nuovo di una tendopoli
da allestire in un luogo da individuare che, certamente, solleverà
ulteriori proteste.
Nuovi problemi, vecchie soluzioni e una politica incapace di affrontare
le crisi.