25
luglio 2016 - “Ogni
sera affacciandomi dal mio terrazzo sito in zona Villaggio Prenestino
a Roma, vedo i fumi neri dei roghi che salgono in cielo e si sparpagliano
per tutta le zone circostanti. Non è un caso vedere per le
strade dei quartieri vicini residui di immondizia incendiata. Chiedo
alla sindaca Raggi di porre fine a questi roghi tossici.”
È con queste parole che inizia l’ennesima
petizione contro la nostra “terra dei fuochi”
che, come quella campana, viene sottovalutata e seppellita sotto il
disinteresse di chi dovrebbe agire e tutelare i cittadini. Da ogni
quartiere di Roma Est si notano continue colonne di fumo acre alzarsi
con un ritmo quasi quotidiano e inondare le case e i polmoni di tanti
romani. Soprattutto Tor Sapienza e l’area limitrofa di Colli Aniene
sono sottoposti continuamente a questa tortura, proveniente dai roghi
delle discariche poste al confine del campo rom di Salviati, che mette
in serio rischio la salute di tutti ma soprattutto dei soggetti più
deboli come i bambini e gli anziani. Ci hanno raccontato di tutto
sui motivi per i quali si generano questi roghi: traffico illegale
di rifiuti, smaltimento abusivo di rifiuti speciali, furti di cavi
per ricavarne rame, piromani minorenni non perseguibili in termini
di legge. L’unica realtà di fronte a tante parole e pochi fatti
è che la combustione di materie plastiche produce diossina
e questo composto organico è cancerogeno e ha qualità
tossiche persistenti, non facilmente biodegradabili, particolarmente
accumulabili nella catena alimentare. Veri e propri veleni che si
diffondono nell’aria che respiriamo e sulle coltivazioni.
Sull’ultimo incendio tra il campo rom di via Salviati e l’autostrada
A24 del 19 luglio scorso abbiamo forti sospetti sull’intenzionalità
dolosa dello stesso. Secondo alcuni commenti sui Social Network i
focolai che hanno dato il via alla combustione erano più di
uno. Secondo voi, qualcuno ha dato un’occhiata alle telecamere poste
nel vicino Centro Immigrazione della Questura i cui uffici sono situati
nei pressi del campo rom?
È ora di dire basta! Le associazioni e i comitati
di quartiere si sono mossi ad ogni livello istituzionale (municipio,
questura, procura, sindaco) senza che sia mai stato fatto nulla di
concreto per tutelare grandi e piccini. Per noi il Sindaco è
il vero garante della salute pubblica dei suoi cittadini ed è
a lei che rivolgiamo i nostri appelli per mettere fine a questa angheria.
Riuscirà Virginia Raggi ad avere più determinazione
dei suoi inutili predecessori?
Per ora è stata informata attraverso “Una
interrogazione urgente a risposta scritta” da un consigliere comunale
così in futuro non potrà dire di non conoscere il problema.