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settembre 2016 - Se il fatto non fosse così serio
ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate perché supera per fantasia
i racconti di fantozziana memoria. Una storia che va avanti da oltre
un anno tra i silenzi di chi dovrebbe informare i cittadini e fornirgli
un servizio adeguato. Veniamo ai fatti con gli aggiornamenti degli
ultimi giorni. Un muro è crollato da oltre un anno su un passaggio
per disabili in viale Sacco e Vanzetti (Parco Livio Labor) e le macerie
sono ancora lì semplicemente transennate e non c’è traccia
di lavori per ripristinare l’area.
Il neo assessore con delega ai lavori pubblici, ambiente e sicurezza
Alessandro Pirrone del IV Municipio ha risposto attraverso Facebook
al quesito di un cittadino che gli chiedeva il motivo per il quale
non si interveniva per rimettere in decoro l’area. La risposta è
stata: “Abbiamo svolto alcune indagini e da notizie ricevute dalla
Direzione Tecnica del Municipio il muro che appare in foto risiede
in una proprietà privata. È dunque impraticabile l'impiego
di fondi pubblici per sanare la situazione. Mi spiace, davvero. Purtroppo
è tutto su suolo privato. Attendiamo il rientro dello specialista
che ha seguito la pratica e torneremo sulla questione.”
Premetto che l’assessore Pirrone è appena entrato nella nuova
giunta e deve fidarsi dei tecnici e dei funzionari che gli forniscono
le informazioni. Non è a lui che addebitiamo questa indecorosa
storia ma è a lui che ci rivolgiamo per venirne a capo. Per
nostra esperienza, abbiamo già costatato diverse volte che
la prassi in maggiore uso nel IV Municipio, da diversi anni, è
quella di rimpallare i problemi su qualche altra entità non
arrivando quasi mai alla soluzione della questione. Fermo restando
che se veramente il manufatto fosse su un’area privata il compito
del Municipio sarebbe quello di costringere il proprietario alla rimozione
dei detriti e a liberare il passaggio per invalidi.
Ma
in realtà le cose non stanno in questo modo perché quel
muro è stato costruito nell’ambito del progetto della giunta
Veltroni in occasione dell'allestimento dell'area verde attrezzata
del Parco Livio Labor, precedentemente chiamata la “buca di via Massini”.
Era un iniziativa contenuta nel progetto le “cento piazze” che intendeva
restituire decoro alla periferia ottenendo l’esatto contrario perché
quasi tutte quelle costruzioni sono in stato di completo abbandono.
Basta riesumare le carte del progetto per capire da chi sia stato
edificato il muro incriminato. Se si scoprisse che l’area è
veramente privata, il Comune di Roma nel lontano 2005 avrebbe fatto
un abuso costruendo su un luogo non di sua proprietà. È
sufficiente osservare i resti dei materiali (leggasi transenne in
ghisa) per rendersi conto che sono quelli normalmente in uso nelle
costruzioni dell’amministrazione capitolina.
Questi sono tutti gli elementi di questa triste e per certi versi
ridicola storia che noi consegniamo all’assessore Pirrone. Auspichiamo
che siano sufficienti per risolvere la faccenda altrimenti chiederemo
al Comune di Roma di accedere agli atti del progetto veltroniano e
siamo certi che le carte confermeranno la nostra posizione.
Del resto, sembra che tutto quello che ha fatto Veltroni nel quartiere
di Colli Aniene, come l’altra storia infelice dell’illuminazione
del parco Baden Powell, non sia mai stato acquisito dal Patrimonio
di Roma Capitale. I beni della comunità non vengono tutelati
e preservati e noi ci domandiamo “perché?”. La risposta la
lasciamo ai lettori.