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ottobre 2016 - Da giovedì 6 ottobre e in qualsiasi
momento dell’anno è possibile presentare in ogni Municipio
di Roma la domanda per ottenere il Sia. L’acronimo sta per “Sostegno
Inclusione Attiva”. Si tratta di una misura istituita dal Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero
dell’Economia e delle Finanze che prevede l’erogazione di un beneficio
economico alle famiglie disagiate con almeno un minorenne o un figlio
disabile o una donna in stato di gravidanza accertata.
Il provvedimento di contrasto alla povertà finalizzato all’inclusione
sociale si pone appunto l’obiettivo di aiutare le famiglie a superare
il tunnel della povertà e a riconquistare gradualmente l’autonomia.
Per accedere al beneficio, i nuclei che rientrano nei requisiti di
cittadinanza e residenza, familiari ed economici richiesti, devono
aderire ad un “progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa”.
Il progetto è costruito insieme ai membri stessi delle famiglie,
valutando problemi e bisogni di tutti i componenti, e si articola
in una serie d’interventi integrati tra loro. Servizi sociali dunque
in rete con gli altri servizi del territorio: centri per l’impiego,
servizi sanitari, scuole, terzo settore, parti sociali e l’intera
comunità.
“Il Sostegno Inclusione Attiva, che prevede un contributo economico
erogato tramite una card, è una misura di carattere nazionale,
valida per tutti i Comuni, ma a Roma non era nemmeno partita” ha sottolineato
la sindaca Virginia Raggi nel corso della conferenza stampa di lunedì
scorso sulla variazione di bilancio a garanzia dei servizi sociali
nella capitale.
Nel IV Municipio (Tiburtino) la domanda va presentata presso lo sportello
situato al piano terra, ingresso B, lunedì, mercoledì
e venerdì dalle 8.30 alle 12.30.
Ulteriori informazioni nella pagina
dedicata e sul sito dell'INPS per scaricare il modulo
di domanda.
La
povertà in Italia (fonte ISTAT) - Nel 2015 si stima
che le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta
siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598
mila (il numero più alto dal 2005 a oggi).
L'incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente
stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie,
con variazioni annuali statisticamente non significative (6,1% delle
famiglie residenti nel 2015, 5,7% nel 2014, 6,3% nel 2013); cresce
invece se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente
nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013).
Questo andamento nel corso dell'ultimo anno si deve principalmente
all'aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie
con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con
2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4
a 28,3%), in media più numerose.
L'incidenza della povertà assoluta aumenta al Nord sia in termini
di famiglie (da 4,2 del 2014 a 5,0%) sia di persone (da 5,7 a 6,7%)
soprattutto per l'ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri
(da 24,0 a 32,1%).
Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono
nei comuni centro di area metropolitana (l'incidenza aumenta da 5,3
del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45
e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%).
L'incidenza di povertà assoluta diminuisce all'aumentare dell'età
della persona di riferimento (il valore minimo, 4,0%, tra le famiglie
con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne) e del suo titolo
di studio (se è almeno diplomata l'incidenza è poco
più di un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la
licenza elementare).
Si amplia l'incidenza della povertà assoluta tra le famiglie
con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare
se operaio (da 9,7 a 11,7%). Rimane contenuta tra le famiglie con
persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,9%) e ritirata
dal lavoro (3,8%).