Terremoto di Amatrice, oggi la solidarietà è nelle mense scolastiche

24 novembre 2016 - Apprendiamo dal sito ufficiale di Roma Capitale questa nuova iniziativa a favore delle comunità colpite dal sisma. Oggi nelle mense scolastiche romane si mangia reatino e ascolano; e una parte del ricavo va a sostenere la refezione scolastica di Amatrice, distrutta dalla recente serie sismica dell’Appennino centrale. La speciale raccolta fondi, battezzata Solidarietà inMensa, nasce su iniziativa del Campidoglio con alcune aziende della ristorazione collettiva. Ne hanno parlato, incontrando la stampa a Palazzo Senatorio, la sindaca Raggi e l’assessora Laura Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità solidale).

Il servizio mense scolastiche di Roma Capitale propone dunque per giovedì un “menu solidale” a base di prodotti tipici della regione colpita dal terremoto, a cavallo tra Lazio e Marche. Una frazione del ricavato – 0.2 centesimi per ogni pasto – viene devoluto alle mense amatriciane. L’iniziativa si tiene in tutti i circa 800 plessi scolastici dell’Urbe, spiega il Campidoglio, “per un totale di circa 144mila pasti”. Tolto “un dieci per cento di normale calo fisiologico giornaliero”, si arriva “a circa 130mila pasti, per un importo totale di circa 26mila euro”.

E’ importante che i bambini e i ragazzi della nostra città, attraverso un semplice gesto di solidarietà, aiutino i loro coetanei”, afferma la Sindaca. “Le mense dei nostri asili e delle nostre scuole non sono solo un luogo dove si fornisce un servizio. La refezione è un momento dal grande valore sociale ed educativo, dove si impara a conoscere e ad apprezzare il cibo e il valore di una corretta alimentazione. E con la giornata del 24 novembre diventa anche un’occasione di solidarietà attiva, attraverso cui i più piccoli prendono coscienza della necessità e dell’importanza di aiutare altri bambini e ragazzi che si trovano in una situazione di difficoltà. La necessità di essere solidali non è solo delegata agli adulti, ma è un momento di condivisione con i loro coetanei da vivere in prima persona”.

Un gesto di solidarietà non deve avere confini di tempo né di età”, sottolinea l’assessora Baldassarre. “Legarlo esclusivamente a un’emergenza o all’età dei soggetti coinvolti significherebbe spegnere quell’attenzione nei confronti della persona che invece Roma Capitale vuole far diventare elemento caratterizzante dell’iniziativa”.

Antonio Barcella
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